Warriors, Merlino alla Camera 
per parlare di sport e inclusione 
            
                          Il presidente dei Warriors è intervenuto al convegno “Un patto per la persona” alla Camera dei Deputati e ha parlato del prossimo obiettivo: realizzare un centro sportivo senza barriere.
 
                          Ha condensato una storia lunga 11 anni: un percorso di vittorie (molte), traguardi raggiunti, titoli conquistati e, come è fisiologico parlando di sport, sconfitte. Un’avventura basata su ideali di responsabilità, libertà, inclusione. Qui, parlando di valori, nel pregresso dei Macron Warriors Sabbioneta, non ci sono mai state battute d’arresto.
Fabio Merlino, presidente e coach del team di Sabbioneta di powerchair hockey e football, ha raccontato il club rossoblù, la sua filosofia, obiettivi e sfide per il futuro alla Camera dei Deputati. Ospite al convegno “Un patto per la persona”, svoltosi a Roma lunedì 27 nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, Merlino ha descritto la genesi di un progetto così rilevante, partito proprio dal Comprensorio Oglio Po. Inizialmente Viadana, ora – da alcuni anni – la casa è Sabbioneta. Cambia il contesto, mai il tenore dei traguardi, ambiziosi, che il club si propone di raggiungere.
Nel futuro c’è un sogno. Una nuova sfida di cui ha parlato il presidente al consesso della capitale: la realizzazione di un centro sportivo. “Un altro grande obiettivo che oggi ci siamo posti, dopo 11 anni, mattoncino dopo mattoncino, e dopo aver creato questa attività, è quello di realizzare un centro sportivo totalmente accessibile, privo di barriere, all’interno di un complesso scolastico, per far sì che scuola, giovani e sport possano convivere in un qualcosa di significativo e di importante.
Sarà sicuramente un impegno importante, ma l’obiettivo da raggiungere è questo: realizzare un centro da mettere a disposizione di chiunque voglia praticare i nostri sport in un contesto come quello che ho descritto, soprattutto senza barriere, perché purtroppo ancora oggi la tematica delle barriere è presente.”
“Le nostre discipline – ha continuato Merlino – sono riservate a ragazzi e ragazze con patologie neuromuscolari. La particolarità dei nostri sport è proprio questa: atleti che nel quotidiano hanno una ridottissima mobilità fisica, si possono muovere in campo senza alcun tipo di problematica e difficoltà. Undici anni fa non c’era niente (o molto poco)”.
Non mancavano progetti, ambizioni, idee, come ricordato dal presidente dei Warriors alla Camera dei Deputati: “Siamo nati 11 anni fa con l’obiettivo di portare nel nostro territorio queste discipline per dare un’opportunità in più a quei ragazzi e ragazze che, finita la scuola, dovevano – e devono – impegnare le giornate. Siamo partiti dal nulla, avevamo quattro atleti. Quest’anno siamo riusciti ad averne diciotto.
Questo per dimostrare come la nostra società lavori ogni giorno cercando di coinvolgere sempre di più ragazzi, ragazze e anche bambini, perché un’altra particolarità delle nostre discipline è proprio che non esiste limite di età e di genere. Uomini e donne giocano insieme partecipando a un campionato nazionale, a dimostrazione di quanto sia ampio il concetto di inclusione.
Stiamo costantemente lavorando per far sì che ci possano essere sempre più atleti e giovani che vogliono mettersi in gioco superando la propria disabilità. Lo dico con cognizione di causa, avendolo vissuto sulla mia pelle. Io ho smesso di giocare da due anni e mezzo e a me è servito tantissimo fare sport e mettermi in gioco.
Credo debba essere un’opportunità che chiunque debba almeno provare una volta nella vita. Uno degli scopi della nostra società è quello di andare nelle scuole, cercare di far conoscere, divulgare tantissimo e far praticare ai ragazzi. Devo dire che nel nostro piccolo ce la stiamo facendo; certo, l’impegno deve sempre essere costante e non deve mai mancare da parte di nessuno”.
Lorenzo Costa
 
                          