Cronaca

Ponte, spunta una seconda ipotesi: bypass e struttura parallela alla vecchia

La struttura partirebbe direttamente dal punto più alto, all'altezza dello stradello che collega la provinciale con la palestra della Canottieri Eridanea per poi correre parallelo all'attuale ponte e reinnestarsi alla provinciale.

CASALMAGGIORE – Un bypass, che parte dalla salita al ponte subito dopo la rotonda e si reinnesti al ponte stesso laddove la struttura poggia al terrapieno. Emerge oggi, ad un giorno di distanza dal sopralluogo della Janson Bridging a Casalmaggiore, la seconda delle ipotesi prese in considerazione per il progetto del ponte alternativo portato avanti da Orlando Ferroni. La struttura come detto, partirebbe direttamente dal punto più alto, all’altezza dello stradello che collega la provinciale con la palestra della Canottieri Eridanea per poi correre parallelo all’attuale ponte e reinnestarsi alla provinciale dove la struttura non presenta – per ovvie ragioni non essendo sopraelevata ma poggiata sul terrapieno – danni. Questa seconda ipotesi è stata suggerita da un imprenditore casalese, Stabili, presente nel sopralluogo, ed accolta con interesse dalla Janson Bridging impegnata nello studio e nella progettazione di un’ipotesi di infrastruttura, nel caso la vecchia dovesse rimanere chiusa per lungo tempo. Una soluzione più economica dei 2,1 km prospettati dalla prima ipotesi, quella che dalla banchina dell’area portuale dismessa arriva sino alla sponda parmigiana, che presenterebbe ulteriori vantaggi, e non di poco conto. Intanto un quarto di ‘costruzione’ in meno, 1.5 km di struttura. Non si dovrebbero superare, con soluzioni tecniche anche onerose, i problemi del passaggio in golena in area parmense e i tempi di realizzazione si accorcerebbero a meno dei sei mesi (di cantiere) previsti per la prima soluzione. “Ho chiesto comunque entrambe le soluzioni, considerando anche l’ipotesi che mi invieranno del ponte di barche. Che loro riuscirebbero a fare a breve, ma che tra le ipotesi sarebbe comunque, seppure la più economica, quella che creerebbe maggiori problemi perché legata all’altezza del fiume”. Oggi intanto la Janson Bridging ha chiesto la disponibilità delle tavole tecniche e dei rilievi già a disposizione di uffici ed enti preposti. L’idea è sempre quella di portare sul tavolo degli amministratori una o più proposte, nell’eventualità, neppure tanto remota, che i danni fossero talmente gravi da non consentire la percorrenza sull’infrastruttura sulle quali riflettere. Il consigliere comunale spiega che anche sulla questione ‘economica’ sulla quale ancora non si sa nulla al di là dei “Non saranno centinaia di milioni di euro” dell’ingegnere presente due giorni fa a Casalmaggiore, il problema potrebbe essere meno complesso dell’ipotizzabile. La Janson Bridging è leader europea, ed una delle maggiori aziende mondiali, in questo tipo di operazioni, in grado di fare prezzi concorrenziali. Che non saranno comunque bassi ma andranno valutati con la prospettiva dell’isolamento e della morte lenta di un territorio se il ponte dovesse rimanere chiuso per lungo tempo. “Io poi non so che ne sarà di tutto questo mio lavoro, non sono io a prendere le decisioni. Ma è la dimostrazione che al di là dello scoraggiamento che ho visto in molti sin dai primi giorni e il sorriso di chi aveva preso la mia proposta come quella di un matto, la cosa è fattibile. Si può fare insomma, non possono più dire che non ci sono possibilità di affrontare i problemi. E che non mi si venga a dire che una soluzione è quella di riaprirlo a zig zag in maniera parziale, evitando i punti pericolosi. A campo minato ci giocavo da bambino, poi ho smesso”.

Nazzareno Condina

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...