Casalmaggiore, teatro
ragazzi: tre giorni
con Pik Badaluk

Tre giorni di teatro per i ragazzi delle scuole domani, giovedi e venerdi, al Comunale di Casalmaggiore.
Lo spettacolo, intitolato Pik Badaluk, inizierà per ciascuna mattina sempre alle ore 10. Si tratta di una favola in musica messa in scena dall’associazione di artisti Ca’ Luogo d’Arte su testi di Marina Allegri e con la regia di Maurizio Bercini.
Ilaria Commisso, Francesca Grisenti e Paolo Codognola sarano gli artisti impegnati sul palco del Teatro Comunale di Casalmaggiore nelle prossime mattinate. Scene e pupazzi sono frutto della fantasia di Maurizio Bercini, Donatello Galloni e Ilaria Commisso. Costumi di Giuseppina Fabbi. Le musiche originali sono suonate dal vivo da Paolo Codognola, mentre i video sono realizzati da Giacomo Agnetti e Ilaria Commisso. Voce fuori campo di Alberto Branca.
Di seguito la presentazione dello spettacolo.
Nel libro La storia Pik Badaluk (Grete Meuche – Lipsia – 1922) si racconta una favola molto semplice. La storia del bambino Pik che apre il cancello del recinto, scappa dall’orto di casa e si trova in mezzo ai pericoli della foresta. Viene inseguito dal leone e si rifugia… sopra un albero di mele! E’ un’Africa di fantasia, molto ingenua, più immaginata che conosciuta. Il racconto ha il fascino delle piccole storie che aprono grandi orizzonti: sembra tutto giocato tra l’orto e la casa, ma ecco che improvvisamente dalla finestra della cucina lo sguardo si allarga verso i profumi ed i misteri delle foreste africane. E’ bella l’idea di proporre a bambini ed educatori questo sguardo così ingenuo sull’Africa per riscoprire lo stupore verso un popolo ed un paese lontano ed assai differente, ma in realtà pronto ad essere esplorato e conosciuto dietro le finestre delle nostre cucine. Reinventare un continente mettendoci le mele, i cappelletti i barconi sul Po… Per aiutare questo sogno collettivo ad occhi aperti lo spettacolo è costruito con pupazzi, immagini animate, musiche dal vivo come tessuto drammaturgico, attori, tante canzoni… per far tornare giocosa e privata la scoperta di ciò che è “diverso da me”, nel bene e nel male.
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