Arte

Rete dell'800 Lombardo, nuovo sito:
c'è anche Diotti (col suo museo)

L’importanza e l’attenzione rivolta dalla Rete dell’800 Lombardo alla didattica, concretizzatesi oggi con la presentazione del nuovo sito, dà prova della preziosa sinergia tra le istituzioni che la animano, e soprattutto della comune convinzione che il concetto di valorizzazione dei patrimoni debba passare inevitabilmente dalla capacità di diffonderli.

La Rete dell’800 Lombardo riunisce istituzioni che riconoscono il proprio tratto identitario comune nel patrimonio artistico e culturale del XIX secolo in Lombardia testimoniando con le loro collezioni la ricchezza, la molteplicità e la complessità di quell’epoca. Nata nel 2004, la Rete si è ricostituita nel 2019 grazie al supporto di Regione Lombardia con l’intento di valorizzare e promuovere luoghi e raccolte legati, a vario titolo, alla cultura ottocentesca.

La Rete intende sviluppare progetti di studio, ricerca e valorizzazione impegnandosi nella divulgazione del suo messaggio culturale allo scopo di offrire e garantire una migliore proposta attraverso strumenti integrati di guida al territorio, sempre in un’ottica attrattiva indirizzata a consolidare il pubblico esistente e coinvolgerne altro.

Tali obiettivi sono stati perseguiti in questi anni anche grazie alla creazione del sito www.rete800lombardo.net e ora vengono rinnovati e attualizzati con l’ideazione di un sito interamente dedicato alla didattica www.rete800lombardo-edu.net esito del progetto Due secoli di RETE: I Musei dell’800 lombardo dai carteggi al digitale finanziato da Regione Lombardia con il bando per la Valorizzazione, promozione di istituti e luoghi della cultura patrimonio immateriale, siti Unesco e itinerari culturali, catalogazione del patrimonio culturale – Sezione IV – MUSEI (L.R. 25/2016, ART.16).

L’importanza e l’attenzione rivolta dalla Rete dell’800 Lombardo alla didattica, concretizzatesi oggi con la presentazione del nuovo sito, dà prova della preziosa sinergia tra le istituzioni che la animano, e soprattutto della comune convinzione che il concetto di valorizzazione dei patrimoni debba passare inevitabilmente dalla capacità di diffonderli fornendo mezzi adeguati e costantemente rinnovati per comprendere significati, simbologie e riferimenti. La realtà della Rete dell’800 Lombardo è sempre in fermento ideativo, per giungere ad un pubblico ogni volta più vasto rispondendo così a differenti esigenze e offrendo all’utenza, secondo modalità innovative ed efficaci, le collezioni degli istituti che la compongono e la ricchezza della cultura ottocentesca.

Stefano Karadjov direttore di Fondazione Brescia Musei, ente capofila della Rete

Con questo progetto la Rete ha inteso rafforzare il rapporto di sinergia tra il sistema educativo e le istituzioni culturali anche attraverso le nuove tecnologie digitali per favorire il miglioramento della qualità dei processi di apprendimento, arricchire la proposta formativa, sostenere le istituzioni scolastiche – nel rispetto della loro autonomia didattica ed organizzativa – nell’attività di formazione di una coscienza storica del patrimonio culturale diffuso, come fondamento dell’identità della comunità nazionale.

Il sito si propone come un innovativo sussidio didattico e culturale per docenti e studenti, progettato in modalità user-friendly, consultabile da un largo spettro di utenti, che contribuisce a definire un metodo di lavoro per sperimentare un uso consapevole ed evoluto delle fonti di studio e delle tecnologie digitali.

In dodici unità didattiche interattive viene ricostruito il percorso storico e artistico di altrettante opere d’arte custodite dei musei della Rete, dal momento della loro creazione, attraverso gli spostamenti e i passaggi di mano e fino all’approdo nei luoghi di conservazione e di esposizione, per arrivare fino alle emozioni che nel tempo hanno suscitato. Gli utenti avranno a disposizione materiali multimediali, fonti manoscritte e a stampa, testi di approfondimento, immagini in alta risoluzione e mappe per approfondire i temi proposti. Completa l’offerta educativa la scheda attività, nella quale sono riportate una serie di attività pratiche da condurre in classe o in museo, con l’ausilio del docente o dei servizi educativi del Museo (consultabili sul sito, disponibili in versione pdf multimediale, o stampabili).

Le Storie nella Rete e la Timeline delle opere rappresentano, inoltre, due diverse modalità di strutturazione dei contenuti, finalizzate a facilitare l’apprendimento attraverso la narrazione dei principali snodi storici e concettuali associati ad uno specifico tema, oppure collocando set diversi di dati sull’asse del tempo. In questo modo si favorisce la possibilità di costruire narrazioni e di offrire un accesso alle informazioni con modalità visive e non solo testuali, facilitando il pubblico scolastico più fragile.

Il sito è completato dal calendario degli eventi e delle proposte educative dei Musei della Rete dell’800 Lombardo e dai contatti per favorire la divulgazione di un palinsesto sempre più integrato. La piattaforma è stata realizzata con il supporto dell’impresa creativa Uptoart di Brescia.

Sempre grazie al contributo di Regione Lombardia, sono stati predisposti dei Panels che attestano l’appartenenza dei diversi istituti alla Rete dell’800 Lombardo: questi verranno posizionati in evidenza presso le singole sedi. Ancora, si è data forma ad una brochure informativa cartacea volta ad illustrare brevemente le diverse realtà e a dettare in sintesi i comuni obiettivi, e che contiene inoltre tutte le indicazioni per raggiungere le varie offerte delle Rete dell’800 Lombardo anche tramite apposito QR code.

La Rete dell’800 Lombardo, poi, con grande soddisfazione, comunica che GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano ha scelto di entrare a far parte della Rete portando a tredici il numero delle istituzioni che aderiscono al network. La presenza di questo nuovo importante partner segna un significativo allargamento della Rete e ne rafforza l’impegno a diffondere lo straordinario patrimonio di storie, idee e immagini dell’Ottocento lombardo, affinché sia sempre più conosciuto e apprezzato dal pubblico come merita per la sua centralità nel panorama culturale nazionale e internazionale.

Oggi la Galleria d’Arte Moderna di Milano si unisce alla Rete dell’800 Lombardo, con grande soddisfazione di tutti i suoi membri, e ciò ci consente di ribadire il nostro sempre vivo impegno a vagliare nuove adesioni nell’intento di offrire un quadro ancora più completo e ampio del panorama artistico ottocentesco. Con l’ingresso della Galleria d’Arte Moderna di Milano, i progetti della Rete dell’800 Lombardo si arricchiscono di nuovi contenuti e competenze, all’interno di un già cospicuo programma di iniziative e di eventi.    

Stefano Karadjov direttore di Fondazione Brescia Musei, ente capofila della Rete.

Da aprile 2022, infine, si comunica che la Rete dell’800 Lombardo ha una nuova Responsabile di Segreteria, la dott. Elisa Sala, che subentra alla dott.ssa Elena Lissoni e che è stata nominata nel mese di febbraio 2022. La Rete ha particolarmente apprezzato l’alto profilo scientifico, la trasversalità delle competenze (artistiche, archivistiche, informatiche), l’esperienza nel coordinamento di gruppi di lavoro.

Nell’ampia offerta delle iniziative messe a calendario per il 2022 dai membri della Rete dell’800 Lombardo, si ricordano ora le più imminenti.

Presso l’Accademia Carrara di Bergamo (11 marzo – 12 giugno 2022) il pubblico può già apprezzare Piccio in Carrara soffermandosi su di un pittore che ha sensibilmente segnato la storia dell’Ottocento; l’esposizione contempla tre nuovi prestiti d’eccezione capaci di raccontare la figura di Giovanni Carnovali, detto Piccio, autore tra i più sperimentali del suo tempo in un progetto volto a far riscoprire l’artista attraverso narrazioni collegate alle collezioni del museo, alla sua storia e al territorio bergamasco.

Nell’ambito della più ampia programmazione del Brescia Photo Festival 2022 – Forme del ritratto, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana, si potrà apprezzare, in Pinacoteca Tosio Martinengo, l’evento espositivo Peggy e Paolo. Una passione senza tempo (31 marzo – 24 luglio 2022) attraverso la messa in scena di un inedito dialogo tra Paolo Tosio e Peggy Guggenheim: due collezionisti che, a distanza di più di un secolo, affidano al ritratto la memoria della loro passione.

Il Museo Lechi di Montichiari (BS), a dieci anni dalla sua apertura, completa il percorso permanente di visita con una nuova sala dedicata alla pittura dell’Ottocento; un importante evento festeggiato anche dal deposito temporaneo concesso dall’Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze Lettere e Arti di una sorprendente opera del bresciano Tommaso Castellini (1803-1869): una composizione di fiori posti all’interno di un’architettura gotica. L’opera sarà offerta al pubblico a partire dal 23 aprile 2022 congiuntamente alla mostra Nel giardino di Marcel Proust. Fiori dipinti tra le pagine della Recherche (23 aprile – 31 luglio 2022).

Molti saranno in quest’anno i riferimenti all’anniversario dei duecento anni dalla morte di Antonio Canova, Villa Carlotta, Museo e giardino botanico partecipa alle celebrazioni con un palinsesto di eventi, in collaborazione con il Museo Gypsotheca Antonio Canova, nell’ambito del progetto Canova nel mondo. Il 28 aprile si aprirà la mostra dossier dedicata al Palamede, opera simbolo della collezione: attraverso documenti, sculture, disegni e alcuni prestiti eccezionali, provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private, il percorso espositivo ripercorrerà la genesi della scultura e il rapporto privilegiato tra Canova e il suo committente, Giovanni Battista Sommariva (1762-1826). Per l’autunno del 2022 è invece in programma presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano la mostra Pompeo Marchesi. Una collezione d’artista per Milano; il prezioso modello in gesso di Ebe conservato alla Galleria d’Arte Moderna sarà lo spunto per ricostruire la raccolta dello scultore Pompeo Marchesi (1783-1858), giunta in dono alla città di Milano insieme alla sua collezione.

Sono in via di chiusura, avendo riscosso grande interesse da parte del pubblico, gli eventi e gli itinerari virtuali promossi per le celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri e per le Celebrazioni del 200° anniversario della morte di Napoleone Bonaparte organizzati dalle diverse istituzioni della Rete.

Con la data iconica del 5 maggio 2022 sarà, infatti, inaugurata la mostra virtuale Napoleone e l’Accademia esito di un progetto scientifico dell’Accademia di Belle Arti di Brera volto ad indagare l’influenza di Bonaparte sulla didattica del periodo analizzandone gli sviluppi attraverso due importanti momenti espositivi: il concorso per La Riconoscenza dell’Italia a Napoleone del 1802 e l’allestimento nel 1806 delle prime sale espositive della futura Pinacoteca fino a giungere all’apertura ufficiale nel 1809, sotto l’attenta direzione di Andrea Appiani, già Primo Pittore di Napoleone e fra i più influenti artisti della sua epoca.

Istituzioni parte della Rete dell’800

Accademia Carrara, Bergamo (BG)

L’Accademia Carrara nasce nel 1796 per iniziativa del conte Giacomo Carrara, conoscitore d’arte ed erudito, che aveva costituito una ricca raccolta di dipinti, disegni e stampe. L’Ottocento è un secolo decisivo per la storia dell’istituzione. Per presentare degnamente la Carrara e per dotare degli spazi adeguati la Scuola di Pittura che il fondatore aveva voluto affiancare alla pinacoteca, l’architetto Simone Elia nel 1810 completa la costruzione di un edificio di gusto neoclassico, che è tuttora, con qualche addizione e trasformazione, la sede del museo. Sempre nell’Ottocento, grazie a una serie di autorevoli direttori, da Giuseppe Diotti a Cesare Tallone passando per Enrico Scuri, la Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara si attesta come polo importante dell’educazione artistica nel lombardo veneto prima e nell’Italia unita poi. Il patrimonio di opere d’arte dell’Ottocento che l’istituzione conserva, in prevalenza dipinti ma anche un notevole gruppo di sculture, è intrinsecamente legato alla sua storia e ben rappresenta le molte vicende e tendenze dell’arte a Bergamo nel XIX secolo.

Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (MI)

L’Accademia di Brera nasce nel 1776, nel periodo in cui il palazzo che ora la ospita stava diventando luogo destinato all’educazione nelle scienze, lettere e arti, per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Con l’arrivo dei francesi nel 1798, si avviò il nuovo piano di pubblica istruzione che confermò i già esistenti istituti, caricando l’Accademia di una rivoluzionaria centralità a opera del segretario Giuseppe Bossi, che si sarebbe occupato della rifondazione e della redazione del primo Statuto nel 1803.

Le raccolte si sono formate nell’ambito delle tre attività fondamentali dell’Accademia, dalle origini agli anni Venti del Novecento: educativa, espositiva, di documentazione e tutela. Infatti, per poter insegnare architettura, pittura, scultura, ornato, la scuola doveva essere provvista di raccolte di opere d’arte che servissero da modello agli studenti. Oltre alle originarie dotazioni didattiche, la collezione nel corso degli anni arrivò a comprendere la galleria delle statue in gesso, la biblioteca, il Gabinetto Numismatico. In seguito all’incameramento dei beni ecclesiastici dovuto alla riduzione delle chiese in epoca napoleonica, si andò delineando il Museo Patrio Archeologico (confluito nelle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco) e il nucleo originario della nuova Pinacoteca, al quale, oltre ai dipinti provenienti dalle soppressioni si venne ad affiancare un Gabinetto dei Ritratti dei Pittori ed una Sala delle opere moderne.

Attualmente l’Accademia è un ateneo pubblico nel settore dell’Alta Formazione Artistica e Musicale. Le sue raccolte sono lo specchio fedele della vicenda storica dell’istituzione e della sua importanza. Queste comprendono: Quadreria, Gipsoteca, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Fototeca, Biblioteca e Archivio storico.

Accademia di Belle Arti Tadini Onlus, Lovere (BG)

La visita alla Galleria dell’Accademia Tadini consente di fare esperienza di una collezione ottocentesca. Si deve al conte Luigi Tadini (1745-1829) la decisione di costruire un palazzo in riva al Lago d’Iseo per esporre al pubblico le proprie raccolte d’arte, formate tra la fine del Sette e l’inizio dell’Ottocento. L’edificio nasce lungo la nuova strada che collegava Bergamo a Lovere, accanto all’antica residenza di famiglia affacciata sull’attuale piazza Garibaldi.

Al centro del giardino si innalza la Cappella, costruita per ospitare la Stele Tadini, scolpita tra il 1819 e il 1821 da Antonio Canova per ricordare l’amico Faustino, figlio del conte, conosciuto a Roma nel 1795 e prematuramente scomparso. Le sale al piano nobile dell’edificio, che hanno mantenuto i soffitti dipinti e gli antichi arredi, conservano la raccolta archeologica acquistata a Napoli durante il Grand Tour, una preziosa serie di porcellane occidentali e orientali e una importante collezione di dipinti antichi, formatasi negli anni delle soppressioni napoleoniche attraverso acquisti all’asta e scambi con altri collezionisti. Concludono il percorso la Biblioteca, che restituisce la varietà degli interessi di un nobile, e uno scenografico balcone, che consente di ammirare il paesaggio.

Al centro del museo, la grande Sala destinata ai concerti e alle rappresentazioni teatrali ospita, dal 1927, una prestigiosa stagione musicale con interpreti provenienti da tutta Europa. Il secondo piano accoglie il Museo dell’Ottocento: le sale custodiscono documenti storici e artistici a cui si aggiungono le tre tele donate da Francesco Hayez ai nipoti Enrico e Carlotta Martinolli Banzolini, tra cui lo straordinario Ecce Homo, tra le ultime opere dell’artista.

Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze, Lettere e Arti Onlus, Palazzo Tosio, Brescia (BS)

Palazzo Tosio, oggi sede dell’Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze, Lettere e Arti, rinnovato tra il 1810 e il 1840 sotto la direzione del pittore Luigi Basiletti e dell’architetto Rodolfo Vantini secondo i più aggiornati canoni del Neoclassicismo, conserva un’importante raccolta di opere d’arte, entrate a far parte del patrimonio dell’istituzione, fondata nel 1802, nel corso degli oltre due secoli di vita accademica. Tra i nomi dei tanti artisti rappresentati nella collezione si segnalano quelli degli scultori Giovanni Battista Comolli, Giovanni Franceschetti, Gaetano Manfredini, Pompeo Marchesi e Gaetano Matteo Monti; e dei pittori Luigi Basiletti, Giambattista Gigola, Angelo Inganni, Faustino Joli, Bianca Milesi, Giovanni Pock, Gabriele Rottini, Domenico Vantini e Giovanni Renica, autore di diverse centinaia di paesaggi di vario formato, legati all’Ateneo tra il 1882 e il 1886.

Il palazzo inoltre, accoglie dal 2018, dopo oltre un secolo, grazie alla Fondazione Brescia Musei, la maggior parte delle opere d’arte dell’età neoclassica e romantica raccolte dal conte Paolo Tosio (1775-1842). Negli ambienti del piano nobile è ora possibile rivedere nella loro collocazione originaria dipinti di Basiletti, Bisi, Borsato, Canella, D’Azeglio, Diotti, Ferrari, Granet, Migliara, Palagi, Podesti, Trecourt, Voogd, e sculture di Bartolini, Baruzzi, Gandolfi, Marchesi, Monti e Pampaloni.

Castello Bonoris, Montichiari (BS)

Costruito tra il 1891 e il 1901 su preesistenti ruderi medievali, il Castello Bonoris è uno degli esempi architettonici di stile neogotico più importanti della Lombardia.

Il maniero fu commissionato dal conte Gaetano Bonoris (1861-1923), un facoltoso banchiere che in omaggio alla corte sabauda si ispira ai più noti esempi di architettura castellana del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Il castello è circondato da un parco romantico e sorge sulla collina di San Pancrazio, dominando scenograficamente il nucleo storico di Montichiari, con torri e mura merlate realizzate con grande attenzione ai dettagli difensivi: caditoie, saracinesche a scomparsa, fossati e ponte levatoio. Anche all’interno spiccano la ricchezza dei materiali, delle decorazioni ad affresco e degli arredi realizzati dai migliori artisti e artigiani dell’epoca.

Non manca la sorpresa di una cassaforte segreta scoperta alla morte del conte.

Galleria d’Arte Moderna di Milano (MI)

La Galleria d’Arte Moderna di Milano è stata fondata nel 1903, unendo le collezioni civiche con un importante deposito di opere da parte dell’Accademia e della Pinacoteca di Brera. Inizialmente esposte al Castello sforzesco, le collezioni vengono trasferite nel 1921 alla Villa Reale.

Edificata tra il 1790 e il 1796 su progetto dell’architetto viennese Leopoldo Pollack, allievo di Giuseppe Piermarini, come residenza del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Villa Reale è uno dei capolavori del neoclassicismo milanese. La sontuosa residenza sorse insieme al giardino all’inglese – il primo di Milano – che ancora oggi la protegge dalla città. Le sale al piano terra conservano decorazioni a stucco settecentesche di gusto neoclassico, mentre il primo piano fu decorato durante gli anni napoleonici e ospita gli ambienti più ricchi e meglio conservati, come la Sala da ballo e la Sala del Parnaso, che prende il nome dal grande affresco di Andrea Appiani del 1811.

La Galleria conta nel suo catalogo circa 4.000 opere, dipinti e sculture provenienti da donazioni ed acquisizioni avvenute in più di un secolo di attività.

Museo Civico Ala Ponzone, Cremona (CR)

Il nucleo originario della Pinacoteca e delle Collezioni del Museo Civico di Cremona si deve al legato testamentario del marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone (1761-1842) che, con testamento del 1842, lasciava a Ferdinando d’Asburgo, Imperatore d’Austria e Re del Lombardo-Veneto, le sue ricche collezioni «a profitto degli studiosi» cremonesi. Subentrato il Comune di Cremona, quale erede delle sostanze del marchese, si giunse all’inaugurazione delle sale espositive in Palazzo Ala Ponzone, nel 1888.  Nel 1928 la Pinacoteca e le raccolte artistiche vennero trasferite nell’attuale sede di Palazzo Affaitati. Nell’odierna sistemazione, la collezione ottocentesca si sviluppa a partire dalla Sala 10 dove sono accolte alcune opere di Giuseppe Diotti (1779-1848), di origine cremonese ma ben presto destinato alla guida della prestigiosa Accademia Carrara di Bergamo. Vi è qui esposta (in deposito dall’Accademia di Brera) la tela di Giuseppe Molteni (1800-1867) con il Ritratto dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo re del Lombardo-Veneto. La Sala 11 illustra l’attività cremonese di Giovanni Carnovali detto il Piccio (Montegrino, 1804 – Coltaro, 1873), attraverso un cospicuo nucleo di ritratti giunti in gran parte con donazioni private, oltre che la produzione di incisore di Giovanni Beltrami (1770-1854) del quale è esposto il topazio con la Tenda di Dario ripresa dal dipinto di Charles Le Brun custodito a Versailles (1661). Al secondo Ottocento è dedicata la Sala 16 dove sono rappresentati alcuni artisti cremonesi attivi in età postunitaria, quali Giulio Gorra (1832-1884), Giovanni Bergamaschi (1828-1903), Vespasiano Bignami (1841-1929), Francesco Colombi Borde (1846-1905), Alessandro Landriani (1856-1911).

Museo Diotti, Casalmaggiore (CR)

Il Museo Diotti nasce nel 2007 dal recupero architettonico e funzionale di un edificio storico per ospitare quelle opere delle Civiche raccolte d’arte utili a dimostrare la nascita e lo sviluppo di una scuola artistica locale. La collezione è incentrata soprattutto sulla figura del pittore neoclassico Giuseppe Diotti (1779-1846) che, dopo il trentennale magistero all’Accademia Carrara di Bergamo, abitò questo edificio negli ultimi anni della sua vita, facendone il proprio atelier e una casa-museo, ovvero sistemandovi le suppellettili didattiche e la collezione d’arte antica, disperse dagli eredi dopo la sua morte. L’attuale percorso museale, pur attento alle destinazioni d’uso originarie dei vari ambienti, sottolineate da pochi essenziali elementi d’arredo, è ordinato in modo cronologico, a partire dalle premesse settecentesche, passando attraverso la formazione di Diotti e il suo metodo di lavoro sino agli sviluppi della sua scuola, soprattutto nell’ambito della ritrattistica. Per la seconda metà dell’Ottocento e il primo Novecento il percorso comprende anche artisti legati alla Scapigliatura e al Divisionismo. Alle raccolte ottocentesche si aggiunge un’ampia sezione novecentesca, che coniuga l’esigenza di documentazione degli autori locali con quella di offrire una visione intrecciata agli sviluppi dell’arte italiana (Novecento, Chiarismo, Corrente, Realismo Esistenziale, Naturalismo informale, Astrattismo). Il cortile interno e il giardino retrostante sono utilizzati per esposizione di sculture, per la rassegna estiva di cinema all’aperto e per manifestazioni musicali.

Museo Lechi, Montichiari (BS)

Il museo espone la storica quadreria dei conti Luigi e Piero Lechi, discendenti da una famiglia di generali napoleonici e collezionisti illuminati che nel maggio 2005 decidevano di donare le loro collezioni al Comune di Montichiari.

Le quattordici sale del percorso espositivo, ricche di testi descrittivi, si concentrano su dipinti dal Quattro all’Ottocento con capolavori di Moretto, Procaccini, Gaulli, Pittoni, Magnasco, Basiletti e un gruppo di importanti opere di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto. Nel corso del XIX secolo nella collezione Lechi sono confluite per eredità le raccolte artistiche di antiche famiglie dell’aristocrazia bresciana, come i Fenaroli, gli Avogadro, i Maffei Erizzo, i Valotti e i Polini.

Museo Poldi Pezzoli, Milano (MI)

Il Museo Poldi Pezzoli è una delle espressioni più significative del collezionismo lombardo del XIX secolo. Aperto nel 1881, due anni dopo la morte del suo fondatore Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879), il palazzo nel cuore di Milano è uno dei primissimi esempi di casa-museo in Europa. Le sale dell’appartamento privato del Poldi furono decorate dai maestri dell’Accademia di Brera – Giuseppe Bertini, Luigi Scrosati, Giuseppe Speluzzi e altri – seguendo il gusto dell’istorismo, declinando ogni sala secondo uno specifico stile del passato con l’intento di ospitare dipinti antichi e moderni, sculture, armi e oggetti di arte decorativa (arredi, porcellane, vetri, orologi e tessili) che il Poldi acquistava man mano sul mercato con l’aiuto di conoisseurs come Giovanni Morelli e antiquari quali Giuseppe Molteni e Giuseppe Baslini. Nasceva così la Fondazione Artistica Poldi Pezzoli, una delle più straordinarie collezioni d’arte italiana dal XIV al XIX secolo. La ferita del bombardamento del 1943 non impedisce di apprezzare sale quali lo Studiolo Dantesco, la Sala Nera o lo Scalone barocco e l’Armeria che restituiscono il gusto dell’abitare ottocentesco.

La raccolta comprende anche una ricca biblioteca, ereditata dagli avi, opere della raccolta della madre Rosa Trivulzio (1800-1859), grande collezionista di scultura romantica, proprietaria, fra l’altro, della famosa Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini, nonché opere acquisite successivamente, tra cui la raccolta di disegni e stampe di Riccardo Lampugnani.

Villa Carlotta, Tremezzina (CO)

Edificata alla fine del Seicento come luogo di delizia dei marchesi Clerici, affacciata sullo specchio luminoso del Lago di Como, nel 1801 la Villa fu acquistata da Giovanni Battista Sommariva, uomo di fiducia di Napoleone a Milano. A quest’epoca risale il rinnovamento degli interni secondo il gusto neoclassico per ospitare molti dei capolavori antichi e moderni della collezione del proprietario, tra i quali la statua di Palamede di Antonio Canova, il Fregio di Alessandro Magno di Bertel Thorvaldsen e L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez, che affascinarono viaggiatori famosi come Stendhal, Lady Morgan, Gustave Flaubert.

Nel 1843 la Villa fu ceduta con la sua raccolta d’arte alla principessa Marianna di Orange-Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia, quindi donata alla figlia della coppia, Carlotta, in occasione delle sue nozze con il granduca Giorgio di Sassonia Meiningen (1850). E tuttora essa conserva il nome della duchessa.

Luogo di riposo e di villeggiatura per questa famiglia ducale e reale tedesca fino allo scoppio della prima guerra mondiale, l’edificio fu arricchito di nuove decorazioni e arredi, mentre il parco fu trasformato in vero e proprio giardino botanico con l’inserimento di molte specie rare, oltre alle diverse varietà di rododendri, di azalee e di camelie.

Dal 1927 la villa, le collezioni e il parco, divenuti di proprietà statale, sono affidati alla gestione dell’Ente Villa Carlotta.

Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia (BS)

La Pinacoteca Tosio Martinengo, con la sua importante collezione di opere di pittura antica, tra le quali capolavori di Raffaello, Foppa, Savoldo, Moretto, Romanino, Lotto e Ceruti, ha riaperto nel 2018 dopo un lungo restauro, presentando un nuovo percorso espositivo recentemente implementato e rinnovato.

L’intenzione è quella di guidare il visitatore attraverso un affascinante intreccio di differenti livelli di accesso e di lettura, che prende avvio dal tardo-gotico e che arriva al primo Ottocento. La presenza, nelle ultime sale, di opere di Angelica Kauffmann, Andrea Appiani, Berthel Thorvaldsen, Antonio Canova e Francesco Hayez connotava il Museo sin dalle sue origini: molti di questi straordinari e notissimi capolavori, infatti, provengono dalla collezione di Paolo Tosio.

Un ulteriore omaggio al gusto collezionistico dell’Ottocento bresciano è costituito dalla importante presenza di numerosi objets d’art provenienti dalla raccolta di Camillo Brozzoni, specializzata in arti decorative e aperta alle tendenze più avanzate del collezionismo europeo del tempo: oreficerie, avori, smalti, medaglie, vetri e placchette sono collocati lungo il percorso espositivo, in dialogo con la pittura, alla quale fanno da prezioso controcanto.

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