Settore primario, cresce fatturato
Il lattiero-caseario fa da traino
Indagine Unioncamere - Regione Lombardia sul primo semestre 2025. In regione export aumentato dell'8,8%, ma a Cremona si ferma al 3,9%. Unica provincia in cui cala la produzione di Grana Padano

Migliorano, nel primo semestre 2025, gli indicatori del comparto agricolo lombardo, pur in un quadro settoriale che si conferma differenziato. Lo evidenzia l’indagine promossa da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia. Gli imprenditori intervistati segnalano infatti una crescita del fatturato su base annua nel 37% dei casi, a fronte del 23% di indicazioni di diminuzione.
L’indice di redditività raggiunge inoltre il livello più elevato degli ultimi anni, nonostante l’accelerazione dei costi (in particolare degli animali da allevamento) e grazie al buon andamento delle quotazioni, che soprattutto nella zootecnia si attestano su livelli elevati.
La spinta dell’export agroalimentare continua a trainare il settore, con una crescita in valore nel primo semestre pari al +8,8% (a Cremona il dato si ferma a +3,9%) in un contesto di stagnazione delle esportazioni regionali e nazionali.
L’andamento complessivo è influenzato dal buon risultato del comparto lattiero-caseario, grazie alle quotazioni elevate dei formaggi. Va però rilevato il dato relativo alle consegne di latte vaccino che in Lombardia hanno mostrato una fessione del -2,2%. In particolare Brescia (-3,0% rispetto all’anno precedente), Cremona (-2,3%) e Mantova (-2,3%). In calo anche Lodi (-3,5%) e Bergamo (-2,7%). Positiva la variazione per Milano (+2,6%), Pavia (+0,7%) e Varese (+3,1%).
La produzione di forme di Grana Padano in Lombardia è aumentata nel I semestre 2025 su base annua (+4,3%).
La provincia di Cremona è stata l’unica a mostrarsi in calo (-2,0%) mentre si segnala l’incremento della provincia di Mantova (+2,8% in termini tendenziali), che si conferma la principale in termini di produzione in valore assoluto di Grana Padano (949.075 forme). In netto aumento la provincia di Brescia (+11,9%), che ha registrato un totale di 827.431 forme.
Positiva la redditività del settore suinicolo, mentre la situazione è più altalenante nel comparto delle carni bovine per il persistere di problemi legati a costo e reperibilità dei capi da ristallo.
Per quanto riguarda le coltivazioni, l’andamento meteo ha consentito, secondo le prime stime, un miglioramento delle rese dei cereali rispetto al 2024, ma le valutazioni degli agricoltori sulla redditività, subiscono l’effetto dell’andamento dei prezzi, così come nel vitivinicolo incide quello del calo della domanda.
“L’agricoltura lombarda, in un sistema agro-alimentare di rilievo, sta dimostrando ancora una volta di essere un presidio economico e sociale irrinunciabile – dichiara Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia – non solo perché genera valore e occupazione, ma perché tiene insieme identità e sicurezza alimentare in un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche, instabilità commerciali e transizioni climatiche sempre più rapide. Per questo, il nostro dovere istituzionale è continuare a difendere il lavoro degli agricoltori con scelte concrete, capaci di dare certezze a chi investe e innova ogni giorno nei campi e nelle stalle lombarde”.
“Questi risultati confermano la solidità del settore agricolo lombardo – afferma Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – grazie soprattutto al gradimento crescente che i nostri prodotti di eccellenza incontrano in tutto il mondo: in un momento di difficoltà della domanda mondiale, le esportazioni agroalimentari lombarde tengono ancora con incrementi anche significativi per i prodotti lattiero-caseari e le carni lavorate e conservate. Dobbiamo proseguire sulla strada della valorizzazione del nostro patrimonio agroalimentare”.
Ragionando sui focus settoriali si evidenziano alcune valutazioni. Si parte con la redditività che rimane su livelli elevati nel comparto lattiero-caseario, grazie all’andamento dei prezzi dei principali prodotti, trainati dalla domanda estera, e al calo dei costi produttivi. Scendono però le quantità di latte consegnate.
Passando al comparto suinicolo, sono prevalentemente positive le valutazioni, nonostante le quotazioni risultino inferiori ai valori elevati degli ultimi anni. Sul fronte dei consumi il rallentamento dei prezzi al dettaglio ha permesso una ripresa degli acquisti.
Migliorano, quindi, i giudizi dei coltivatori di cereali, grazie a rese più elevate rispetto alla situazione critica del 2024. Per il mais, in particolare, si stima una produzione in significativo aumento. La redditività del comparto resta però penalizzata dall’andamento dei prezzi, con l’eccezione del riso che ha evidenziato una crescita delle quotazioni su base annua.
In campo enologico, le prime stime sulla vendemmia evidenziano una produzione in aumento in Lombardia, dopo la flessione del 2024, ma gli imprenditori si dichiarano preoccupati per il calo della domanda interna ed estera.
Infine, per il comparto delle carni bovine permane una situazione dove la crescita delle quotazioni non è sufficiente a controbilanciare l’impennata dei costi per i capi da ristallo. Nei consumi c’è una lenta ripresa della domanda nazionale.