Imparare a coltivare la cultura:
i nuovi orti didattici a Torre
Un’aula di scienze a cielo aperto, dove poter toccare con mano sin da giovanissimi l’importanza della terra e dell’educazione ambientale.
Con questi propositi, durante la mattinata di domenica, sono stati inaugurati i nuovi orti didattici a Torre de’ Picenardi, in un’area totalmente riqualificata adiacente alle scuole elementari e medie.
Si tratta di un appezzamento di terreno lasciato per anni incolto e che oggi, grazie ad un progetto del Comune che ha visto anche la partecipazione di Regione Lombardia, rinasce a nuova vita.
Un momento sentito da tutta la comunità, celebrato con un solenne taglio del nastro, alla presenza di istituzioni, maestre ma soprattutto tanti bambini e genitori.
“L’idea di realizzare degli orti didattici nel nostro plesso scolastico – ha affermato Davide Mometto, guida naturalistica della Riserva le Bine di Calvatone e tra gli organizzatori del progetto –. Penso sia fondamentale, al fine di infondere nei ragazzi una visione verso il futuro di sostenibilità ambientale: con tutti i cambiamenti che stanno avvenendo così rapidamente nel tempo, penso sia uno dei doveri che abbiamo noi educatori”.
“Un orto didattico – spiega Mometto – non è banalmente un luogo in cui si coltivano delle verdure: è un luogo fisico, un’aula di scienze in cui si impara a coltivare la cultura. I concetti affrontati direttamente si sedimentano e questo approccio esperienziale dà una sensibilità maggiore ai ragazzi della realtà che ci circonda”.
Le attività hanno preso il via con il nuovo anno didattico, durante le consuete ore scolastiche ma non solo.
“Vedere i ‘miei’ ragazzi così pieni di energia nell’allestire loro stessi un’area che sentono loro – racconta la guida – ti riempie il cuore. Questa aula di scienze a cielo aperto è loro”.
Tanti i presenti all’inaugurazione, dal vicepresidente della Provincia di Cremona Luciano Toscani ad alcuni sindaci di paesi vicini a Torre de’ Picenardi – come Piadena Drizzona e Derovere – fino a diversi cittadini, accorsi per il momento.
“Tanta gente è venuta a scoprire un nuovo spazio – afferma soddisfatto il Sindaco Marcello Volpi – al servizio dei nostri studenti, delle nostre studentesse, del nostro plesso scolastico. Da questo punto di vista, siamo molto fortunati: come amministrazione perché possiamo contare su un corpo docenti estremamente competente, capace e disponibile; anche oggi di domenica abbiamo inaugurato l’orto didattico e loro erano qui fin dal primo mattino a lavorare per allestire questo spazio nel migliore modo possibile. Abbiamo esperti, abbiamo una collaborazione con l’oasi Le Bine di Calvatone che ci permette nel quotidiano di portare i ragazzi in questo spazio”.

“Sono enormemente grato e contento – aggiunge Volpi – perché quando vedo che il nostro lavoro ricade sulle nuove generazioni, sui nostri ragazzi, sulle nostre ragazze, credo che lì ci sia il compimento più alto del ruolo che sto e stiamo svolgendo”.
I nuovi orti didattici, che già nelle ultime settimane hanno visto diversi piccoli giardinieri al lavoro, sono stati dedicati ad Eva Mameli Calvino, importante naturalista, docente e botanica del XXesimo secolo nonché madre del celebre Italo.
Ad ogni modo, si tratta di un’iniziativa che, partendo anche da semplici mansioni e spiegazioni, punta ad insegnare ai più piccoli la bellezza della natura, da curare e preservare.

“Lavorando in una riserva – commenta in merito Mometto – mi accorgo che lasciare qualcosa negli animi dei ragazzi legato alla natura tende a far sedimentare una nuova e migliore mentalità: toccare con mano apre le sinapsi, e viene appreso qualsiasi concetto non solamente scientifico ma a livello linguistico, a livello di educazione civica, a livello artistico in un modo totalmente diverso. Tutti gli ambiti sono toccati in questo orto: arte e scienza che si uniscono in questo luogo magico”.
“Si tratta di coltivare (in tutti i sensi) un’educazione ambientale – conclude Volpi -: qui coltiviamo ortaggi, erbe aromatiche ma in realtà coltiviamo soprattutto un’attenzione alla natura da parte delle nuove generazioni, che è sempre più fondamentale e importante”.
Andrea Colla