“Funamboli nella rete”, il primo
libro della viadanese Sabrina Dore
Il saggio affronta il tema dell’educativa domiciliare, una realtà poco conosciuta ma molto diffusa in Italia. Nasce da un’esperienza lavorativa quasi ventennale nel settore da parte dell’autrice, animata dal desiderio da un lato di far conoscere questa professione, dall’altro di offrire strumenti operativi a chi la svolge.

La realtà dell’educativa domiciliare. Funamboli nella rete è il primo libro della viadanese Sabrina Dore, educatrice scolastica e domiciliare, edito da Riccardo Edizioni agli inizi di quest’anno. Il saggio affronta il tema dell’educativa domiciliare, una realtà poco conosciuta ma molto diffusa in Italia. Nasce da un’esperienza lavorativa quasi ventennale nel settore da parte dell’autrice, animata dal desiderio da un lato di far conoscere questa professione, dall’altro di offrire strumenti operativi a chi la svolge. Quella del funambolo è l’immagine che, secondo l’autrice, meglio rappresenta l’educatore domiciliare. Proprio come gli artisti che camminano su una corda sospesi in aria, così l’educatore si muove in una realtà complessa ma affascinante come quella dell’educativa domiciliare. Un educatore che talvolta opera nell’ombra, che talvolta non è riconosciuto ma che è chiamato a tessere i nodi di una rete che lo vede spesso al centro di un progetto più ampio in cui rappresenta il punto di unione tra famiglia, servizi e realtà educativa. A partire da excursus storici sulla legislazione che ha accompagnato l’evolversi della figura educativa, si offre una riflessione per la costruzione di un progetto educativo partendo dalle prime ipotesi fino alla fase di valutazione, con una particolare attenzione all’uso di strumenti operativi adeguati ed efficaci.
Sabrina Dore è nata e vive a Viadana, dove esercita la professione di educatrice scolastica e domiciliare. È laureata in scienze dell’educazione e ha conseguito diverse specializzazioni, dalla pedagogia clinica a quella giuridica. È inoltre tutor dsa e bes: “Consapevole della difficoltà di affrontare un ruolo lavorativo come questo, soprattutto quando si è ai primi incarichi, ho scelto di condividere po’ della mia esperienza con chi invece sta iniziando a muovere i primi passi in una realtà difficile – a volte poco conosciuta ma allo stesso tempo affascinante – come quella dell’educativa domiciliare. Alcune volte ci vedono al fianco delle famiglie che siamo chiamati ad accompagnare, ma non sanno come definirci. Ecco, anche per questo ho cercato di dare il mio piccolo contributo per far emergere questa figura. La formazione è continua, ma nell’esercizio della professione educativa ogni piccola cosa è fondamentale; soprattutto, è importante mettersi in ascolto dell’altro e di quello che ci vuole comunicare. Devo dire grazie alla casa editrice Riccardo Edizioni di Reggio Emilia, che mi ha aiutato e guidato nella revisione del saggio”.