Politica

Il Pd a Viadana
è ancora un caos
E volano insulti

Nella foto il tavolo dei vertici e i “dissidenti”

VIADANA – All’inizio dell’assemblea, organizzata martedì sera all’Auditorium dell’Itc dal big regionale del Partito Democratico Alessandro Alfieri, affiancato dalla segretaria provinciale Antonella Forattini e dal commissario del Pd viadanese Fabrizio Santantonio per far chiarezza sulla situazione locale, vi era stata una chiara raccomandazione. “Non dobbiamo trasformare questa assemblea in uno sfogatoio” aveva detto il segretario regionale.

Una richiesta che si è poi rivelata vana perché, dopo aver commentato i recenti risultati straordinari del Pd col 42% raggiunto alle Europee e le prospettive di cambiamento nel Paese (a cominciare dalla Sanità con proposte contrapposte al famoso libro bianco preparato dalla Regione) e dopo aver dato la parola ai presenti, nell’auditorium si è scatenata una guerra verbale. In verita c’è voluto qualche minuto di imbarazzo e attesa prima che qualcuno iniziasse a sfogarsi.

A rompere il ghiaccio è stato Daniele Mozzi con un foglietto letto davanti ai vertici, ai quali ha contestato il commissariamento del circolo ribadendo di essere ancora in attesa del ricorso presentato contro tale scelta. Durissimo e violento l’attacco scatenato da uno degli iscritti storici del partito, Giuseppe Gerola, il quale senza mezzi termini ha ribadito la necessità di mandare a casa coloro che avevano portato Viadana all’attuale situazione politica e alla frattura del Partito democratico. “Qui è morto il circolo e il partito” ha espresso un cittadino, mandato coloritamente a quel paese dal capogruppo Paolo Zanazzi, che era stato accusato di non essersi mai interessato alle frazioni.

Nonostante l’invito ad un atto di umiltà e coraggio nel fare tutti un passo indietro per favorire nuovi ingressi nel partito, come sollecitato dai vertici, la discussone al contrario si è trasformata in una rivendicazone reciproca di accuse e veleni che era difficile immaginare rimanessero in gola ai contendenti. Anche perché i cinque o sei dissidenti non avevano fatto nulla per avvicinarsi al resto degli iscritti, isolandosi al contrario in un angolo della sala come se volessero costituire una congregazione a parte.

Alfieri su questo aspetto è stato molto chiaro dicendo che non si accetteranno più espressioni differenti da parte di vari circoli e imponendo una voce unica che parlerà a nome di tutti gli iscritti. Ci sono state grida, inviti ad andare a quel paese e interruzioni verbali che hanno fatto perdere stile e concentranzione alla riunione. Ad un certo punto è sembrato che i vertici del Partito si mettessero le mani nei capelli dichiarando di non trovare più il bandalo della matassa. Ma sia Santantonio che Alfieri al contrario hanno ammesso di avere per le mani situazioni ancora peggiori rispetto a questa di Viadana, trovando sempre la soluzione. L’invito finale quindi è stato quello di rimboccarsi le maniche e trovare nuovi iscritti da adesso sino a metà ottobre in preparazione del congresso.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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