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Pomponesco, "la bici era in carbonio, altro che". Panizzi e Fava all'attacco di Baruffaldi

Fava insiste sulla metafora sportiva, stavolta più calcistica (“Baruffaldi dal 2012 ad oggi non ha toccato palla”), e poi va all’attacco. “Si è aperto uno scenario nuovo: ho parlato nei giorni scorsi con Anna Lisa Baroni e siamo d’accordo: nel 2017 il centro-destra si ripresenterà compatto con un candidato giovane e valido".

Nella foto Panizzi e Fava

POMPONESCO – Pomponesco sarà, assieme a Gazzuolo e a Bozzolo, il primo comunque comprensoriale ad andare al voto in ordine cronologico, dato che le elezioni si terranno nella primavera 2017, la prossima. Ma a scaldare i motori, e la campagna elettorale, pensano da subito i due ex sindaci che hanno preceduto Giuseppe Baruffaldi, attuale primo cittadino. Una continuità nel segno della Lega Nord, quella che ha portato nel ruolo di sindaco prima Gianni Fava dal 1993 al 2002 e poi Daniele Panizzi dal 2002 al 2012. Poi, come detto, il cambio di rotta con Baruffaldi.

“Il quale sta muovendo accuse poco intelligenti – attacca Panizzi – . Sono stato zitto per quattro anni, a volte ingoiando il rospo, perché fa parte del gioco. Tuttavia l’ultima uscita di Baruffaldi, che pure considero un amico, non mi è proprio piaciuta”. Il riferimento è alla metafora ciclistica usata in una recente intervista al nostro giornale dallo stesso sindaco, che ha detto di avere ereditato dalle precedenti amministrazioni una bicicletta senza pedali, senza ruote e senza catena. “In realtà gli abbiamo lasciato una bici in carbonio – precisa Panizzi – che per vent’anni ha fatto di Pomponesco un vero gioiello. Baruffaldi è bravo a organizzare qualche piccola festa, come già accaduto quando era presidente della Pro Loco locale, e amministra il comune allo stesso modo: ma doveva rendersi conto di avere in mano qualcosa di più importante. E già la stessa Pro Loco necessitava di ripianare il bilancio quasi ogni anno, perché andava in passivo. Sono stato in consiglio comunale per la prima volta dopo quattro anni e ho visto una incredibile pochezza. E intanto in paese i cassonetti sono pieni di rifiuti e le strade continuano a essere rotte: manca proprio la base”.

L’attacco di Gianni Fava è frontale. “La mia carriera politica è iniziata da Pomponesco, il mio paese, e il mio modo di amministrarlo è stato sempre il mio primo biglietto da visita. Per vent’anni è stato uno dei piccoli centri più dinamici ed effervescenti della Bassa: fatte le debite proporzioni, parliamo di uno dei paesi più infrastrutturati del comprensorio, con un centro sportivo gioiello, una piazza riqualificata, un piccolo teatro che è un modello, una buona viabilità e nessun cantiere lasciato aperto. Tutto questo sotto la mia amministrazione e quella di Panizzi: ora, il fatto che il signor Baruffaldi, che in quattro anni non ha fatto nulla, dica che le colpe del suo fallimento sono di chi c’era prima, è davvero di pessimo gusto”.

Fava insiste sulla metafora sportiva, stavolta più calcistica (“possiamo dire che Baruffaldi dal 2012 ad oggi non ha toccato palla”), e poi va all’attacco. “Si è aperto uno scenario nuovo: ho parlato nei giorni scorsi con Anna Lisa Baroni (consigliere regionale di Forza Italia, ndr) e siamo d’accordo: nel 2017 il centro-destra a Pomponesco si ripresenterà compatto con un candidato giovane e valido. Non possiamo lasciare il paese in queste mani incapaci, abbiamo il dovere morale di fare qualcosa: Baruffaldi vinse perché il fronte moderato nel 2012 si spaccò. Si tenga pronto: nel 2017 sarà diverso”. Intanto Fava sarà a Pomponesco la settimana prossima per iniziare a preparare il terreno per le prossime amministrative. Manca ancora un anno, ma la rincorsa è già partita.

Giovanni Gardani 

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