Lezione di Bomben
sull’Africa: “Il turismo
aiuta la conservazione”
Nella foto, Davide Bomben
“La conservazione non è mai conversazione”: parte da questa massima Davide Bomben, il ranger italiano massimo esperto dell’Africa, per spiegare che occorre andare oltre le parole per aiutare davvero il Continente Nero. E non solo a livello economico, ma anche per quel che concerne il mantenimento delle specie animali che affollano la vasta, maestosa e differenziata fauna africana.
“Se amate gli animali e la natura sarete buone guide, se li capite sarete ottime guide” ha spiegato Bomben, raccontando quello che è il primo insegnamento per i futuri tour operator che seguono la sua scuola. Invitato dalla CasalTravel, il tour operator della Diamante, inserita nel gruppo della Quality Group, Bomben ha scritto dieci libri sull’Africa e realizzato una cinquantina di documentari per Rai, Mediaset e Sky, collaborando anche con Licia Colò.
“Conoscere l’Africa pensando di essere andati in Kenya” ha spiegato Bomben “è come dire di conoscere l’Europa essendo stati solo in Italia. L’Africa ha una diversità unica rispetto agli altri continenti: è attraversata dall’Equatore, dal Tropico del Cancro e del Capricorno e ha un risvolto singolare. Il firmamento africano, grazie ad un inquinamento luminoso quasi assente rispetto all’Europa (emblematiche le diapositive mostrate, ndr), è unico al mondo: si nota proprio il movimento delle stelle. Anche per questo si parla di Mal d’Africa e non di Mal d’Asia o Mal d’America: il mio Mal d’Africa è non riuscire a staccarmi più da quel continente”.
Davide Bomben si è poi concentrato soprattutto sul Sudafrica, luogo verso il quale sarà indirizzato il prossimo viaggio. “La più grande risorsa dell’Africa non è il turismo e non sono nemmeno i diamanti: è la natura. Il bello è che per salvaguardare il territorio e questa biodiversità non occorre fare nulla o girare troppo: basta scegliersi una vacanza, diventando non turisti ma testimoni attivi del futuro dell’Africa e della conservazione della sua bellezza”:
L’Africa australe è il giusto modo per approcciare il Continente Nero, ma tutta l’Africa, secondo Bomben, è un grande tesoro. “Il Sudafrica però è quello che meglio ha reagito e incarnato il riscatto, pur avendo vissuto un embargo tremendo a causa dell’apartheid fino a fine anni ’80. Città del Capo è un crogiolo di razze e l’uomo è un granello di sabbia in mezzo al deserto. Tra l’altro questa città sarà capitale mondiale del design e dell’architettura nel 2014. Ma l’Africa è soprattutto natura, come abbiamo detto: a Limpopo, nella Riserva Naturale di 12mila ettari (120 km quadrati, ndr) si contano 42 specie diverse di mammiferi, 16 specie di antilopi, 357 di uccelli e la vegetazione trasla da un’area montana ad un’area pianeggiante. E poi sono innamorato della gente del Sudafrica”.
Bomben ha rivelato di pesare 114 kg, ma di essere un nanetto rispetto ai sudafricani. “Sono un incrocio figlio di una genetica eccezionale e questo anche perché a scuola non esiste l’ora di ginnastica, bensì i pomeriggi di cultura dello sport”. Il ranger ha poi ricordato la musica, con il jazz dal vivo suonato a Città del Capo, e tre figure chiave per il Sudafrica: Nelson Mandela, oggi in ospedale per un’infiammazione ai polmoni derivante dalle polveri microsottili respirate in prigionia, nella cava di tufo bianco; Charlize Theron, che incarna la bellezza e la gioventù del Sudafrica che vuole emergere, e Macheba, che ha fatto ballare il mondo ed era innamoratissima dell’Italia. “Con Portici” ha detto Bomben “ha creato un ponte di cultura, organizzando un concerto contro la camorra”.
Bomben ha poi passato in rassegna ulteriori bellezze di questa terra, visitabili in un tour organizzato di dieci giorni. Dai big five (i mammiferi più pericolosi, “ma solo se cacciati”), come leone, elefante, rinoceronte, leopardo e bufalo, alle origini della razza umana, rintracciabili a Nord di Johannesburg. “E a proposito, dicono sia la quarta città più pericolosa del mondo: certo con 16 milioni di abitanti è più facile avere crimini, ma sui turisti non si sono mai accaniti”. Un percorso ideale s’è soffermato a Clifton, a Sea Point, a Camps Bay, a Hout Bay, a Seal Island, l’isola delle otarie, sulla strada panoramica di Chapmans’ Bay e a Capo di Buona Speranza, dove si trova il cosiddetto Mar Mediterraneo africano. Simon’s Bay, patria del pinguino sudafricano, Moisenberg, città trasformata in set cinematografico, la zona dei vigneti, resa speciale dal vento che spira dall’Oceano e migliora la bontà dell’uva. Bomben ha suggerito anche quale vino assaggiare, come il Pinotage, il Chenin Blanc, tutti ottenuti con il metodo Cap Classique, per passare poi ai liquori (il Marula è il più gettonato) e alle birre (Castle e Lager).
Bomben ha poi parlato della piaga del bracconaggio. “A tutti gli animali della riserva mettiamo un radiocollare, proprio per capire se per caso escono dalla zona protetta; in quel caso sono in pericolo. Si pensi che dal 1° gennaio 2013 sono stati uccisi 758 rinoceronti: da due tonnellate e mezzo di animali tira via 4,5 kg di cheratina, rivenduta per un valore di 65mila dollari al chilo, il doppio dell’oro, sul mercato cinese e thailandese. Ecco perché la conservazione si fa visitando queste zone. Tra l’altro con i tour organizzati si contribuisce a finanziare un orfanotrofio locale o centri di recupero per persone in difficoltà: parte della quota di viaggio finisce proprio lì”.
Giovanni Gardani
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