Cingia, bullizzato e pestato per pochi spiccioli con aggravante dell'odio razziale: fermati 4 minori
Dalle indagini è emerso un quadro probatorio grave a carico dei 4 minorenni, probabilmente convinti di poter commettere qualunque prevaricazione nei confronti dei ragazzi più piccoli e di farla, comunque, franca.

CINGIA DE’ BOTTI – Un’importante operazione di servizio condotta dai carabinieri della Stazione di Scandolara Ravara è stata portata a termine lo scorso fine settimana nell’ambito della giurisdizione di quel comando. Sul campo, ad operare fin dalle prime ore di sabato 16 maggio, i militari della Compagnia di Casalmaggiore, supportati dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cremona. L’attività, avviata dai Carabinieri della Stazione di Scandolara Ravara nel mese di luglio scorso sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Brescia, ha permesso di porre fine ad una serie di gravi reati commessi da 4 minorenni, tutti residenti nella provincia cremonese, uno dei quali era un frequentatore delle chat della baby gang scoperta con l’operazione del 2019 “Cremona Dissing” dei Carabinieri del capoluogo, che presenta diverse analogie con l’attività d’indagine odierna.
Nella notte di sabato scorso i militari hanno dato esecuzione a 4 misure cautelari della permanenza domiciliare, emesse dal GIP presso il Tribunale dei minori di Brescia per rapina, tentata estorsione, lesioni personali aggravate, percosse e violenza privata aggravata dall’odio razziale. Le vittime del quartetto erano alcuni loro coetanei della zona, tutti dodicenni all’epoca dei fatti, avvicinati ed aggrediti presso l’oratorio del paese, la palestra comunale o i giardini pubblici per asportargli, sotto minaccia di ritorsioni se avessero denunciato i fatti, piccole somme di denaro o semplicemente per “dargli una lezione”. È stato un familiare di una delle vittime che, intuendo la gravità della situazione non riconducibile ad ordinarie scaramucce adolescenziali, è riuscito a raccogliere le confidenze del ragazzino che appariva sempre più turbato per poi denunciare i fatti ai militari dell’Arma.
Dalle indagini è emerso un quadro probatorio grave a carico dei 4 minorenni, probabilmente convinti di poter commettere qualunque prevaricazione nei confronti dei ragazzi più piccoli e di farla, comunque, franca. Il primo episodio di questa brutta storia, si è verificato l’anno scorso durante un caldo pomeriggio del mese di luglio. In quell’occasione, presso un parco pubblico di un tranquillo comune del casalasco, Cingia dè Botti, il più intraprendente dei minori fermati non aveva avuto alcuno scrupolo ad aggredire a calci e pugni un ragazzino del luogo, per rubargli i € 5 che custodiva nel proprio portafoglio.
A distanza di qualche giorno, incontratolo nuovamente presso lo stesso parco comunale, decideva di aggredirlo e rapinarlo una seconda volta, asportandogli, anche in quell’occasione, tutto il denaro che aveva con sé: € 2,50. Nei giorni seguenti, sempre lo stesso soggetto, dopo aver inviato tramite WhatsApp, vari messaggi minacciosi alla stessa vittima, si era presentato sotto casa di quest’ultima, cercando di estorcergli altro denaro con esplicite minacce senza però riuscire nell’intento per la presenza di un familiare del ragazzino.
Nel mese di settembre scorso, sempre l’autore delle gesta appena descritte, aveva nuovamente aggredito, minacciato e rapinato la sua vittima preferita, questa volta sotto casa ed in concorso con un complice più giovane. Nell’occasione, gli aveva asportato lo zainetto e la somma di € 2, ma, non soddisfatto di quanto racimolato, lo aveva raggiunto, in un secondo momento, presso l’oratorio del paese per “dargli una lezione più pesante”. Infatti, dopo averlo rinchiuso all’interno di una stanza, lo aveva picchiato con calci e pugni al volto ed alle gambe, mentre il complice si era preoccupato di trattenere con la forza due amici della vittima, impedendogli di intervenire in sua difesa. A seguito della violenta aggressione, la vittima era stata costretta a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale di Casalmaggiore che emettevano una prognosi di 10 giorni per “trauma facciale”.
Nel mese di ottobre scorso, il protagonista (in negativo) di tali reati, questa volta in concorso con altri due complici anch’essi minori, individuava una nuova vittima da colpire, anch’egli dodicenne della zona. Alla prima occasione favorevole il gruppetto lo avvicinava per la strada insieme ai due complici e gli rapinava la somma di € 2. Infine, l’ultimo episodio che ha per protagonista il “capetto” del gruppo, in concorso col suo primo complice, è avvenuto a fine ottobre scorso presso una palestra della zona. Questa volta, nessuna rapina è stata commessa, ma i due hanno fatto di peggio, prendendo di mira un ragazzino di origine straniera, insultandolo con frasi dettate dall’odio razziale e colpendolo con calci e pugni. Quindi, soddisfatti della loro “impresa” minacciavano la vittima di guai ben peggiori se avesse rivelato a qualcuno il pestaggio subito.
Questi i contorni della vicenda sui quali hanno fatto luce le indagini dei militari dell’Arma. Il quadro emerso risulta di rilevante gravità, indipendentemente dall’esiguo bottino racimolato con le rapine, così come confermato dal provvedimento cautelare emesso dal GIP di Brescia. Dal contesto descritto, appare evidente il pericolo di reiterazione del reato da parte dei 4 minori che hanno dimostrato la capacità di associarsi per agire con gravi condotte, persecutorie e prevaricatrici nei confronti di ragazzini più piccoli, con un atteggiamento di totale sopraffazione assunto nei confronti delle vittime sempre inermi.
Per loro, ora, inizierà un lungo e difficile percorso, finalizzato a fargli comprendere la gravità delle proprie azioni, destinato a concludersi davanti al Tribunale dei minori di Brescia. Dal comando dei Carabinieri di Casalmaggiore riferiscono che l’epilogo della vicenda deve, ancora una volta, far riflettere e comprendere a tutti coloro che si dovessero trovare in situazioni analoghe, vittime di reati e di atti di bullismo, che la soluzione per superare queste brutte situazioni esiste ed è una sola: “Rivolgersi alle Forze dell’Ordine e denunciare senza alcun timore”.
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