Vbc Pomì 10 e lode, Toscani:
"L'ultima palla densa di incredulità"
Il primo ricordo di Luciano Toscani, all’epoca dirigente della Vbc, sul trionfo di dieci anni fa è nell’ultima palla di gara-5 Scudetto. “Non capimmo subito che era caduta a terra, sembrava quasi una contesa. Quando l’arbitro ha fischiato, ci siamo guardati tutti negli occhi e siamo esplosi. In campo c’era incredulità, che lasciò presto il posto a una gioia sportiva mai più provata”.
Nemmeno con la Champions dell’aprile 2016? “Lì fu diverso, almeno dal punto di vista personale, anche perché io ero addetto alla Cev ed ero molto preso nell’organizzazione di una final four giocata in casa, quindi dopo due mesi di intenso lavoro, poter giocare la finale era già un traguardo. Lo Scudetto invece fu una gioia pura, anche perché fu il primo alloro e fu assolutamente inaspettato”.
Mazzanti fu un mago. “Soprattutto sulla testa delle giocatrici: ricordo benissimo che fece il confronto atleta per atleta tra noi e Novara prima della finale. Non era un modo per sminuire Novara, che era una corazzata, ma per inculcare nelle nostre la consapevolezza che fosse tutto possibile. Il nostro palleggio, ad esempio, con Skorupa era a mio avviso in quel momento il migliore al mondo. E poi la carica e l’alchimia di squadra hanno fatto il resto. Il presidente era molto presente all’interno dello spogliatoio e questo ha senza dubbio aiutato. Una magia forse irripetibile, che è cresciuta poi durante la serie dei playoff, durata tantissimo e con due serie portate a gara-5”.
La grande festa in piazza a Cremona è rimasta nella storia. “Il ricordo è un po’ confuso perché l’euforia ha giocato brutti scherzi sula memoria: ma fu bellissimo poter festeggiare a Cremona e il giorno dopo in piazza Garibaldi a Casalmaggiore. L’unione di due città, di una provincia intera, due momenti distinti di gioia vera, per una vittoria che seppe coinvolgere tutte le categorie, i cittadini, i giovani, gli anziani, i commercianti, il mondo politico, l’amministrazione. Fu davvero una festa di popolo”.
Toscani mostre le tre medaglia consecutive (Scudetto, Champions e secondo posto Mondiale) e poi indica tre campionesse su tutte. “Valentina Tirozzi fu un capitano vero: arrivava da alcune stagioni difficili e deludenti e seppe riscattarsi vincendo Scudetto e Champions da protagonista. Jovana Stevanovic, invece, pescata quando ancora era sconosciuta a meno di vent’anni, oggi ha costruito una carriera impareggiabile a livello mondiale, ma ancora ricorda Casalmaggiore come la sua scuola. Imma Sirressi, invece, era il carattere e la volontà della squadra: si è detto spesso che lo spogliatoio di quella Vbc fece la differenza. Ecco, Imma era il collante di quello spogliatoio”.
Giovanni Gardani