Addio a Lino Corradi: per oltre 40
anni figura di riferimento in comune
Lino Corradi lascia la moglie e i figli Cristian e Micol, oltre a due nipoti. Ma lascia soprattutto la sua amata città e il suo amato territorio: la firma in calce a molte carte d’identità - quelle vecchio stile - sono ciò che rimane, come segno tangibile del suo passaggio.

Aveva lasciato un messaggio pochi giorni fa, pochi attimi prima di entrare in ospedale a Cremona. Lo aveva fatto su Facebook, strumento che magari non amava, ma che gli serviva per dispensare perle di cultura, perché Lino Corradi, classe 1954, è stato prima di tutto un grande amante di Casalmaggiore e del Casalasco.
Lino Corradi, un totem del municipio di Casalmaggiore, non c’è più. Sono tanti i casalesi che, forse senza saperlo, hanno la sua firma apposta sulla propria carta d’identità: perché Lino Corradi ha speso una vita intera, letteralmente, negli uffici comunali di Casalmaggiore. Iniziò presso l’Elettorale, poi l’Anagrafe e i Servizi Demografici, per non smettere praticamente più. Oltre quarant’anni di onorato servizio e di onorata carriera. Tutto fuorché un passacarte, perché dentro e fuori da quell’ufficio sapeva raccontare come pochi altri curiosità, aneddoti e storia di Casalmaggiore. Ironico e pronto alla battuta, ma anche rapido nello svolgere le sue mansioni e nel dare magari un consiglio o un suggerimento. Insomma, una sicurezza: l’impiegato perfetto.
Gli amici di gioventù lo descrivono come un ragazzo estremamente appassionato e studioso. Il papà faceva il suo stesso mestiere. Aveva iniziato presto a lavorare. Prima di entrare come dipendente Comunale aveva frequentato a Bologna l’Università perché lo studio, la storia, il suo territorio, le tradizioni e la cultura erano le cose che maggiormente lo affascinavano: gli esami superati con ottimi voti e poi la decisione di lasciar perdere per dedicarsi al lavoro e alla famiglia. Aveva portato avanti comunque ed ugualmente i suoi studi anche se in maniera privata e per hobby. Aveva fatto parte, nei gloriosi anni della ricerca, insieme ad Arcangelo Pirovano, a Brunivo Buttarelli e a un gruppo di illuminati del gruppo che si occupava di archeologia. Era uno dei membri più attivi del gruppo ed aveva sofferto quando poi il gruppo si era sciolto dopo tante ricerche ed oggetti recuperati. La ricerca era la sua passione: aveva anche abbozzato un libro col frutto dei suoi studi. Tra le ricerche fatte la più curiosa – per lui che era amante del fiume e della sua terra – quella su quattro borghi che non esistono più, divorati dalle piene: Cella, Barcello, Gurgo e Scurdo. Esiste uno scritto di quella ricerca puntigliosa che Lino Corradi aveva tenuto per se.
A giugno 2021 la diagnosi di una brutta malattia, a luglio la pensione, che però Lino non è purtroppo riuscito a godersi: è spirato nel pomeriggio di mercoledì al Maggiore di Cremona, dove era stato ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni. Ci aveva provato ad affrontare il male con coraggio, affrontando la chemio e le pesanti cure, e ci ha provato sino all’ultimo.
Lino Corradi lascia la moglie e i figli Cristian e Micol, oltre a due nipoti. Ma lascia soprattutto la sua amata città e il suo amato territorio: la firma in calce a molte carte d’identità – quelle vecchio stile, ancora cartacee, prima dell’avvento dell’elettronica – sono ciò che rimane, come segno tangibile del suo passaggio. E l’attesa in comune, al termine di ogni tornata elettorale, sino all’ultimo seggio a costo di attendere tutta la notte. Era il volto rassicurante dell’ufficio e del suo lavoro.
Ma Lino Corradi è stato tanto altro e per quanto ha saputo fare nel quotidiano, insegnando anche a giovani generazioni passate sotto la sua supervisione e la sua guida, sarà sempre ricordato.
Nazzareno Condina – Giovanni Gardani