Guerra del Latte,
avanti a oltranza
Coldiretti attacca

C’è la volontà di alimentare tensioni nel Paese con la provocatoria offerta di un centesimo in più per litro di latte che umilia il lavoro quotidiano degli allevatori italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti alla conclusione del tavolo sul latte con Assolatte al Ministero delle Politiche Agricole. Si vuole deliberatamente destabilizzare il sistema – denuncia la Coldiretti – proprio nel momento in cui la ripresa dei consumi, dell’economia e dell’occupazione fa ben sperare anche per l’agroalimentare che è la principale voce di spesa dei cittadini. Si rischia di annacquare – precisa la Coldiretti – i buoni risultati per il settore agricolo realizzati con la legge di stabilità varata dal Governo Renzi. Una comoda sponda per le forze che non credono nel Paese e vogliono mantenere bloccata l’Italia. Si tratta di una chiara dimostrazione che la multinazionale francese Lactalis, proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli e Invernizzi, insieme ad altri industriali vuole colpire il vero Made in Italy, fatto con latte italiano.
Sembrano prevalere – spiega la Coldiretti – le ragioni di un patto scellerato tra Lactalis, quota parte dell’industria e i grandi traders del latte, per puntare sulla produzione straniera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altri Paesi Europei. Il disegno è chiaramente quello – precisa la Coldiretti – di far chiudere il maggior numero di stalle per dimezzare la produzione italiana e lucrare sull’importazione di latte da Paesi con meno controlli e bassa qualità. La Coldiretti non permetterà che questo accada e alza il livello della mobilitazione per difendere le stalle, il lavoro, il territorio da coloro che non rispettano la legge e vogliono umiliare il Paese. Gli allevatori della Coldiretti chiedono che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l’analisi ufficiale effettuata dall’Ismea in attuazione della legge 91 del luglio 2015 che prevede l’obbligo di contratti a dodici mesi.
Intanto centinaia di litri di latte saranno donati venerdì mattina ai cittadini cremonesi – dalle ore 9,30 in piazza Stradivari a Cremona – per evidenziare le ragioni della battaglia di Coldiretti a difesa del latte e delle stalle italiani. E’ questa la tappa cremonese della ‘guerra del latte’, che ha visto migliaia di allevatori (e fra questi numerosissimi cremonesi) ‘assediare’ il centro di distribuzione Lactalis di Ospedaletto Lodigiano (per denunciare il comportamento della multinazionale, che sottopaga il latte agli allevatori, ben al di sotto dei costi di produzione, ma non abbassa i prezzi richiesti alle famiglie italiane) e poi proseguire davanti ai supermercati di tutta Italia (dove gli allevatori hanno portato anche le loro mucche), per continuare nelle scuole e nelle piazze, incontrando i cittadini di tutte le età, rafforzando l’alleanza a difesa dei prodotti autenticamente Made in Italy.
La distribuzione del latte organizzata da Coldiretti Cremona, in collaborazione con Latteria Soresina, si pone all’interno dell’uscita straordinaria del Mercato di Campagna Amica in piazza Stradivari, domani venerdì 13 novembre, nella Festa del patrono sant’Omobono. “Chiediamo a tutti i cittadini di aiutarci a salvare le nostre stalle, i nostri territori, il patrimonio di genuinità, sicurezza e trasparenza del vero Made in Italy – evidenzia Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Per questo proseguiamo nella nostra battaglia, che vuole veder riconosciuto il giusto prezzo per il latte italiano e che chiede che su tutti i prodotti che portiamo in tavola sia indicata l’origine”.
Un documento a firma di Coldiretti evidenzia i punti salienti della battaglia. “Si sostituisce nei formaggi venduti come italiani il nostro latte con latte di provenienza sconosciuta, senza l’indicazione dell’origine in etichetta e senza trasparenza sugli ingredienti utilizzati. Oggi solo una busta di latte UHT su 4, vendute in Italia, contiene latte italiano” denuncia Coldiretti, aggiungendo che “mentre le nostre stalle chiudono, le industrie utilizzano semilavorati di provenienza straniera (cagliate, caseine e caseinati) per produrre formaggi, yogurt e mozzarelle, spacciandoli per Made in italy. Una mozzarella su due consumate in Italia oggi è prodotta con cagliate straniere”.
“Si paga il latte agli allevatori pochi centesimi, meno di quanto costa produrlo, ma intanto si lascia inalterato il prezzo richiesto ai consumatori, che è fra i più alti livelli in Europa – evidenzia Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cremona –. Basti dire che, dall’inizio della crisi, in Italia hanno chiuso più di tre stalle al giorno, con 32.000 posti di lavoro persi. Per tutte queste ragioni non possiamo fermarci in una battaglia che è buona e giusta, per la nostra agricoltura e per tutte le persone che vogliono bene al nostro Paese”.
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