Cultura

Giacomo Zani e la vita in un libro: presentato volume di Cirani tra aneddoti e ricordi

"Il libro, edito da Pubbli Paolini, si intitola “L’arte, la vita. Dai grandi successi ai grandi rifiuti”, confermando il carattere aperto ma anche tutto d’un pezzo di Zani. “Mai avrei pensato di scrivere un libro su un artista contemporaneo" ha detto l’autrice Cirani. GUARDA IL SERVIZIO DEL TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Un grande della musica, un grande della lirica, un grande di Casalmaggiore. Il Maestro Giacomo Zani è stato celebrato così, al Teatro Comunale di Casalmaggiore, in occasione della presentazione sabato sera del volume scritto dalla musicologa casalese Paola Cirani, che ha conosciuto Zani in diverse occasioni, ma si è detta a sua volta stupita della possibilità di celebrare, mettendo così nero su bianco, la grandezza dell’uomo e dell’artista. Ha presenziato alla serata, con 150 persone in platea, anche il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, che ha parlato di un teatro molto affollato in questo periodo, anche se per il Maestro Zani era sacrosanto trovare spazio.

Tra i relatori, oltre a Zani e Cirani, anche Nanni Rossi, che ha condotto la serata, e il Maestro del Coro del Regio di Parma Martino Faggiani. Il libro, edito da Pubbli Paolini, si intitola “L’arte, la vita. Dai grandi successi ai grandi rifiuti”, confermando il carattere aperto ma anche tutto d’un pezzo di Zani. “Mai avrei pensato di scrivere un libro su un artista contemporaneo – ha detto l’autrice Cirani – perché solitamente sono abituata a guardare a grandi del passato, nel mio lavoro”. Zani però ha lodato il lavoro di Paola Cirani, aiutata nella ricerca anche dalla moglie di Zani, Paulette, conosciuta a Parigi dove ha sempre realizzato grandi arazzi. “Ha saputo sondare e scoprire gli antri più nascosti di casa mia, oltre che della mia personalità” ha detto il Maestro riferendosi al lavoro di Cirani.

La carriera di Zani, oltre che nelle pagine del libro, è stata ripercorsa dai filmati delle esibizioni del Maestro nei principali teatri d’Italia e d’Europa, oltre che in Corea del Sud, in Giappone e in Sud America. Già direttore stabile del Teatro Massimo di Palermo e direttore artistico del Teatro Giglio di Lucca, Zani ha ottenuto anche diversi riconoscimenti: socio onorario Lions dal 1984, premio Noce d’oro come migliore giovane direttore d’orchestra nel 1970, Premio Aspa nel 1985, quando venne assegnata la prima edizione, Cavaliere della Repubblica per meriti artistici nel 1990, premio Luigi Illica per la lirica nel 1996, premio Ponchielli nel 1999, Paul Harris Fellow del Rotary nel 2005. E ancora Zani è stato direttore artistico della casa editrice Sonzogno dal 1977 e componente del comitato tecnico della sezione lirica Siae dal 2005.

Una carriera chiusa sempre nel 2005 a Seoul dirigendo l’Andrea Chenier, opera di Umberto Giordano riportata in auge dalla recente “prima” della Scala a Milano. Faggiani ha ricordato la figura del Maestro Antonino Votto, assistente di Arturo Toscanini, più volte direttore della Callas e primo maestro di Zani. Che ebbe una grande intuizione. “Consigliò al Maestro di andare a lavorare all’estero, per potersi confrontare con una grande orchestra e questa per me è stata la chiave di volta di una grande carriera” ha detto Faggiani.

Due i momenti da ricordare: il passaggio di testimone con Riccardo Ronda, che ha interpretato al piano Fazioli la Ciaccona di Bach. “Questo è un bravo ragazzo, in tutti i sensi: e ha la stoffa per raccogliere la mia eredità – ha detto Zani stringendo la mano a Ronda – dunque gli auguro un futuro radioso: l’ho ascoltato per la prima volta anni fa a Sabbioneta e mi ha subito colpito”. Inoltre si è parlato del dono di Villa Zani al comune casalese. Prima del gran finale, col Preludio della Carmen di Bizet, e di un messaggio d’amore di Zani alla sua città, ricordando quando il 15 dicembre 1989 fu lui ad inaugurare il nuovo Teatro Comunale, completamente ristrutturato. “Quel giorno mi esibii dinnanzi al Comunale, alla mia gente, al mio pubblico, ricordando i tanti momenti, anche di tempo libero spesi proprio a Casalmaggiore, fu una gioia enorme, quello fu un giorno che non scorderò mai. Perché io mi sono sempre sentito orgoglioso di essere casalese”.

Giovanni Gardani

 

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