Politica

Zona 30, polemica
dai toni alti su Facebook
E via Baldesio cambia

Nella foto via Baldesio così come si presenta dopo lo smantellamento della Zona 30

CASALMAGGIORE – Non è stata una mattinata indolore in via Baldesio, quella di lunedì. E del resto era quello che ci si aspettava: difficile abbandonare senza rimpianti, almeno da parte dei residenti e di chi s’è sempre speso a sostegno della Slow Town, con Giancarlo Simoni in testa, un progetto durato poco più di tre mesi e per il momento accantonato.

Come già la nostra testata aveva avuto modo di scrivere a metà della scorsa settimana, quando cioè vennero posti i cartelli che segnalavano lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale partendo proprio da via Baldesio, ora il dibattito tra amministrazione e sostenitori della Zona Slow sta tutta nel futuro stesso della strada del centro storico di Casalmaggiore. Da un lato c’è chi lamenta il fatto che con quelle strisce indelebili la zona 30 non si potrà più fare, perché dal porfido è particolarmente difficile rimuovere una vernice passata peraltro fresca fresca in mattinata; dall’altro l’amministrazione assicura che tutto è ancora possibile e che si aspetta sempre il progetto di Matteo Dondè, il quale da accordi dovrebbe presentarlo tra fine settembre e inizio ottobre. Un progetto che riguardi l’intera via Baldesio e probabilmente via del Lino, anche se alcuni commercianti, su spinto dei promotori di Slow Town, vorrebbero che la zona 30 si estendesse anche sull’intero centro storico.

Il punto è che la polemica, tra botta e risposta, mentre gli operai del comune hanno risistemato la segnaletica orizzontale con le righe per i parcheggi e la ditta vivaistica di Canneto sull’Oglio ha rimosso l’arredo urbano posticcio piazzato nella via per favorire la creazione di stalli appositi e di chicane per rallentare le auto di passaggio, s’è scatenata anche su Facebook: Giancarlo Simoni, che aveva promesso battaglia, è stato di parola, ha riportato una foto con Filippo Bongiovanni e Claudio Silla prima del ballottaggio in visita alla Slow Town, e poi ha riportato un discorso dello stesso Bongiovanni, oggi sindaco, nel tentativo di evidenziare contraddizioni. “Sono rimasto veramente stupito ed impressionato” aveva detto Bongiovanni “verificandolo in prima persona, dalla bontà del progetto e l’ho condiviso con la mia squadra. Una proposta intelligente, peraltro compatibile con il codice della strada, che consentirebbe di risolvere molteplici problemi nel centro storico della nostra città: sull’aspetto della sicurezza stradale per pedoni e ciclisti, ma anche sul versante della socialità, un traffico rallentato e un arredo urbano migliore invogliano i cittadini, ma soprattutto le famiglie coi loro bambini, a riversarsi sulle strade e a ritrovare quegli spazi che si erano perduti, di conseguenza anche le attività commerciali ne gioverebbero”.

“I dati presentati dall’architetto Matteo Dondè” prosegue così il discorso di Bongiovanni “che ho avuto il piacere di conoscere, la dicono lunga sugli effetti benefici anche per il commercio. Vedendo così via Baldesio, penso che molte altre vie del centro storico si possano prestare alla stessa soluzione, facendo rifiorire la città nella lotta contro il degrado. Credo sia un progetto fantastico da mandare in porto nel corso del nuovo mandato amministrativo. Ho quindi sottoscritto con entusiasmo la proposta di rendere definitivo il limite dei 30 orari per la circolazione dei veicoli e il posizionamento degli arredi urbani”.

A Simoni, che ha riportato le parole del sindaco, ha però risposto proprio il primo cittadino poco sotto: “Confermo parola per parola” risponde il sindaco “. Altrimenti né avremmo esteso durata, né avremmo mai parlato in seguito con Dondè. Ho anche detto ad alcuni amici dell’organizzazione sul posto che: 1) dovrebbe durare di più (in quel momento era nel corso della manifestazione e doveva durare tre giorni) la sperimentazione per verificare ogni singola problematica con i residenti e non; 2) non poteva essere quello l’arredo urbano se si voleva renderla definitiva perché a mio avviso non sufficientemente sicuro”.

A sua volta Simoni ha risposto che sarebbe bastato trovare un accordo per sostituire le piante con vasi più basi e per risistemare le strisce oltre ad alcuni dettagli, senza bisogno, secondo Simoni, di smantellare l’intera zona, perché ora i rischi per la sicurezza, specie dei più piccoli, tornano ad essere enormi. “Non avete ora alcuno strumento per garantirci la sicurezza 24 ore su 24″ ha detto Simoni”. A dare man forte a Simoni anche Annamaria Piccinelli, che era in lista con Claudio Silla alle scorse elezioni e sempre nella stessa discussione interviene così. “Nella delibera si dice che la deroga stessa doveva essere realizzata in un “contesto di ripristinata sicurezza” il quale ripristino consisteva nella realizzazione di tutti i suggerimenti del comandante Silvio Biffi tra cui anche l’abbassamento delle piante e il posizionamento delle stesse su basi mobili. Queste modifiche, specie la prima, avrebbe ridotto enormemente le criticità sollevate in precedenza e nel corso dei successivi due mesi avrebbe contribuito ad aumentare l’apprezzamento dei residenti”. La stessa Piccinelli accusa anche l’assessore Vanni Leoni di non avere avuto il coraggio di mettere mano al Put.

Simoni sembra quasi spezzare una lancia a favore del sindaco, accusandolo solo di non avere gestito in prima persona la pratica. “Era già tutto pronto, ma un certo signore è passato da Biffi è ha bloccato tutto. So che sei favorevole” scrive Simoni rivolgendosi direttamente al sindaco “ma hai delegato alla persona sbagliata. Adesso ci troviamo con la strada di nuovo pericolosa e per un anno saremo in balia degli automobilisti”. A intervenire sono anche alcuni residenti: “e saranno sempre di più” si sfoga Simoni “perché questa decisione non ha reso nessuno contento in via Baldesio.

Nel mentre viene annunciato l’arrivo, previsto ad ottobre, anche di Franco Piacentini, ossia il responsabile dell’Associazione Vittime della Strada di Modena, che osserverà la viabilità di via Baldesio e poi fornirà le sue conclusioni. In attesa di questa visita che sicuramente non passerà inosservata, come volevasi dimostrare la zona 30 rimane il problema clou di questi giorni a Casalmaggiore: tra posizioni che a questo punto appaiono inconciliabili e l’intervento anche della politica, che sposta gli orizzonti un po’ più in là di quello che pareva essere una semplice questione di viabilità. Come, del resto, ci si attendeva ampiamente.

Giovanni Gardani

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