Economia

Composad di Saviola
conquista la Cina
Successo a Shanghai

Nella foto due momenti dell’esposizione cinese

SHANGHAI – Una prima volta di grande impatto, in compagnia di marchi illustri: Composad, business unit della Saviola holding nel settore del mobile, nata nel 2000 e diventata in pochi anni la prima azienda italiana produttrice di mobili in kit, ha fatto il proprio esordio alla Fiera Furniture China – Shanghai 2015 (9-12 settembre) registrando un successo immediato di prodotto e di partecipazione, grazie anche a partnership di assoluto prestigio come Technogym, Caffè Castorino, Seletti, Ilide Illuminazione, Indikon – Carpet Edition, Aurora Sofà ricreando in Oriente un’ambientazione 100% Italian Feeling. E sono proprio tali sinergie e il conseguente risultato presentato in questi giorni nella città orientale a spiegare il significativo interesse e la curiosità verso Composad da parte degli addetti ai lavori, come confermato dall’affluenza di visitatori sin dal primo giorno della kermesse cinese.

La Saviola holding si mantiene quindi protagonista anche nel campo dell’arredo Made in Italy, invertendo sensibilmente l’approccio tenuto da molti verso il mercato cinese, in passato ritenuto una opportunità commerciale utile all’importazione di prodotti e semilavorati a basso costo e da pensare invece ora come “un mercato emergente per le produzioni italiane d’eccellenza dove avviare con ottime speranze di successo il nostro concetto di Italian Home Design”, spiegano i rappresentanti del Gruppo da Shangai, dove sono state messe in vetrina linee dedicate all’arredo domestico, dalla camera da letto al living, senza trascurare l’home office, già consolidate in Paesi in cui la compagine viadanese è presente, come la Germania, la Francia e il Medio Oriente.

“Il successo di Composad in Cina – spiegano i vertici – è inoltre frutto di una concezione di valori imprenditoriali condivisi con le realtà partner citate ed è, al contempo, la testimonianza che, nonostante una situazione economica ancora non ottimale, se si punta sulla qualità e se si cerca di “fare gioco di squadra”, il Made in Italy può davvero parlare con successo linguaggi commerciali anche molto diversi dal proprio come quello cinese”.

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