Ospedale Oglio Po, l’allarme
della CGIL: "Medicina in appalto?"
Il segretario FP CGIL Cremona, Luca Dall’Asta, denuncia il rischio di esternalizzazione del reparto di Medicina Generale dell’Ospedale Oglio Po e il progressivo indebolimento del presidio sanitario.
Ospedale Oglio Po: la preoccupazione, ora, è per il reparto di Medicina Generale. A lanciare l’allarme è Luca Dall’Asta, segretario generale FP CGIL Cremona. Una lettura in cui le dichiarazioni circa la centralità e il ruolo futuro della struttura nel territorio si scontrano con il timore di ulteriori indebolimenti del presidio di Vicomoscano.
“Un presidio che, nonostante a parole venga definito “centrale” dalla Direzione – afferma Dall’Asta – nei fatti continua a essere condannato a una lenta agonia, con il rischio concreto di un’ulteriore sentenza dolorosa nel 2026”. Snodo cruciale, per capire prospettive e conoscere lo stato dell’arte, il 15 dicembre. In quella data è in agenda un incontro promosso dal Prefetto di Cremona. Nell’attesa, però, la preoccupazione cresce (anche) per la Medicina Generale:
“Abbiamo casualmente appreso con sorpresa e indignazione di nuovi annunci online per la ricerca di infermieri e di un coordinatore infermieristico da parte di soggetti privati, incaricati di appaltare – diciamolo chiaramente – interamente il reparto di Medicina Generale. La Direzione ha cercato di minimizzare, parlando di “mandati esplorativi”, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti”.
Negli ultimi anni, infatti, l’Oglio Po è stato oggetto di un vero e proprio smantellamento progressivo: accorpamento di Chirurgia e Ortopedia, chiusura del punto nascite, riduzione dei posti letto in Medicina Generale (da 60 a 48), appalto del servizio OSS, le “montagne russe” che hanno interessato il reparto di Cardiologia e la soppressione dell’attività chirurgica di Senologia, giustificata da indicazioni regionali e nazionali.
Pur riconoscendo le difficoltà di reclutamento di personale sanitario a livello nazionale, non possiamo tacere l’assenza di politiche serie di attrattività e di fidelizzazione del personale da parte della ASST, né la mancanza di un vero coinvolgimento degli attori locali, a partire dai sindaci del territorio. Non bastano i concorsi: servono contratti dignitosi (non come quello sottoscritto da altre Organizzazioni Sindacali il 27/10/2025), condizioni di lavoro sostenibili e un chiaro impegno politico per difendere la sanità pubblica”.
Il sindacalista prosegue nella propria argomentazione: “È inaccettabile che la Direzione continui a dichiarare di non voler informare le Organizzazioni Sindacali e i dipendenti sul futuro dell’Oglio Po “perché non vi sono ancora certezze”. Non è credibile. È evidente che il Direttore Generale intenda procedere verso ulteriori appalti, come più volte dichiarato tramite giochi di parole, e che non stia perseguendo l’interesse pubblico, cedendo progressivamente pezzi di sanità pubblica al privato.
Abbiamo già denunciato, in ogni sede, la nostra contrarietà. Il Direttore Generale — che oggi appare più impegnato a promuovere la costruzione del nuovo ospedale di Cremona o a presenziare alle cerimonie di donazione di enti e associazioni — deve essere consapevole che un’ulteriore esternalizzazione di un reparto fondamentale all’Oglio Po rappresenterebbe un fallimento del mandato pubblico di cui è investito. Chi guida un’Azienda Sanitaria pubblica non può restare indifferente di fronte al progressivo e sistematico depotenziamento di un presidio che garantisce assistenza a un intero territorio.
Accogliamo positivamente la notizia della riattivazione dei quattro posti letto della UCC (Unità di Cura Cardiologica) dal 1° novembre, ma questo non basta a nascondere le enormi criticità che restano aperte”. Altro campanello d’allarme per il centro trasfusionale: “Siamo inoltre fortemente preoccupati per la situazione del laboratorio analisi e del centro trasfusionale, dove i prossimi pensionamenti, uniti alla carenza nazionale di tecnici, rischiano di diventare il pretesto per trasferire tutte le attività a Cremona, privando l’Oglio Po di un altro servizio essenziale”.
Nell’argomentazione di Dall’Asta un riferimento anche alla situazione dei dipendenti: “Nel frattempo, il personale è allo stremo. Ferie ridotte, carichi di lavoro insostenibili, rischi concreti per la qualità dell’assistenza e per la sicurezza dei pazienti. Comprendiamo la difficoltà del momento, ma non accettiamo la rassegnazione”.
In chiusura, un appello: “Invitiamo la cittadinanza, le lavoratrici, i lavoratori, i sindaci e tutte le forze del territorio a unirsi nella difesa dell’Ospedale Oglio Po. È giusto che la popolazione sappia quali altri scempi si stanno preparando — perché difendere l’Oglio Po significa difendere il diritto alla salute di tutte e tutti”.
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