Ponti sul Po, ecco 35 milioni di euro: il Decreto Fiscale diventa legge alla Camera
Ora il tempo per il riparto e l’assegnazione delle risorse alla Provincia di Parma non supererà i due mesi, ma vista l’emergenza si mira a chiudere la partita in un mese, al massimo un mese e mezzo. Il Decreto Fiscale è divenuto legge con 237 sì della maggioranza che sostiene il governo Gentiloni, 156 no e tre astenuti.

ROMA – Mancava soltanto il sì della Camera dei Deputati: un sì scontato, ma comunque necessario per sbloccare i fondi per i ponti sul Po. La cifra è quella indicata già in passato, 35 milioni di euro per i 70 ponti sul Grande Fiume. Non tutte e 70 le strutture necessitano di manutenzione, sia chiaro, ma al di là del riparto, ossia della distribuzione, dei finanziamenti, che verrà effettuata in un secondo momento, quel che conta è che vi siano, nell’emendamento presentato al Decreto Fiscale, i 5 milioni di euro necessari per risistemare e allungare di qualche anno la vita dell’ammalorato ponte sul Po di Casalmaggiore. Se servirà qualcosa in più, ha lasciato intendere il senatore Luciano Pizzetti, servirà rimodulare il preventivo per pescare dai 35 milioni di euro complessivi, tenendo conto che nessuno dei ponti sul Po è in condizioni peggiori di quello di Casalmaggiore. Anche perché sui lavori al manufatto di San Daniele Po verrebbero poi destinati i fondi già stanziati da Regione Lombardia e che presto dovrebbe stanziare anche Regione Emilia Romagna.
Il vero ostacolo era rappresentato dal Senato, dove il Decreto Fiscale è passato il 16 novembre con una serie importante di emendamenti. Alla Camera l’esito positivo, giunto giovedì nel primo pomeriggio, era atteso, ma si tratta comunque di una data importante, perché consente ora di poter accelerare le successive procedure. Tra queste, le più immediate sono quelle che porteranno a distribuire questi fondi: solo quando infatti i finanziamenti saranno destinati ad ogni singola opera (Pizzetti aveva indicativamente parlato di un periodo compreso tra le festività natalizie e l’Epifania) potranno essere istruiti bandi e dunque si potrà dare il via all’iter che, senza eventuali scorciatoie legate alla richiesta dello stato di emergenza, durerà all’incirca 8 mesi, rispettando il codice degli Appalti rinnovato dopo le richieste dell’Autorità Anticorruzione con Raffaele Cantone in prima linea. Il tempo per il riparto e l’assegnazione delle risorse alla Provincia di Parma non supererà comunque i due mesi, ma vista l’emergenza si mira a chiudere la partita in un mese, al massimo un mese e mezzo. Il Decreto Fiscale è divenuto legge con 237 sì della maggioranza che sostiene il governo Gentiloni, 156 no e tre astenuti.
Giovanni Gardani