Cronaca

Africa Eco Race 2024, Bruno
Gabriel Arcuri, 818 km a Dakar

818 km a Dakar. Insieme al resto che vi abbiamo detto e all'esperienza accumulata, insieme al viaggio, insieme a chi ha aperto le braccia e il serbatoio è tutto ciò che conta ormai: è quel che regge un sogno. Talmente vicino che scotta: anche più del sole di un mezzodì in Mauritania...

Arriverà tre ore dopo (con penalità), ma erano altri ieri i pensieri che gli frullavano in mente. Un tarlo, al di là del ginocchio che un poco lo preoccupa (e tra le dune del deserto ne ha ben donde). Un tarlo vista la tappa di oggi, che dovrà affrontare con la testa sulle spalle, col massimo di concentrazione possibile. La fine e il traguardo sono vicini, la decima tappa va da Amodjar a Akjojut, 413 chilometri, con poco meno di 290 km di speciale cronometrato. Una quarantina di km su erba e poi dune. Piste battute più battute (Akjojut è considerata in Mauritania un po’ il punto centrale dell’Endurance) ma lo stesso non semplici.

Ieri Bruno Gabriel Arcuri alla fine non è partito. Sapeva della penalità, sapeva di tutto ma a volte i pensieri vanno ascoltati. Quello più forte, e non è riuscito a lasciarselo indietro, il ricordo di Fabrizio Meoni. Era proprio su questo tratto di deserto che il pilota di Castiglion Fiorentino perse la vita in una drammatica Parigi Dakar nel 2005, dopo aver vinto due Parigi Dakar nel 2001 e nel 2002. E’ proprio qui che il figlio Gioele Meucci – in questa Africa Eco Race – sta viaggiando sulle orme del padre. In moto, ma non per competere, principalmente per consegnare, proprio oggi nella località di arrivo, giocattoli e materiale scolastico ai ragazzini di Mauritania. E siccome la moto – e per gente come Bruno, è anche un mezzo di condivisione e di conoscenza, di sorrisi e di speranza oltre che di solidarietà, così ha deciso di onorarne la memoria ed esserci.

Non era pronto psicologicamente. Neppure noi lo siamo sempre: non siamo macchine, a volte camminiamo ed altre decidiamo di fermarci per i nostri motivi per poi magari riprendere con un poco di energia in più. A volte abbiamo pensieri leggeri ed altre volte più pesanti: siamo umani, Bruno è umano a noi piace anche (e soprattutto) così… La giuria lo ha stangato (come ha stangato altri piloti anche professionisti per altre questioni) ma la stanga in questo caso e a differenza di chi si gioca un posto in classifica vale ben poco, o nulla. Qui – dove il motore è un mezzo e non lo scopo finale – la la posizione su una carta è una mera proposizione di dati. Basta rimanere dentro nei tempi del regolamento.

Una giornata dunque di relativo relax prima della partenza di oggi. E prima dell’ultima tappa di domani (Akjoujt – Saint Louis, 477 km di cui 248 di speciale cronometrata) e della passerella di domenica 14 (15 km da Saint Louis a Dakar). Tutto è pronto: Erba, deserto, dune, lacrime, ricordi, carburante e serbatoi, visi conosciuti ed altri ancora da guardare. Un’anima in viaggio su una Honda CFR 450 è pur sempre un’anima bella.

818 km a Dakar. Insieme al resto che vi abbiamo detto e all’esperienza accumulata, insieme al viaggio, insieme a chi ha aperto le braccia e il serbatoio è tutto ciò che conta ormai: è quel che regge un sogno. Talmente vicino che scotta: anche più del sole di un mezzodì in Mauritania…

Na.Co.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...