Cronaca

Scommetto che smetto: il progetto
rilancia con la 6° edizione

Il progetto contro il gioco d'azzardo patologico coinvolge studenti e varie realtà del territorio in attività educative e comunicazione sociale per sensibilizzare sul fenomeno della ludopatia.

Sul territorio casalasco-viadanese prosegue con successo il coinvolgimento attivo di ragazze e ragazzi nella promozione del contrasto al gioco d’azzardo patologico. E’ un’azione in cui credono le 27 amministrazioni dell’Ambito Oglio Po, unitamente ai partner del progetto “Scommetto che smetto” che è promosso dall’Azienda Speciale Consortile Oglio Po e dal Consorzio Casalasco Servizi Sociali ed è finanziato dalla sesta annualità del Piano GAP di ATS Val Padana.

Dopo un’estate che ha visto la partecipazione dei Giovani Ambassador contro il gioco d’azzardo patologico in vari eventi sul territorio – dallo SlotMob a Mantova, alla serata Azzardiamoci a Bozzolo, al Festival della Salute a Casalmaggiore – è stato attivato nel mese di novembre un nuovo percorso formativo al Polo Romani di Casalmaggiore.

L’obiettivo è duplice: responsabilizzare gli studenti perché agiscano come vere e proprie “sentinelle” nelle loro comunità contro l’azzardo e coinvolgerli nella campagna di comunicazione avviata in via sperimentale lo scorso anno da oltre sessanta loro coetanei (tra cui studenti del Polo Romani, scout e giovani della webradio di Bozzolo).

Il laboratorio di comunicazione sociale dedicato al tema del gioco d’azzardo patologico, coordinato da Ascop, Concass e da CSV Lombardia Sud ETS, si è svolto all’I.I.S Romani dal 5 al 14 novembre e ha coinvolto in un percorso di Formazione Scuola Lavoro (già PCTO) le classi 5A e 5B dell’indirizzo professionale servizi per la sanità e l’assistenza sociale. Gli studenti, quasi una cinquantina, hanno partecipato attivamente a momenti di formazione con esperti, a discussioni guidate e ad attività di produzione multimediale.

Hanno incontrato il disegnatore Gianluca Foglia, autore della prima edizione della campagna “Scommettochesmetto” e sotto, la guida dei tutor Daniele Goldoni e Alessandra Mariotti e della docente Katia Bernuzzi, hanno realizzato le interviste agli esperti del SerT di Casalmaggiore-Asst Cremona (Simone Zaltieri psicologico e psicoterapeuta e Federica Scaglioni assistente sociale) e al professionista dello SMI Gli Astronauti di Fondazione Arca (l’educatore Lorenzo Carra). Si sono inoltre confrontati con il dott. Claudio Forleo di Avviso Pubblico co-autore della pubblicazione Lose for life. Come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo e con Giuseppina Nosé referente della rete NO SLOT Mantova.

Tante le sfaccettature emerse sul complesso tema della dipendenza da gioco d’azzardo: dai fattori di rischio ai segnali d’allarme, dal tipo di supporto da dare a un amico o familiare, al mondo online dove soprattutto i giovanissimi vengono sempre più invogliati a scommettere. Il laboratorio è stato per gli studenti un’esperienza di crescita e di acquisizione di consapevolezza sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico, che poi si è tradotta nella realizzazione di messaggi multimediali di sensibilizzazione: i podcast e i video in reel realizzati da ragazzi e ragazze del Polo Romani saranno pubblicati nelle prossime settimane sui canali social di Ascop e Concass  e diffusi all’intera comunità dell’Oglio Po.

LA DICHIARAZIONE DELLA DIRIGENTE DELL’ I.I.S. G. ROMANI DANIELA ROMOLI

“Sono  orgogliosa del lavoro che gli studenti stanno svolgendo. Il progetto “Scommetto che smetto” rappresenta un’esperienza formativa di grande valore, capace non solo di arricchire le loro competenze professionali nel percorso di Formazione Scuola Lavoro (già PCTO), ma soprattutto di renderli cittadini consapevoli e protagonisti attivi del benessere della propria comunità. Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno complesso e in crescita, che richiede attenzione, conoscenza e responsabilità.

Vedere i ragazzi impegnarsi con maturità, sensibilità e creatività durante gli interventi degli esperti, nei dibattiti e nella realizzazione degli elaborati rivolti alla prevenzione è un risultato che conferma quanto la scuola possa essere un luogo di partecipazione e di prevenzione sociale.

Colgo l’occasione per ringraziare  i partner del progetto, gli esperti coinvolti e i docenti che hanno accompagnato gli studenti in questo percorso:  la collaborazione tra scuola, istituzioni e territorio si dimostra ancora una volta una risorsa fondamentale per costruire comunità più consapevoli e inclusive. Ai nostri studenti va il merito di saper trasformare conoscenze e riflessioni in messaggi efficaci e destinati a raggiungere l’intera comunità. Sono un esempio concreto di come i giovani possano essere promotori di cambiamento”.

redazione@oglioponews.it

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