Politica

Consiglio, maggioranza interpella se stessa e le opposizioni protestano

Torrione, Padania Acque, sfalcio dl verde, farmacia e attracco. Casalmaggiore ha un patrimonio verde importante - ha spiegato Leoni - di fatto negli anni il patrimonio è aumentato, ma non è aumentato il numero del personale dedito a questa attività.

Nella foto uno degli angeli di San Rocco e il torrione

CASALMAGGIORE – Un Consiglio Comunale in cui l’amministrazione interpella se stessa. Non piace alle minoranze – come modalità – poiché tronca il momento della discussione e riduce il dibattito a due referenti, chi interpella e chi risponde. E se chi interpella e chi risponde fa parte dello stesso gruppo politico ecco che l’esposizione rischia di divenire – come nel caso della Farmacia – un mero elenco di ciò che si fa e che si è fatto. Una specie di spot insomma, a detta delle minoranze. Questo l’elemento caratterizzante e pure il punto di maggior attrito della prima parte del Consiglio Comunale, quella dedicata alla discussione di mozioni (due) e delle interpellanze (tre) delle due ore che per regolamento vengono dedicate alla materia.

TORRIONE ESTENSE – E’ l’unica mozione presentata dall’opposizione, nello specifico da Ilenia Sortino e Maurizio Toscani (Listone) discussa ieri. Una sorta di mantra, quello di uno dei simboli della città, che di tanto in tanto torna. Con poche speranze invero di arrivare ad una qualche soluzione, poiché di soldi per una sistemazione adeguata (che prenda in considerazione cioè, oltre al manufatto estense pure gli altri edifici collegati, i depositi e la struttura in gestione all’Aipo e la Chiesa di San Rocco che appartiene alla diocesi) costa parecchio. Molto di più di quanto un’amministrazione possa mettere di tasca propria. Ad esporla – per l’assenza giustificata del consigliere Toscani – la consigliera Sortino, che ha voluto fare una premessa: “La situazione del Torrione, sotto gli occhi di tutti, negli ultimi anni si è aggravata – ha spiegato – e nella parte anteriore vicino all’ingresso si è verificato il crollo di una parte del tetto anche a seguito della nevicata dello scorso inverno. E’ evidente che se si lascia un edificio già ammalorato dal tempo e dal terremoto in quelle condizioni non può che aggravare la situazione”. Travi ammalorate, gronde ridotte male, e grate per i piccioni che non servono ormai più a nulla. “E’ evidente – ha rimarcato la consigliera – che negli ultimi anni si è fatto poco o nulla e che c’è stato disinteresse”. Il Listone ha chiesto che l’Amministrazione si impegni almeno a coprire l’ultimo squarcio del tetto e a verificare che almeno venga garantita la sicurezza, con interventi ed una verifica periodica delle parti messe peggio. E a continuare a cercare fondi per quel simbolo della città che rischia di scomparire. A rispondere in prima istanza è stato direttamente il sindaco Filippo Bongiovanni: “Beh, insomma – ha risposto il primo cittadino – disinteresse direi proprio di no. Sono stati nel corso di questi anni tentati e progettati diversi interventi possibili. Vorrei sottolineare che il torrione in quanto tale non ha problemi strutturali così gravi come sottolineato nella mozione, ma sono gli immobili nel complesso, nelle strette attinenze del Torrione. Vorrei ricordare che un po’ tutti i miei predecessori tentarono di fare qualcosa, e in tempi in cui lo Stato alcuni interventi venivano effettuati. Con Luciano Toscani venne fatto un progetto a firma di Caprara, era il 2007. Un progetto di recupero da un milione di euro per trasformare la struttura in museo etnografico. Cercando di reperire fondi. Ma non ci fu mai la possibilità di reperirli nonostante i tentativi fatti. C’è stato poi un nostro tentativo di un progetto più ampio che prendeva sia i depositi e la struttura del demanio in concessione all’Aipo che la Chiesa di San Rocco presentato in un progetto nuovo candidato agli Emblematici Maggiori che però poi non era stato premiato. Era stato cambiato un po’ l’indirizzo del progetto, si era virato sul cinema. Ora il connubio con l’Aipo e diocesi si è staccato. Poi abbiamo sensibilizzato la cittadinanza a partecipare a quella raccolta di mail promossa dal presidente del Consiglio Renzi, che destinava 150 milioni di euro a progetti di recupero di monumenti, ambienti e paesaggi. Ha lanciato questa campagna di maggio. Molti cittadini l’hanno fatto. I risultati saranno noti il 10 agosto, ma non ha dato alcuna regola d’ingaggio. Sul sito sono comparsi i risultati delle mail ricevute”. 139 mila mail ricevute, 2782 luoghi segnalati. Non si è saputo nulla. “Non si sa più di tanto, l’unico articolo di stampa uscito faceva il punto sulla situazione mettendo in evidenza dieci beni segnalati. Di dieci beni segnalati uno era il Torrione Estense”. Una flebile fiammella insomma, un fuoco fatuo che però l’amministrazione ha voluto vedere in maniera positiva. “Il fatto che abbiano voluto segnalare il Torrione vuol dire che di mail ne sono sicuramente arrivate. Ora da qui a dire che verrà finanziato come e quando lo si saprà solo il 10 agosto. Ora noi non possiamo dire che potremo intervenire, anche perché gli altri beni non sono i nostri. E sono sempre mancati i donatori anche sulle altre strutture”. Il vicesindaco Giovanni Leoni è entrato più nello specifico tecnico, sottolineando anche lui che ci sono solo due problemi che destano particolare preoccupazione relativi ai coppi, che verranno affrontati, rimuovendo i coppi in bilico. E sottolineando al contempo che le manutenzioni delle strutture, a fronte di bilanci risicati non è mai facile. “Chi ha una casa però sa benissimo che se non fai mai manutenzione poi i problemi a mano a mano si aggravano. Questa è la situazione che vive una struttura meravigliosa come il Torrione. Quello che viene evidenziato sotto l’aspetto della sicurezza posso garantire che non è così grave. La struttura non è a rischio crollo. L’effettivo pericolo è nei due angoli delle strutture che sono adiacenti per quanto riguarda i coppi”. Una situazione che come ha sottolineato l’assessore ai lavori pubblici verrà però presto affrontata. Poi è stato il turno dell’assessore Pamela Carena, architetto, che ha pure effettuato degli studi approfonditi. L’assessore ha tenuto a sottolineare, spinta anche da una critica del consigliere di minoranza Pierluigi Pasotto per un progetto legato al cinema forse poco calato nel contesto, che il progetto presentato agli emblematici maggiori non era un’idea a se stante, non era un museo ma un disegno in cui oltre ad una raccolta relativa al cinema avrebbero trovato spazio altre idee. “Gli spazi all’interno del torrione sono limitati e questo è uno dei problemi della destinazione d’uso. All’interno della torre stessa lo spazio è limitato. Si era pensato all’idea di ragionare su tutto il comparto degli edifici adiacenti, anche perché non è possibile pensare ad un intervento che non coinvolga tutto”. Il torrione sarebbe stato dedicato alla cinematografia con collaborazione con il museo dell’Aranciaia di Colorno ed altri patners. “Il progetto era stato fatto in concerto con associazioni locali e con l’Università di Parma che si era detta interessata. Non abbiamo mai parlato di museo. Ci era parsa più logica l’idea della collezioen. L’idea era quella di poter ampliare il discorso al territorio. E di legarlo al Po”. Archivio e catalogazione video audio relativa al fiume. Nella parte dei rustici si era pensato ad uno spazio di laboratori didattici e produzione video. Poi un progetto di uno spazio di co-working per i giovani, come avviene per altre città in maniera funzionale. “Un luogo di aggregazione giovanile ma non solo, uno spazio piacevole”. Per San Rocco un consolidamento ed una piccola arena. “Pensavamo fosse un buon progetto”. La consigliera Sortino ha elogiato l’idea chiedendo che non ci si arrenda, coinvolgendo i privati. “Stiamo battendo tutte le strade – ha aggiunto Carena – e vorrei ricordare l’Art-Bonus”. Una speranza di coinvolgere privati. Il consigliere Ruberti ha ricordato tutte le problematiche legate agli interventi su strutture come il torrione, problematiche di natura burocratica. L’opposizione ha invece sottolineato che qualcosa va fatta, che sia specifica alla territorialità e comunque la manutenzione va fatta a prescindere. La speranza insomma, rimane legata a Renzi, anche se – ammesso che il torrione sia stato scelto – bisognerà poi vedere quale sarà l’entità del finanziamento. La mozione è stata poi respinta, col solo voto favorevole dell’opposizione.

VERDE PUBBLICO – Programmi di manutenzione, risorse umane destinate e cogestione. Questa la domanda posta dal consigliere di maggioranza Francesco Ruberti all’assessore Giovanni Leoni. Che ha puntualmente risposto, spiegando che con soli tre addetti (uno a tempo pieno e due part time) è difficile pensare ad interventi su tutto il territorio effettuati in maniera puntuale. E che attualmente parte del lavoro relativa al verde è in cogestione. Cambierà, perchè si passerà da una gestione dell’emergenza ad una gestione più organizzata. “Casalmaggiore ha un patrimonio verde importante – ha spiegato Leoni – di fatto negli anni il patrimonio è aumentato, ma non è aumentato il numero del personale dedito a questa attività. Casalmaggiore ha storicamente sempre gestito l’operatività sul verde in maniera mista, con i tre dipendenti. Tra lavoro e forza umana c’è uno sproposito di differenza. A supporto della carenza si è pensato al supporto di Casalasca e ditte esterne, rincorrendo il bisogno e le esigenze, evidenziando una carenza forte, che era anche organizzativa sulle competenze. C’è stata una difficoltà. Rispetto a quello che è un budget di spesa, 60 mila euro per incarichi esterni, abbiamo pensato di fare un affidamento ad una gara per far si che una ditta privata abbia mansioni specifiche. Questo è in divenire entro ottobre. Con la ditta avremo più opportunità di agire con puntualità”. I problemi da questi mesi sono nati dal passaggio dalla gestione mista al bando per un’unica ditta. Naturalmente, almeno per il vicesindaco, si sono dovuti interrompere in attesa del bando i rapporti con i privati. Si è accennato anche al diserbo “In certe zone specifiche dove si è fatto il diserbo, con prodotti riconosciuti. Ma nella sensibilità di oggi c’è chi si lamenta del diserbo. Poi trovi chi si lamenta delle bici bucate sulla ciclabile”. Secondo il vicesindaco, pur nel rispetto della sensibilità ambientalista, non si possono percorrere due strade. Bisogna accettare che per ‘operatività’ si usi anche il diserbo. Zappa, mani e schiena – quel che si faceva un tempo – insomma non son più di moda, non sono ipotesi percorribili. Piegarsi fa male. Meglio il diserbante soft. “Fino a pochi anni fa era normale passare con il diserbo. Lo si faceva – ha chiosato il sindaco – e l’erba non la si vedeva in giro. Punto”.

PADANIA ACQUE – Interessante – pur tenendo conto della forma interpellanza – la questione posta dal Consigliere Francesco Ruberti sule competenze di Padania Acque e del Comune sul sistema idrico integrato. Anche per chiarire, nello specifico e alla cittadinanza, a chi ci si deve rivolgere in caso di problemi. “Con l’affidamento del sistema idrico integrato a Padania Acque Gestione, che ora è Padania Acque spa  – ha spiegato il sindaco – si è presa in carico la gestione di tutto quel che concerne l’idrico dal novembre 2014. Quindi, nella maniera più chiara e sintetica possibile fognature, reti, acquedotto, depuratore sono gestiti da Padania Acque. Pozzetti, tombini e feritoie spetta al gestore. Tutto quel che è sul piano della strada spetta al comune, tutto il resto a Padania Acque. Se un tombino e sporco in superfice, la pulizia spetta al comune, se è ostruito la pulizia spetta a Padania Acque. Vediamo molte strade con il porfido rialzato. Succede che lì, nel 99% dei casi c’è un sottoservizio. Chiaramente se lì c’è una perdita, non è impossibile che il piano stradale tenda a sfondarsi o a calare. Se è dimostrato che il problema è legato all’idrico, l’intervento lo deve fare Padania Acque. Chiaramente avendo un background di dipendenti molto esperti di acquedotti e meno di fogne perché erano in carico ai comuni sino al 2014 e non avendo abbastanza personale è chiaro che sono un paio d’anni che sugli interventi si fa un po’ fatica. C’è un numero verde di Padania Acque a cui chiedere intervento, Naturalmente il comune si è fatto sempre da tramite”. Le reti e gli interventi dunque sono di Padania Acque. Inutile lamentarsi col comune.

FARMACIA COMUNALE – Altra Interpellanza, quella di Maria Soldi, consigliere di maggioranza, che ha dato modo al sindaco di spiegare i risultati del nuovo CDA e i progetti della farmacia. Una sorta di agiografia della farmacia, di cui il comune detiene il 100%. Sono stati insomma ripetuti i dati che si sapevano già: ammodernamento e innovazione, ottima incidenza dei servizi sul territorio. E dal 2015 una risalita anche degli utili. Qualche lamentela solo sulla poca privacy (una delle lamentele emerse grazie ai questionari) ma per il resto, grazie anche al CDA, un servizio adeguato. Legato anche ad opere meritorie sul territorio. Grazie anche all’opera meritoria del presidente Marco Ponticelli e del CDA tutto.

ATTRACCO LIDO PO – Una mozione, quella del consigliere Stefano Stringhini, che ha ripercorso la storia dell’attracco per imbarcazioni da diporto inaugurato nell’aprile del 2014 “Che – ha spiegato Stringhini – si è rivelata una struttura di notevole importanza anche per il turismo”. Oggi per potenziare le funzionalità servono una serie di migliorie, dalla dotazione di energia elettrica alla struttura (con illuminazione e antifurto e la possibilità di meccanizzare elettricamente i meccanismi che ne regolano le funzioni. Il comune incassa 6200 euro annui dall’Associazione che gestisce l’attracco. 12 mila euro la stima dei lavori chiesti da Stringhini. “Il lavoro verrà diviso in due o tre tranches. Dapprima bisognerà portare l’elettricità, poi predisporre i cablaggi e poi portare i motori. Una struttura che si autofinanzia, e che migliora la sicurezza”. Si è convenuto che per due anni, la cifra destinata al comune venga dirottata per le migliorie. Senza nessun onere per la città (fatto salvo naturalmente il mancato introito).

Nazzareno Condina

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