Severino Lodi più forte della
tempesta: "Sto bene, vado avanti"
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Nel cuore del Nepal, lungo i 2.100 chilometri del Great Himalaya Trail, un casalasco continua il suo viaggio tra le vette più alte del mondo. Si chiama Severino Lodi e sta affrontando una delle traversate più dure e spettacolari del pianeta.
Nei giorni scorsi una violenta tempesta di neve ha colpito la regione, provocando la morte di nove persone, cinque delle quali italiane. La notizia ha destato grande apprensione tra chi segue il percorso dell’escursionista, ma Severino ha voluto rassicurare tutti: sta bene e il suo cammino prosegue.
«È stata una situazione difficile – racconta – ma per fortuna si sta risolvendo. Le perdite ci sono state, lo abbiamo saputo, ma ora il tempo sta migliorando».
Lodi conosce bene queste montagne, ma ammette che quest’anno il meteo è stato più instabile che mai. «Settembre, ottobre e novembre sono sempre stati i mesi migliori per il trekking – spiega – ma anche qui il clima sta cambiando. Mai avevo trovato così tanta pioggia e neve».
Quando la tempesta si è abbattuta sulla zona del Manaslu, un ottomila del Nepal centrale, Severino si trovava nel villaggio di Samagaun, a circa 3.800 metri. Per precauzione la polizia ha imposto lo stop a tutti gli escursionisti, costringendolo a restare tre giorni bloccato. Nel frattempo molti turisti rimasti più avanti sono stati evacuati in elicottero.
Solo con il miglioramento del tempo Lodi ha potuto riprendere la marcia verso il Larkey Pass. «Man mano che salivo, la neve aumentava», racconta. «Ho fatto campo a Dharamsala, a 4.500 metri, e sono ripartito di notte, verso le due o le tre. In quel momento la neve era ghiacciata e si riusciva ad avanzare meglio, anche se in alcuni tratti superava il metro».
Nonostante le difficoltà, quella giornata è stata splendida, come testimoniano le foto che ha inviato a casa. Dopo aver superato il passo, è sceso lentamente verso valle, continuando la traversata.
Attualmente Severino si trova nella zona dell’Appanura, un po’ raffreddato ma di ottimo umore. Davanti a sé ha ancora una decina di passi oltre i 5.000 metri, resi più impegnativi dall’innevamento e dal maltempo che ha colpito tutto il nord del Nepal. «È più faticoso e un po’ più pericoloso, ma so di potercela fare», assicura.
Il maltempo ha rallentato la tabella di marcia, ma Lodi resta fiducioso: conta di recuperare aumentando le ore di cammino nelle zone meno elevate. «Il morale è alto e la meta, piano piano, si avvicina. In un percorso così lungo e lento, qualche ritardo è normale».
Il pensiero va a chi da casa lo segue con affetto. «Un grande grazie a tutti – conclude –. Mi fa piacere poter rassicurare chi si è preoccupato. È un’esperienza meravigliosa: sto conoscendo tante persone e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Ci vediamo a Natale».
redazione@oglioponews.it (servizio di Giovanni Gardani)