Cultura

Romanetti al vetriolo sul teatro:
"Svilito. E quelle procedure..."

Arriva a distanza di qualche settimana dal bilancio stilato dall’assessore Marco Micolo sull’ultima stagione del Teatro Comunale di Casalmaggiore, una sorta di replica “indiretta” (in quanto il bilancio non conteneva un attacco, se non velato) da parte di Giuseppe Romanetti, direttore artistico del Comunale casalese per oltre trent’anni fino al 2024.

Romanetti si affida a un post su Facebook che è accompagnato dall’immagine di Pinocchio e il riferimento è proprio all’assessore. Romanetti infatti precisa di non voler giudicare la stagione ideata dal suo successore Beppe Arena (anche se in realtà il parere, tagliente, tra le righe emerge). “Benché spessissimo sollecitato, non mi sono mai espresso pubblicamente sulle scelte artistiche della passata stagione del Teatro Comunale di Casalmaggiore, né lo farò in futuro. Dovrei parlare dello svilimento di una delle stagioni, che è stata un esempio a livello nazionale, per qualità, visione, intuizione etc…. Dicono che ora contano soltanto i numeri, quindi spettatori senza testa e non persone. Ora ciò che mi sollecita un intervento è l’ulteriore scadimento di quello che fu un teatro vero”.

“Soprassediamo sul fatto – spiega Romanetti – che l’assessore ha rilasciato dichiarazioni che indicavano la scelta del ‘fornitore’, se così vogliamo chiamarlo, prima che fossero avviate le procedure amministrative per la sua individuazione, circostanza che fa pensare che queste procedure siano state impostate in modo artificioso e costruite in modo da garantire un esito predeterminato. Poiché le regole lo consentono, sarebbe forse stata una scelta più limpida quella di procedere, motivandolo, a un affidamento diretto.

La procedura scelta non consiste nella individuazione di un professionista, con un curriculum adeguato, a cui affidare una prestazione d’opera intellettuale, scelta caratterizzata proprio dal cosiddetto ‘intuitu personae’, cioè da una particolare qualità e affidabilità del professionista a cui anche per ragioni di fiducia l’amministrazione si rivolge. Scelta legittima soprattutto nel caso di prestazioni i cui esiti sono scelte artistiche”.

Il tema insomma, e la polemica, è molto “tecnica”, per così dire. “Se non erro, consiste invece in una procedura di individuazione di una ditta o associazione alla quale si chiede una unica prestazione di servizi, il cui contenuto va dalla organizzazione alla garanzia dei supporti tecnici, alla presentazione addirittura del calendario della stagione. In pratica, un pacchetto completo, equivalente alla esternalizzazione della stagione. Anche in questo caso, non con affidamento diretto ma con un confronto di offerte (non è chiarissimo se il confronto è solo sui preventivi o c’è un criterio di valutazione del progetto). Sarebbe interessante capire quali tra i soggetti invitati a presentare l’offerta l’hanno realmente presentata: se solo uno l’ha fatto, evidentemente gli altri non sono stati posti (come soggetti del mercato, non come artisti) nelle condizioni di poter presentare una proposta accettabile. E, quando ci si pone nel campo di applicazione del codice dei contratti, questo significa che uno dei soggetti è in una condizione di maggior forza rispetto agli altri, sempre che non sia stato derogato anche il principio di rotazione. Sic stantibus rebus”.

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