Fir, vertenza chiusa: 34 accettano
esodo, 2 saranno reintegrati
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La novità, questa volta, è che non ci sono grosse novità: nel senso che la conferma di quanto già si sapeva, pur con qualche piccolo distinguo, è arrivata nell’ultimo incontro di mercoledì, che ha convinto anche i sindacati, i quali si erano detti pronti a vigilare sulla situazione.
C’è un post di un lavoratore su Facebook che sintetizza al meglio la situazione della Fir di Casalmaggiore, il vecchio fabbricone di via Roma: è la fotografia di un camion che esce dalla fabbrica, appunto, con la didascalia “Direzione Pordenone”.
Proprio così, l’azienda delocalizza e va a Pordenone con buona parte della produzione, anche se le garanzie date su alcune linee hanno tutto sommato soddisfatto le parti, pur con tanta tristezza per un destino segnato. E che, in ogni caso, continua a preoccupare chi resta.
La novità non-novità, si diceva, è che i volontari effettivamente ci sono: 34, non 36 come inizialmente comunicato, lavoratori e lavoratrici che hanno cioè accettato gli incentivi all’esodo, con 7 prepensionamenti e 27 contributi che arriveranno dalla Naspi, pagata al 75% dello stipendio per due anni con integrazione, per dodici mesi, da parte dell’azienda, per arrivare almeno ad una annualità coperta al 100%.
Due persone dovrebbero essere riassorbite. Dei 34 che escono, tre persone hanno salutato giovedì scorso, altre otto lo faranno il 27 novembre e altre infine il 13 dicembre: la chiusura di un’epoca per la Fir, che almeno ha evitato i cosiddetti licenziamenti forzosi.
Ora la partita si sposta sul destino della sede di via Roma e la cinquantina di impiegati e trentina di operai che restano: la produzione di spazzolatrici, motori per elevatori e settore militare va avanti in via Roma e la chiusura a marzo 2025, quando finirà l’anno fiscale, sarebbe stata smentita dall’azienda.
Ma la fiducia è ai minimi storici. Ecco perché sono state richieste espressamente garanzie, oltre che migliorie sul luogo di lavoro e soprattutto, previo accordo col comune del 2016, di completare quella famosa bonifica ambientale che pende come una spada di Damocle sul fabbricone.
G.G. (video Alessandro Osti)