Via Cairoli da
Gran Premio, si alza
la protesta dei residenti
Nella, l’incidente di giovedì
CASALMAGGIORE – Un incidente singolare nella dinamica ma purtroppo non così infrequente. Casalmaggiore si interroga ancora una volta sul problema della velocità, perché questa volta il morto non c’è stato, ma porre rimedio prima della tragedia è, o dovrebbe essere, una priorità. La colpa per qualcuno è di un Piano Urbano del Traffico che da anni, anzi da decenni – e conta poco il colore dell’amministrazione in questo caso – ha sempre favorito i mezzi motorizzati, le auto in particolare, tralasciando i diritti di pedoni e utenza debole. Altri invece rimproverano aspramente l’errore del singolo, dell’autista, che guidava senza testa, come si suol dire. Pensieri, parole, opinioni.
E per Casalmaggiore un duplice fronte critico. Da un lato l’Asolana, arteria intasata e sovraccaricata, che avrebbe potuto respirare grazie ad una tangenziale mai arrivata. Dall’altro i rally, come li chiama qualcuno, anche in centro storico e nelle vie limitrofe. Dal volo in via Guerrazzi il 14 maggio 2014 dell’automobile che, per evitare un mezzo del comune, finì su una fiancata col ferimento dell’autista, all’episodio clamoroso, del 13 gennaio 2013, che a Casalmaggiore ancora ricordano, quando un’automobile impazzita, in piena notte, piombò sul listone devastando panchine e facendo schizzare marmo e porfido a metri di distanza. Per fortuna non passava nessuno, in quel caso, così come nessun pedone stava transitando da via Cairoli ieri sera, poco dopo le 18.30, quando una Renault Clio per scartare una Croma in manovra di parcheggio, s’è ribaltata, sdraiandosi su un lato e soprattutto sopra il marciapiede. Un colpo di fortuna, un puro caso che nessuno si sia fatto male, tenendo anche conto della presenza di un bar tabacchi a zero metri, in pratica, dal luogo del sinistro. Pochi metri più avanti una mamma col passeggino stava transitando giusto pochi secondi prima dello scontro. E se si fosse trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato?
La polemica parte dagli Amici di via Cairoli, che lamentano le velocità da Gran Premio che si tengono in questa via, in particolare in uscita dalla zona del centro e in direzione Vecchio Ospedale (la strada è a senso unico). Proprio in via Cairoli il 3 luglio 2014 l’architetto Matteo Dondé, artefice di Slow Town in via Baldesio, parlò ai residenti per proporre una soluzione simile che potesse, tramite l’utilizzo di arredo urbano specifico e la creazione di chicane, rallentare la velocità media, che in alcuni punti supera i 90 all’ora, su una strada da 50 e forse, dice qualcuno, al massimo da 30. Ora, istituire appunto una zona 30 come in via Baldesio non sarà probabilmente la panacea di tutti i mali, ma è comunque una possibile soluzione, percorsa solo in parte in attesa di nuovi provvedimenti o magari chissà di qualche idea migliore (che però al momento latita). Quel che è certo è che le decisioni da prendere per la viabilità devono essere veloci e serie, prima che ci scappi il morto. Perché una carambola del genere può starci in un Circuito di Formula 1, ma in pieno centro storico non ha proprio ragione di esistere.
Giovanni Gardani
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