Via Combattenti, c'è un progetto di massima. Nell'attesa nipponica tutto resta così com'é
Certo, è ancora un progetto di massima destinato magari a mutare quando e se lo stesso diverrà definitivo, ma quantomeno ci si è provato a dare delle risposte ad un'area che quelle risposte le aspetta da vent’anni.

CASALMAGGIORE – Ai giapponesi piacendo, via Combattenti avrà una nuova viabilità e – forse – dopo 20 anni di tentennamenti, risolverà (o quantomeno proverà a diminuire) i problemi relativi alla sicurezza dell’area – tre scuole, zona residenziale ed una fabbrica nel mezzo, con tutti i problemi connessi. Il tutto ad eventuale costo zero per l’amministrazione. Il tutto vedrà un radicale cambiamento della fisionomia dell’area, con l’introduzione di quattro stalli camion di fronte all’accesso del fabbricone, una curva a sinistra con l’arretramento di una ventina di metri dello stop attuale su via Roma.
Certo, è ancora un progetto di massima destinato magari a mutare quando e se lo stesso diverrà definitivo, ma quantomeno ci si è provato a dare delle risposte ad un’area che quelle risposte le aspetta da vent’anni. La mozione presentata dal Listone relativa a via Combattenti, divisa in due tranches è stata comunque respinta (ha votato a favore la minoranza e si sono astenuti in contrarietà al pensiero non sul progetto, ma sull’anomalia della fabbrica in area urbana della propria maggioranza il consigliere Giuseppe Scaglioni ed Orlando Ferroni).
Nell’attesa il codice della strada in via Combattenti resterà carta igienica, come da sempre. I camionisti sono stranieri (difficile sanzionarli secondo l’amministrazione anche se il consigliere Pierluigi Pasotto ha fatto notare che diversi camionisti stranieri lavorano per imprese italiane), la presenza della forza pubblica sarebbe solo un palliativo, le regole non si applicano e si resta in attesa che dall’impero nipponico la multinazionale proprietaria della fabbrica dia il suo assenso all’operazione.
E’ andata così, ieri sera in consiglio comunale. Una quasi (forse) vittoria per chi chiedeva un cambiamento radicale, una certa sconfitta per chi invece chiedeva l’applicazione in toto delle norme del codice della strada che sono violate – in consapevolezza del consiglio comunale tutto – ogni santo giorno lavorativo, da vent’anni.
“E’ una situazione che va avanti da decenni – ha spiegato il sindaco Filippo Bongiovanni, dopo aver ascoltato la lucida analisi di tutte le norme violate in un sol colpo dai camionisti che gravitano nell’area fatta dall’estensore della mozione Alessandro Rosa – a cui nessuna amministrazione è riuscita a porre mano”.
Anche il vicesindaco Vanni Leoni ha parlato di criticità evidenti, e dell’anomalia della presenza delle scuole e della fabbrica in un area concentrata. Sempre Bongiovanni ha fatto la cronistoria di una questione “Che avevamo cominciato ad affrontare già nel 2014”. Allora vi era stato il tentativo di porre mano alla questione ma poi, subentrati problemi di altra natura, ci si era fermati. Problemi sindacali, legati ai contratti di lavoro che avevano reso la sicurezza questione di secondaria importanza. “Negli anni si sono prospettate diverse soluzioni, sino ad arrivare, con Biffi e Favalli, alla soluzione attuale che è stata presentata ai dirigenti locali della fabbrica che si sono detti disponibili in subordine a quello che avrebbe deciso la proprietà giapponese a cui la questione è stata sottoposta”.
L’unione tra pubblico e privato nella risoluzione dei problemi è stata elogiata come modus operandi sia dal vicesindaco che dalle minoranze, che hanno apprezzato in linea di massima il progetto. Al termine della discussione c’è stato il tentativo di far ritirare la mozione al Listone, tentativo che ha fatto vacillare, ma non cedere il gruppo guidato da Alessandro Rosa. I consiglieri Scaglioni e Ferroni hanno parlato di un’anomalia evidente, la fabbrica in città, che è il vero problema dell’area e che, nel pur apprezzabile contesto di un progetto nuovo di sistemazione, resterà comunque un’anomalia e nel momento del voto si sono astenuti.
Apprezzabile, dunque, il tentativo di risolvere la questione. Un po’ meno il fatto che comunque la mozione chiedeva anche altro. Il rispetto delle più elementari norme di sicurezza ed il rispetto delle norme di un codice della strada che resterà inapplicato – così come lo è al momento – con buona pace di tutti.
Ai nipponici piacendo – sono loro che devono aprire il portafoglio – alla questione verrà posta mano. Nel frattempo l’area resta il far west che è. Con la chiusura di un occhio, e a volte anche due, da parte della forza pubblica sulle violazioni. Con la sensazione di scarsa, scarsissima sicurezza, che c’è adesso. La terra del vuoto normativo, con una fabbrica che c’è da cent’anni, scelte scellerate di chi – non è responsabilità di questa amministrazione ma di tutte quelle che sino a vent’anni fa hanno deciso di far proseguire lì la città mettendola a cavallo di una fabbrica che c’è da cent’anni – ha voluto che l’area residenziale e di servizi si sviluppasse così.
Sarebbe stato importante dare un segnale chiaro di rispetto della legalità in una via al momento martoriata da tutti i problemi che ci sono. Così alla fine non è stato. Il voto – concentrato su un progetto che comunque, ne va dato atto all’amministrazione, coraggiosamente affronta la questione – ha sancito altro. Non resta che attendere un futuro prossimo venturo in cui il destino forse sarà migliore – ed il codice diverrà importante – nelle lande di confine.
Nazzareno Condina