Sport

Mondiale di Rugby U20
presentazione e team
da vertigini

Nella foto, la presentazione del Mondiale di Rugby a Palazzo Lombardia

MILANO – Se dal 39esimo piano del nuovo Palazzo di Regione Lombardia si vede tutta Milano, a Cremona il prossimo 20 giugno, esagerando un po’, potremmo dire che si vedrà tutto il mondo. Il Mondiale under 20 di rugby comincerà soltanto il prossimo martedì ma con l’arrivo in Italia di tutte le dodici nazionali che prenderanno parte alla kermesse, la seconda per importanza dopo il Mondiale seniores che si giocherà a settembre in Inghilterra, e soprattutto con la conferenza di questa mattina a Milano, il count down è ufficialmente iniziato. Un vernissage prestigioso per un torneo che, in 30 partite e cinque diversi giorni di gare spalmati tra Parma, Calvisano, Viadana e Cremona, richiamerà l’attenzione di ben cento paesi collegati via satellite per seguire l’evento. Alla conferenza di questa mattina, aperta dal governatore Roberto Maroni e dall’assessore allo Sport Antonio Rossi, hanno preso parte anche Alfredo Gavazzi, presidente della Federazione Italiana Rugby, che ha svelato un’anteprima.

“Speriamo che questa kermesse possa fare da trampolino per ospitare il Mondiale Seniores nel 2023, prima data libera alla quale la nostra Federazione intende candidarsi. Dopo che nel 2011 abbiamo ospitato il Mondiale under 20 in Veneto, stavolta ci è sembrato giusto scegliere la Lombardia, che con 16mila tesserati è la regione italiana dove il rugby ha attecchito di più” ha detto il numero 1 della Fir. Insomma l’Italia con questo Mondiale vuole dimostrare di poter meritare un’altra kermesse ancora più importante. Un po’ come Cremona che, rispondendo in massa al test match Italia-Isole Fiji il 16 novembre 2013, ha colto la sua occasione, entrando di diritto in questa manifestazione under 20. Senza dimenticare Viadana, naturalmente, che ospiterà ben nove match, vedendo premiata una tradizione rugbistica di lungo corso. Manca Milano, perché come Gavazzi ha confermato, gli stadi meneghini e comunque limitrofi non erano pronti, mentre l’unico impianto ad hoc, il Brianteo di Monza ha pagato la grave crisi societaria del Monza Calcio. Una situazione della quale hanno goduto centri più piccoli e periferici ma meritevoli o perché storicamente impegnati nello sport della palla ovale o perché – è il caso proprio di Cremona – “hanno saputo – parola di Gavazzi – creare una cornice splendida con un impianto come lo Zini da 20mila spettatori”. Peraltro sempre a Cremona, al termine del torneo, è previsto il terzo tempo collettivo in piazza del Duomo, con tutti i tifosi del Mondiale e gli addetti ai lavori, per una serata di festa, comunque vada a finire, difficile da dimenticare.

Per rendere l’idea dell’importanza di questo Mondiale under 20 basti ricordare che la Feder World Rugby investe 2,5 milioni di euro, mentre nelle sette edizioni precedenti sono stati oltre 350 gli atleti arrivati poi nel grande rugby e a giocare un Mondiale seniores. Alessandro Troncon, ct della Nazionale, è parso molto realista. “Il nostro obiettivo è rimanere nella categoria Elite, per poter restare nelle dodici che affronteranno il Mondiale anche l’anno prossimo. Sappiamo che Nuova Zelanda, Inghilterra, Sudafrica e Irlanda hanno qualcosa in più delle altre: noi dobbiamo evitare l’ultimo posto (unico che porta alla retrocessione nel ranking, ndr) e se possibile toglierci qualche soddisfazione. La spinta del pubblico e la voglia di non sfigurare possono darci forza”. Va detto però che, sotto gli occhi dell’assessore allo Sport di Cremona Mauro Platè, del neo presidente Coni Lombardia Oreste Perri, tra i primi a pensare di candidare la nostra città come sede della finale durante il suo mandato di sindaco e di Gianni Fava, assessore regionale di origini viadanesi, il capitano azzurro Paolo Buonfiglio ha la stazza giusta per guardare negli occhi Ewels, capitano dell’Inghilterra campione in carica, e Moli, guida dai Baby Blacks neozelandesi, favoriti d’obbligo. Almeno nella foto di rito, il nostro azzurrino, da padrone di casa, era in testa. In campo poi, come sempre, sarà durissima, quasi impossibile, ma si vedrà…

Giovanni Gardani

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