Fiera di San Carlo, la grande
macchina (dietro le quinte) in moto
Siamo abituati a viverla a pieno, tra piazza Garibaldi e vie limitrofe, nella sua veste più festosa e gioiosa: ma cosa c’è dietro la fiera di San Carlo, nella sua preparazione? Anzitutto un’attenzione certosina ai particolari, ai dettagli, resa ancora più importante dopo le normative entrate in vigore in tema di sicurezza da una decina di anni a questa parte.
E poi alcune curiosità, che si possono scorgere leggendo l’albo pretorio del comune casalese, che indica le spese “di preparazione” per così dire dell’evento più importante dell’anno per Casalmaggiore. Ad esempio il divieto di somministrazione di bevande e cibi da asporto in contenitori di vetro o lattine per i quattro giorni di Fiera, dal 1° al 4 novembre, dalle ore 15 alle ore 20; o ancora la dotazione da parte del comune delle cosiddette trombe di emergenza, che altro non sono che particolari strumenti che amplificano il segnale di allarme in caso di necessità, sempre nella speranza che non si debbano mai utilizzare.
Fiera è anche pubblica assistenza e nelle delibere appare, ad esempio, l’ingaggio della Padana Soccorso, onnipresente così come tanti altri volontari – dalla Protezione Civile, alla Croce Rossa, oltre ovviamente alle forze dell’ordine – in piazza e nelle vie che conducono al centro storico. Fiera poi significa posizionamento dei bagni chimici, perché nessun dettaglio resti escluso.
Dentro tutto questo, o meglio prima di tutto questo, ci sono gli incontri che coinvolgono Prefetto, Vigili del Fuoco e ATS, nella cosiddetta Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo, che si riunisce poco prima del via della kermesse per controllare che tutto funzioni e che ogni precauzione sia stata presa. Insomma, noi vediamo le immagini di festa e di divertimenti: dietro però c’è un’organizzazione puntuale e puntigliosa, che passa anche dalla burocrazia delle delibere, tradotte poi in controlli concreti.
Giovanni Gardani