Cent’anni di memoria: il Monumento
ai Caduti di Pomponesco

L’11 ottobre 1925 venne inaugurato il Monumento ai Caduti di Pomponesco. Cento anni dopo, Giampaolo Lucchini, ricercatore e appassionato di storia locale, ne approfitta per ripercorrere la genesi dell’opera, inquadrare il contesto storico e fornire dettagli sull’artista che ha realizzato il manufatto:
“In questi cento anni sono cambiate molte cose attorno al monumento, non ci sono più il parco delle Rimembranze, l’area di rispetto delimitata da proiettili e catene, un piccolo giardino recintato, lo dimostrano le fotografie raccolte dai cassetti di molte case del paese, ma fortunatamente il massiccio basamento in marmo e l’imponente bronzo sono ancora al loro posto, a ricordare i nomi dei quarantasei Caduti scritti sui fianchi del cippo a ‘perenne memoria’, ma che dovrebbe anche ricordare – osserva Lucchini – gli altri quindici Caduti che non vi trovano ancora posto e che dovremmo aggiungere in un elenco definitivo e riparatore.
Guardando il monumento, in primo luogo, la nostra attenzione, il ricordo e la gratitudine devono andare a quegli uomini che hanno perso la loro vita sui campi di battaglia, feriti o ammalati. Questa ricorrenza è occasione buona anche per svelare, per quanto ancora possibile, le ragioni e le caratteristiche dell’opera commemorativa, che assume lo status di opera d’arte per merito dei suoi esecutori, riconosciuti quali artisti di fama nazionale.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, il territorio di battaglia è cosparso di cimiteri, e vi è la necessità di ricollocare dignitosamente e con il dovuto rilievo queste sepolture. Ecco che iniziano a nascere i Sacrari, l’Altare della Patria, Re di Puglia, Asiago, Monte Grappa, solo per citare i più noti, mentre in tutte le città vi è il desiderio di avere il proprio riferimento, che si trasforma in opere monumentali quali archi trionfali, cippi, bronzi, lapidi, con lo scopo preciso di ricordare i nomi dei Caduti del posto”.
Lucchini prosegue nel citare la giunta del tempo che ha voluto il monumento: “Agli inizi degli anni Venti, sindaco Arturo Valentini, il Comitato, composto dal presidente Orlandelli Gioacchino e dai consiglieri: Bellini Guido, Brunelli Roberto, Chizzini Achille, Fava Attilio, Ghisini Romeo, Marasi Eugenio, Morselli Pietro, Rossi Cesare, Scaroni Luigi, Valentini Ruggero, portata a termine l’opera, invita personalità e cittadini all’inaugurazione, che si terrà l’11 ottobre 1925”.
In chiusura, alcuni riferimenti descrittivi del monumento, di cui oggi, 11 ottobre 2025, ricorre il centenario dall’inaugurazione: “Occorre una attenta osservazione per rilevare la forza espressiva degli elementi che compongono il monumento, che sono il basamento marmoreo e la scultura bronzea. Il basamento è a forma di cippo tronco-piramidale elevato su tre scalini; il materiale utilizzato è il marmo Biancone del Veronese, ed è ideato e realizzato dallo scultore Giulio Nordio di Verona, molto attivo nella produzione di opere monumentali, la cui attività è riconosciuta in diverse pubblicazioni d’arte.
La scultura bronzea, posta in sommità del cippo marmoreo, è dello scultore milanese Michelangelo Monti (1875-1946). Monti inizia il suo percorso all’Accademia di Brera di Milano e conclude gli studi all’Accademia Albertina di Torino, località nella quale la famiglia si era trasferita. La sua attività artistica è rivolta principalmente alla scultura, ottenendo molteplici riconoscimenti: suo è il “toro rampante” commissionatogli dalla nota assicurazione; numerosi sono i monumenti in onore dei Caduti realizzati nel Canavese e fiorente e varia è la sua produzione artistica.
Partecipa alla Prima Guerra Mondiale in qualità di Capitano di Artiglieria. Realizza inoltre un bassorilievo in bronzo raffigurante il volto del Maggiore Giovanni Corridori, attualmente collocato all’ingresso del Municipio del nostro comune”.

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