Raddoppio, caccia a 50 milioni
mancanti: il 13 incontro decisivo?

La data clou è quella del 13 novembre: si terrà a Mantova, infatti, un tavolo di lavoro molto importante per quel che concerne il raddoppio ferroviario, nel lotto attualmente in cantiere tra Mantova e Bozzolo per arrivare fino a Piadena Drizzona. Il tema è duplice: da un lato qualche ritardo, che c’è stato; dall’altro – ed è questa la vera partita – la ricerca dei fondi ancora mancanti, quei 50 milioni che porteranno a realizzare opere accessorie indispensabili però alla realizzazione dell’opera primaria.

Partiamo dai ritardi: non sono molti, qualcuno li ha definiti anzi fisiologici, dunque assolutamente accettabili. E’ certo però che è stata emanata una ordinanza di chiusura della strada Marcaria-Acquanegra sul Chiese per altri tre mesi rispetto al primo periodo ipotizzato, dunque fino al 31 marzo 2026. E questo è indice che non tutto è andato come si sperava, specie nelle battute iniziali. Tuttavia le operazioni ad alta quota di smontaggio del ponte sull’Oglio tra Bozzolo e Marcaria testimonia che i passi avanti ci sono stati. La spada di Damocle è sempre la fine dell’anno 2026, scadenza utile per non perdere i fondi del PNRR.

Se questa partita non è così difficile da giocare, quella dei fondi è più spinosa: mancano 50 milioni di euro, 30 dei quali soltanto per la parte che si spinge verso il Casalasco, ossia Marcaria e Bozzolo. Fondi non preventivati per due motivi essenziali: in primis l’aumento dei costi delle materie prime edilizie, in secondo luogo la revisione del progetto iniziale, che impone qualche opera preliminare e accessoria diversa rispetto al primo studio.

Perché dunque la riunione del 13 novembre è tanto importante? Perché a dicembre il Governo varerà la nuova Finanziaria, ossia la manovra più importante a livello economico per l’intero Stato. E dato che il raddoppio è opera legata al Ministero, ecco che i finanziamenti andranno in qualche modo chiesti in quella sede, non potendo più procrastinare.

G.G.