Aperto, chiuso e con
i pattinatori? L’argine
fa parlare i casalesi
Nella foto l’argine con la chiesa di Santa Maria
CASALMAGGIORE – E’ decisamente la viabilità il tema caldo dell’inverno casalese. Dopo essere passata dal consiglio comunale e da un’ulteriore battaglia a colpi di comunicati stampa e replica a livello politico, ora la viabilità, anche se non riferita direttamente a via Baldesio e a Slow Town, occupa anche i social network, al solito un termometro ideale per misurare l’opinione pubblica.
E’ persino nato un nuovo gruppo che chiede la riapertura dell’argine maestro al traffico: va detto che le adesioni sono state piuttosto tiepide, tanto che il gruppo “Riapriamo l’argine di Casalmaggiore” ha collezionato per ora solo una cinquantina di “Mi piace” in una settimana circa. Ma al di là del dato numerico, è interessante lo spunto, dato che il gruppo, nato forse inizialmente come provocazione o come richiesta di effettiva apertura dell’argine, che come noto è chiuso al traffico in alcuni suoi tratti, sta cercando di collezionare anche qualche idea alternativa e di raccogliere proposte dal basso, ossia dai cittadini. Il punto, secondo i promotori del gruppo stesso, è che l’apertura dell’argine potrebbe favorire e facilitare lo smaltimento del traffico su altre strade del centro già congestionate, in particolare in alcune ore della giornata, ossia la mattina presto (orario in cui si va al lavoro) o nel tardo pomeriggio (orario di rientro).
La discussione, in alcuni casi molto accesa, vede al momento una prevalenza nettissima (quasi totale) dei “no” alla riapertura, per motivazioni svariate, che comunque hanno a che fare con tematiche ecologiche e salutiste, dato che l’argine è spesso stato definito come una palestra a cielo aperto, dove poter andare in bicicletta, di corsa o a piedi in sicurezza. In effetti, considerando le mosse politiche dell’attuale amministrazione (peraltro con un favore bipartisan), è praticamente impossibile che l’argine possa essere aperto al traffico: tra le ultime decisioni, infatti, vi è l’adesione a Vento, progetto illuminato anche se per il momento ancora in embrione che mira a creare una grande ciclabile da Torino a Venezia lungo l’argine del fiume Po. Avendo Casalmaggiore appoggiato questo progetto, se l’amministrazione decidesse di aprire l’argine andrebbe incontro a un clamoroso controsenso, anche se il consigliere con delega alla Golena Orlando Ferroni, durante l’ultimo consiglio, non ha scartato questa ipotesi, restando comunque isolato sulle sue posizioni. Non solo: sia la precedente giunta Silla che l’attuale giunta Bongiovanni hanno convenuto, in periodi amministrativi diversi, sulla necessità di spostare dal centro storico (e in parte dunque anche dall’argine) il traffico “di passaggio”: un altro indizio che esclude questa rivoluzione. Rimane però il fervore sulla tematica, tanto che la viabilità si conferma uno spunto di riflessione più che mai attuale.
A tal proposito, registriamo anche una proposta relativa proprio all’argine, di segno opposto rispetto a chi ne chiede la riapertura: dato che teoricamente non è permesso praticare pattinaggio sull’argine (se ne parla all’articolo 28 del regolamento di Polizia Urbana appena approvato) ma posto che nessuno è mai stato multato per tale “reato”, c’è chi propone di inserire, anche per uscire dal possibile impasse, come accade a Bolzano e più in generale in Trentino Alto Adige, degli appositi cartelli stradali che possa istituire una sorta di corsia privilegiata per i pattinatori. Per fare sport all’aperto e favorire questa attività ludica e salutare insieme. In sostanza due poli opposti e due divergenti correnti di pensiero: e in mezzo, in tutta la sua maestosità, l’argine di Casalmaggiore e il Grande Fiume, tornato a interessare ai casalesi non più soltanto per la piena…
Giovanni Gardani
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