Bedriacum: scoperta una necropoli
dell’Età del Bronzo
Nel 2024 e nel 2025 sono proseguite le annuali campagne di indagini archeologiche a Calvatone in località Costa di Sant’Andrea, l’antico vicus di Bedriacum. Gli scavi, tuttora in corso, stanno portando alla luce sostanziali novità che cambiano l’immagine e la comprensione del paesaggio antico e della vita quotidiana dell’insediamento attraverso i millenni. Lorenzo Zamboni, Professore associato in Archeologia classica presso l’Università degli Studi di Milano fornisce ulteriori dettagli in merito:
Innanzitutto, una nuova campagna di prospezioni geofisiche (magnetometria e radar) affidate al dott. Guglielmo Strapazzon ha permesso di individuare con precisione le tracce sepolte di nuovi quartieri abitativi del vicus, di infrastrutture antiche (strade, forse un porto fluviale), i limiti dell’abitato e aree a destinazione funeraria. Lo scavo del 2024 all’interno del vicus (area di proprietà provinciale) ha completato l’indagine di un grande magazzino semi-interrato (horreum) costruito in epoca imperiale e rimasto in uso fino al V-VI secolo d.C.
È stata anche scoperta, per la prima volta, una porzione della cloaca, cioè il sistema fognario di Bedriacum di primo impianto: si tratta di un elemento fondamentale in termini di pianificazione urbana e di qualità della vita per una città antica. A una fase tardo-antica appartiene invece un edificio quadrangolare di piccole dimensioni dotato di pozzo in laterizi per la captazione dell’acqua: i confronti e le analisi paleobotaniche ci inducono a ritenere che si tratti di una stalla, la prima riconosciuta come tale a Bedriacum ma probabilmente non l’unica.
Del resto, numerose evidenze suggeriscono che l’economia antica del vicus si fondasse in larga parte sull’allevamento, soprattutto di bovini e di suini, oltre che sui commerci. Il paesaggio circostante era infatti caratterizzato da ampi pascoli e le specie coltivate erano destinate al foraggio più che alla cerealicoltura, mentre i resti faunistici confermano l’abbondanza e la varietà degli animali allevati e cacciati.
La campagna di scavo dell’ottobre 2025 si sta invece concentrando su un’area esterna del vicus, verso sud-est (località Campo del Generale), dove i segnali geofisici mostravano una promettente concentrazione di anomalie: abbiamo quindi messo in luce un tratto di una grande strada romana (la cosiddetta “Vitelliana”), orientata S-SE, che metteva in comunicazione Bedriacum e la Via Postumia con un approdo sul Po, all’altezza di Casalmaggiore.
Una scoperta sorprendente è inoltre la presenza di una necropoli risalente all’Età del Bronzo (prima metà del II millennio a.C.): le sepolture sono caratterizzate da fossati circolari, di grandi dimensioni, ed erano forse coperte in origine da bassi tumuli di terra, come già attestato in alcuni siti della pianura padana. È il primo ritrovamento di questo tipo a Calvatone, anche se già agli inizi del Novecento era stato scoperto, poche centinaia di metri più a nord, un abitato risalente agli inizi della Media Età del Bronzo (Campo Cassio). Il proseguo degli scavi e le analisi dei resti umani e dei materiali consentirà di acquisire maggiori dettagli sulla cronologia e sugli aspetti culturali di questa nuova necropoli”.
Il progetto è condotto dall’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, con la direzione del professor Lorenzo Zamboni, grazie a finanziamenti di ricerca di Ateneo (Fondo Scavi Archeologici) e ministeriali (PRIN 2022). La direzione tecnica dello scavo è affidata al dott. Enrico Croce. Il Comune di Calvatone è partner strategico e cofinanzia annualmente gli scavi, con il supporto del Comune di Tornata che dal 2024 ha generosamente messo a disposizione gli alloggi per gli studenti. Lo scavo è condotto in regime di concessione autorizzata dal Ministero della Cultura attraverso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi (funzionario responsabile dott.ssa Nicoletta Cecchini).
Partecipano attivamente alle attività scientifiche e di valorizzazione numerosi enti e professionisti: l’Università degli Studi di Pavia (archeologia), l’Università degli Studi di Trento (geoarcheologia), L’Università di Modena e Reggio Emilia (paleobotanica), l’Università degli Studi di Firenze (architettura), la dott.ssa Angela Trentacoste, British School at Rome (archeozoologia), il dott. Gugliemo Strapazzon (indagini geofisiche), i Musei di Cremona e il Museo Platina di Piadena. Fondamentali il supporto e la collaborazione del GAL Oglio Po e di Proloco di Calvatone, Seniga Fratelli snc, associazione Anemos, ArcheoVea, associazione Klousios, e del sig. Andrea Puerari.
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