“Nel mantovano
abbiamo oltre
720 profughi”
Nella foto, l’incontro a Bozzolo
BOZZOLO – Il viceprefetto di Mantova Angelo Araldi riesce sempre ad evitare che la discussione sui profughi deragli verso polemiche pretestuose. E’ successo due settimane fa a Rivarolo Mantovano e ancora venerdì sera a Bozzolo dove l’assemblea ha ascoltato con atteggiamento composto gli interventi dei vari relatori moderati dal direttore della Gazzetta di Mantova Paolo Boldrini. Tra di loro Luigi Benevelli dell’Anpi e due rappresentanti della Caritas mantovana e cremonese oltre al presidente della Pobic, una delle Cooperative che propone ospitalità ai profughi, Paolo Novellini. Araldi, facendo leva sulla sua esperienza e capacità dialettica, ha spiegato l’afflusso straordinario a cui l’Italia sta assistendo per la prima volta nella sua storia elencando i doveri d’accoglienza che la nostra società è chiamata a prestare. “Nel mantovano abbiamo attualmente 720 profughi che in poco tempo arriveranno a 800. Con questi numeri, se tutti collaboriamo non ci saranno situazioni di emergenza per nessuno anche se non sappiamo ancora a quali livelli il fenomeno potrà arrivare”. Il viceprefetto è stato abile anche nel glissare sulla polemica dei sindaci messi difronte al fatto compiuto nonostante Giuseppe Torchio avesse inserito nel suo discorso d’introduzione la nota questione. A dargli sostegno l’intervento di una componente l’opposizione nel Comune di Tornata la quale ha ribadito il fatto di essersi trovata con 14 profughi in paese senza sapere né come né quando.
Angelo Araldi ha anche ripetuto i criteri di assegnazione per queste persone bisognose di assistenza garantendo un controllo ferreo nei confronti dei soggetti che si proponevano di ospitarli. Un secondo intervento molto più deciso lo ha svolto un residente il quale senza rifiutare il senso dell’accoglienza si domandava se esplicata in quel modo la si ritenesse utile e positiva. Riferendosi a decine e decine di profughi rinchiusi in una stanza o a bighellonare sulle strade come in effetti capita di assistere sul territorio.Differenti le posizioni dei due responsabili Caritas. Situazione sostenibile per il mantovano, all’opposto per il cremonese il quale si trova ad operare in un territorio difficile forse anche per la presenza di schieramenti politici su cui però non è voluto addentrarsi. Benevelli ha spiegato perché l’Anpi si fosse inserita nella questione profughi ricordando quanti problemi e sofferenze fossero sorti sulla pelle dei nostri connazionali a suo tempo. Ciò che non è stato probabilmente bene messo in evidenza la questione dei 35 euro al giorno per ogni profugo. Si è detto che nemmeno un euro esce dalle Amministrazioni comunali per questo tipo di sostegno precisando che si tratta di bacini finanziari differenti.
Rosario Pisani
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