Cronaca

Ponte, da Parma pessime notizie tutto in alto mare, ci vorrà un mese solo per le indagini

“Una volta ricevute le risultanze delle indagini più approfondite, che richiederanno non meno di un mese - si legge nella relazione finale - sarà possibile definire gli interventi che saranno necessari con i relativi costi”

Un mese di indagine, e solo per capire cosa si deve fare. Un’indagine che prevede la messa a nudo dei cavi di precompressione in 77 travi del ponte principale e sulla totalità delle travi dei due fornici disgiunti dal ponte principale (16 travi, 8 più 8) per complessive 93 travi. La ricostruzione della geometria delle campate 26 e 35, campate tampone di tipologia diversa dalle tipologie prevalenti e la ricostruzione dei fornici in corrispondenza della rampa sud di accesso al ponte.

In parole povere: ancora nulla sull’intervento, siamo ancora in alto mare, un mese di indagini con possibili sorprese e data d’inizio lavori e di conseguente apertura procastinata nel tempo. Le notizie arrivate da Parma non sono delle migliori, per usare un eufemismo. Queste le notizie giunte dalla sala Primo Savani della Provincia di Parma: per il territorio casalasco e cremonese erano presenti il vicesindaco di Casalmaggiore Vanni Leoni e i primi cittadini di Piadena Ivana Cavazzini e di San Daniele Po Davide Persico, oltre ovviamente a Davide Viola, presidente della Provincia di Cremona e al suo omologo Filippo Fritelli per Parma.

“Una volta ricevute le risultanze delle indagini più approfondite, che richiederanno non meno di un mese – si legge nella relazione finale – sarà possibile definire gli interventi che saranno necessari con i relativi costi”. Non diamo cifre, anche se qualcuna è circolata nella sede della conferenza stampa di piazza della Pace a Parma, ma la spesa sembra essere ingente. “Diverse centinaia di migliaia di euro” le previsioni fatte in conferenza stampa dai vertici provinciali. Da qui l’appello alle regioni Lombardia ed Emilia Romagna, ma anche al Ministero delle Infrastrutture, perché i soldi a disposizione delle Province sono ovviamente insufficienti. Un tema, quest’ultimo, ripetuto più volte da tutti i presenti e dai due presidenti degli enti provinciali in particolare.

Tra le ‘contromisure’ di cui si è parlato – in previsione di tempi lunghi – il potenziamento dei trasporti su rotaia, la possibilità di istituire un traghetto per le persone e l’ipotesi paventata di aprire il ponte alle biciclette. Non è stata scartata (tra i principali fautori il sindaco di Sorbolo Nicola Cesari) l’ipotesi del ponte in barche e del coinvolgimento del genio pontieri vista l’estrema gravità della situazione.

Altra misura – legata alle effettive condizioni del ponte – è quella se sarà possibile, dell’istituzione di un bus navetta leggero, in grado di trasportare le persone da una parte all’altra del fiume. Al momento resta un’ipotesi in attesa di verifica dell’effettiva gravità dei danni della struttura. Intanto venerdì è previsto un nuovo vertice, stavolta a Casalmaggiore dunque sulla sponda cremonese, alla presenza anche di Regione Lombardia con gli assessori Alessandro Sorte e Gianni Fava. Per il momento, e per i prossimi mesi, l’impressione è che sia meglio puntare al treno: lo abbiamo fatto anche noi, mettendo in conto cronici ritardi, anche se tutto sommato così male non è andata. Almeno stavolta…

Giovanni Gardani – Nazzareno Condina

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