Politica

Viadana, il giorno decisivo:
cronistoria di una crisi
senza precedenti

Nella foto, il consiglio comunale di Viadana

VIADANA – “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”: questo e mille altri proverbi della tradizione spiegano più di qualsiasi analisi politica la situazione in cui si ritrova oggi la Giunta del comune di Viadana, che attende ad ore il verdetto del Prefetto di Mantova Carla Cincarilli sull’eventuale commissariamento dopo il siluramento avvenuto durante l’ultimo consiglio comunale per effetto del voto contrario di minoranze e parte di maggioranza al bilancio consuntivo. Gli attacchi erano iniziati da molto tempo, praticamente da quando il sindaco Giorgio Penazzi aveva cacciato l’assessore Ines Sartori e successivamente il presidente della Stu Silvio Perteghella entrambi ritenuti non all’altezza dei ruoli assegnati. Il gruppo di Paolo Zanazzi, pur facendo parte della maggioranza di governo nel ‘parlamentino’ viadanese, ha iniziato ad entrare in conflitto col primo cittadino attribuendogli atteggiamenti dispotici e autoritari. Da quel momento la pace e l’armonia si sono allontanati dal palazzo municipale generando giorno per giorno disaccordi, tensioni e ostilità che piano piano hanno costruito una montagna di polemiche asfissianti.

Senza più armonia gli atteggiamenti si sono irrigiditi in maniera reciproca generando un’atmosfera gelida che poi ha finito per congelare e paralizzare tutta l’attività politica amministrativa. Discussioni e disaccordi sulla necessità di una Caserma dei Vigili del Fuoco, sulla sostituzione del responsabile bibliotecario, sul progetto della Cittadella della Salute. Come non bastasse è arrivata poi la bufera sull’ex assessore Carmine Tipaldi accusato di collusione con la n’drangheta, sino a costringerlo alle dimissioni. Va ricordato che tale atteggiamento da parte di una frangia del Pd viadanese ha portato ulteriore danno al partito, con l’intervento della segreteria provinciale mantovana costretta ad azzerare i due circoli viadanesi che nel frattempo si erano formati.

Dei mesi scorsi la mozione di sfiducia delle minoranze per scaricare il sindaco Penazzi: con una maratona consiliare fatta di dichiarazioni di voto infinite, è stato mantenuto lo status quo. Ciò che non era riuscito tempo addietro è avvenuto l’altra sera con il voto contrario dei ‘dissidenti’, col respingimento del bilancio consuntivo e l’apertura ufficiale della crisi. Sollevando ulteriori perplessità sulla tempistica adottata considerando che era stato approvato il bilancio di previsioni 2013, accolte le varianti di bilancio e anche l’assestamento. Alla fine, a risultare più spiazzati di tutti sono ancora una volta i cittadini viadanesi. E anche la Prefettura mantovana, che potrebbe pronunciarsi a breve, per la prima volta è alle prese con una situazione simile.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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