Cronaca

La siccità fa riemergere
il passato. Un treno
sotto ponte di Marcaria

Nella foto Mariotti sul posto e i resti del treno

MARCARIA – C’è un treno nel fiume Oglio sotto il ponte di Marcaria. La curiosa e per certi versi impressionante notizia ha cominciato a circolare nei giorni scorsi nel territorio tra San Martino e Marcaria sollevando dapprima scetticismo e poi curiosità sino a trovare conferma nella testimonianza visiva diretta, andando sul posto a vedere. Per arrivarci occorre percorrere la statale 10 tra Ospitaletto e Bozzolo. Raggiunto il ponte di Marcaria si deve lasciare la macchina e attraversare a piedi i binari della ferrovia e poi lasciarsi scivolare giù dall’argine tra l’erba e le ortiche.

C’è un altro tragitto più lungo ma più comodo per la macchina arrivando da San Martino, ma poi ci si deve sempre affidare all’equilibrio e alla fortuna di non cadere saltellando tra le pietre scivolose per raggiungere uno dei piloni del ponte in ferro. Qui, con una immagine impressionante, affiora la parte finale di un treno con i caratteristici respingenti collegati al resto del convoglio. La parte del vagone, di una lunghezza di circa sei metri, sprofonda nell’acqua confondendosi con la fanghiglia e alte parti in legno che si sono conservate nonostante il tempo trascorso. A quel punto la scoperta fa tornare alla mente il periodo bellico dove proprio questo territorio era particolarmente bersagliato dai bombardamenti.

Attraverso i resoconti storici e i racconti degli anziani, si viene a conoscenza che gli inglesi si preoccupavano tra il 1943 e il 1944 di distruggere ponti e viadotti per tagliare la via di fuga al nemico tedesco. A Marcaria venne preso di mira un treno carico di armi e munizioni, colpito proprio mentre attraversava il ponte in ferro che saltò per aria assieme al convoglio. Fu un’esplosione tremenda con i vagoni e la motrice finiti in acqua senza lasciare scampo a chi vi era dentro.

Non risulta che siano stati attivate operazioni di recupero dei resti finiti in acqua, dando per scontato l’esito della immane tragedia. Una delle rotaie in ferro venne portata nella chiesa di Marcaria dove tuttora è conservata a perenne ricordo della grave disgrazia. Adesso con il livello così basso dell’Oglio emergono impressionati cimeli di quella tragedia con parti del treno visibilissime ad occhio nudo. Oltre ai respingenti del treno e al pezzo appartenente con molta probabilità alla locomotiva trainante, affiorano chiodi in ferro, pezzi di traversine esplosi in seguito al bombardamento e proiettati in ampio raggio del fiume dove adesso, tra il pietrisco saltano fuori.

Tra i primi a scoprire i resti del treno, un idraulico di Marcaria Enzo Mariotti, che si è anche reso disponibile ad accompagnare nel non facile tragitto di avvicinamento cronisti e fotografi. Da un paio di giorni la zona, che prima era soltanto un angolo tranquillo di fiume frequentato da pacifici pescatori, si è trasformata in un ambiente preso di mira da un improvviso via vai di curiosi attratti dai macabri resti affioranti ai quali si è aggiunta pure la testa appuntita di uno strano animale di origini misteriose.

Rosario Pisani

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