Cannetese-Castelverde insulto
razzista? Oggi il Giudice Sportivo
Un insulto a sfondo razziale, la denuncia della Cannetese. Un insulto, e basta, in un momento di rabbia, la replica del Castelverde. La partita che degenerare, una rissa che inghiotte tutto, anche una bella gara che era sul 3-2 a favore dei mantovani. Così è finita, sospesa a un quarto d’ora dalla fine, la sfida di Seconda categoria girone H, che dopo quelli via social ora avrà strascichi importanti nella Giustizia Sportiva, chiamata a decidere con il comunicato in uscita giovedì: gara da riprendere nel quarto finale o sconfitta a tavolino per l’una o l’altra squadra?
A Canneto denuncia l’insulto razzista, il terzo in pochi mesi, con il calciatore preso di mira, Mohamed Tall, che ha chiesto di essere sostituito e vorrebbe smettere di giocare. La società, interpellata, preferisce non parlare, preferendo aspettare il pronunciamento del Giudice Sportivo ma denunciando l’antisportività del Castelverde, che non vuole prendersi le proprie responsabilità.
La società ricorda anche un episodio di presunta scorrettezza attribuito al Castelverde e risalente a tre stagioni fa: durante un contropiede della Cannetese, qualcuno dalla panchina avversaria avrebbe lanciato un secondo pallone in campo per interrompere l’azione. Un fatto meno grave dell’attuale caso, ma comunque indicativo — secondo la Cannetese — di un atteggiamento antisportivo.
Il Castelverde, dal canto suo, ha replicato attraverso i social respingendo ogni accusa: «Condanniamo con fermezza gli attacchi verbali rivolti oggi ai nostri tesserati, che mettono in ombra il nostro impegno e i valori in cui crediamo. Difendiamo i nostri giocatori da interpretazioni affrettate e prive di fondamento. Non c’è stato alcun insulto razziale, casomai una parola di troppo male interpretata».
Il presidente Adriano Arcari ha inoltre sottolineato l’attenzione del club al piano sociale: «Promuoviamo da sempre l’integrazione. La nostra Juniores è multietnica e sabato scorso l’allenatore ha fatto le convocazioni in inglese proprio per rimarcarlo. Molti dei nostri ragazzi vivono situazioni difficili e li sosteniamo anche fuori dal campo. Non accettiamo di essere dipinti come razzisti».
Arcari ha poi richiamato il regolamento federale: «Se fosse stato pronunciato un insulto razzista — ha spiegato — l’arbitro avrebbe espulso il responsabile, con una squalifica minima di due anni. Invece sono stati allontanati due giocatori e due dirigenti della Cannetese, e nessuno dei nostri. Questo significa che il direttore di gara non ha percepito alcuna offesa di quel tipo».
La partita è stata sospesa dall’arbitro Regato dopo l’espulsione di Okosun (Cannetese), un provvedimento che non è bastato a riportare la calma in campo. Con il clima ormai degenerato, il direttore di gara ha deciso per la sospensione definitiva. Al momento dell’interruzione, la Cannetese era in vantaggio 3-2, un risultato fondamentale nella lotta per la salvezza.
Ora la decisione passa al giudice sportivo, che dovrà esaminare il referto arbitrale, eventuali testimonianze e soprattutto ciò che l’arbitro dichiara di aver udito. Le ipotesi in valutazione sono tre: riprendere la gara dal 75’, riconoscere l’insulto e assegnare il 3-0 a tavolino contro il Castelverde, oppure decretare un doppio 3-0 a tavolino se si riterrà che entrambe le squadre abbiano impedito il regolare svolgimento del match.
Giovanni Gardani