Cronaca

Daniele Fortunati (Slow Town): "I parcheggi? Utilizziamo l'area posta"

Adesso che sono iniziati i lavori, si potrebbe pensare di realizzare lì i parcheggi cercando di mantenere la contemporanea presenza delle essenze arboree

CASALMAGGIORE – Prosegue il fuoco serrato sul Piano Urbano del Traffico. A muoversi, stante il relativo silenzio dell’opposizione cittadina e l’aplomb tutto britannico della maggioranza (unico intervento di questi giorni quello del presidente della Commissione che si è occupata di ridisegnare il PUT, Pierfrancesco Ruberti che ha detto che appena il Piano sarà conosciuto nella sua intierezza tutti i dubbi saranno fugati), la società civile. A partire dal Comitato Slow Town a cui si uniscono le lamentele dei commercianti e dei cittadini. E se la ‘battaglia’ per evitare lo sventramento del parco che si affaccia su via Porzio con l’abbattimento delle piante vede la partecipazione attiva di sempre più persone (nei prossimi giorni partirà la raccolta firme, già una decina i commercianti che si sono resi disponibili per tenere all’interno della propria attività i moduli per la raccolta), cominciano ad arrivare anche le proposte. Perché distruggere è sempre più semplice che costruire: “Il piano – spiega Daniele Fortunati, del Comitato Slow Town – prevede l’eliminazione di numerosi posti auto. Se devono essere recuperati la soluzione c’è. Ed è una soluzione di ragionevolezza. Tutti i centri in cui ci si occupa in maniera moderna di mobilità, fissano parcheggi nella prima periferia. Casalmaggiore ha la possibilità di farlo, invece di stare lì a pensare di sventrare parchi o di studiare ipotesi quantomeno complesse come la rotonda parcheggio di via Saffi. Guardando al VAS, ci si rende conto che è impossibile far convivere un giardino con la provinciale. La zona è tra le più inquinate a livello acustico e come aria dell’intero territorio. Difficile ipotizzare di mantenerla come parco per i bambini. Adesso che sono iniziati i lavori, si potrebbe pensare, con un progetto ad hoc, di realizzare lì i parcheggi cercando di mantenere la contemporanea presenza delle essenze arboree che restano, evitando di dover intervenire in altri luoghi e risparmiando dei soldi. L’area ‘verde’ che si verrebbe a perdere potrebbe essere compensata con la sistemazione della zona attigua al complesso scolastico della Baslenga, quel pezzo di terra a fianco dello stradello della tangenziale dei bambini”. Il parere espresso da Fortunati in sintesi è stato poi sviluppato e lanciato come proposta all’amministrazione con un documento più organico: “Premesso che riempire le vie centrali di Casalmaggiore di stalli per auto non risolve alcun problema di rigenerazione urbana anzi lo aggrava, è utile individuare zone alternative alla distruzione di Parchi e all’abbattimento di alberi pluridecennali nel centro storico. Il parco della Scuola Romani (via Porzio, ndr) non va assolutamente sventrato ma rigenerato per ridarlo alle Famiglie. Le migliori soluzioni adottate da città piccole e grandi con i piani della sosta sono tutti orientati a inserire un parcheggio centrale a pagamento e parcheggi satellite al di fuori delle “mura” lasciando le vie del centro storico e le piazze principali libere dalle auto in favore di Pedoni, ciclisti e commercianti per esporre merci e far sedere i clienti davanti alle proprie Botteghe. A Casalmaggiore c’è un parcheggio centrale che è il Lido Po, in quella zona senza abbattere alberi ne entrare nel Parco Golena è possibile già da ora recuperare circa 50 posti auto lasciando perdere la riapertura di Piazza Turati, il posizionamento di altri parcheggi in piazza Garibaldi e davanti ai Vigili Urbani in posizioni improbabili e con soluzioni tecniche che tolgono spazio all’utenza debole. Ma a Casalmaggiore c’è soprattutto un altro posto molto adatto ad essere trasformato in parcheggio esterno per almeno 150 posti auto ed è l’ex parco della posta. La politica locale se ne deve fare una ragione nel riconoscere che quel parco è nato male ed è finito peggio. Oggi è in condizioni pietose, ma anche se fosse risistemato con decine di migliaia di euro, oltre a tutti quelli già spesi finora per abbattere manufatti e pagare i processi, ciò non risolverebbe il problema principale per i pochi Bambini che lo frequentano, l’inquinamento dell’aria. Se chiamate l’ARPA e mettete una centralina sull’asolana all’altezza del Famila ve lo fanno chiudere subito, con 18 mila veicoli in transito (di cui molti camion) è matematico che non ci siano le condizioni minime di salute pubblica per i polmoni di un Bambino. Ce ne siamo resi conto personalmente quando abbiamo posizionato la bici bianca in ricordo di una ciclista casalasca nel dicembre scorso sulla muraglia antistante il Famila, in quel punto è praticamente impossibile sostare per più di qualche minuto senza avere problemi respiratori. Buona parte della zona è libera e priva di alberi e quindi i parcheggi possono essere realizzati senza abbattere alberi dove c’è il prato e dove sono stati rimossi i manufatti, ci sono già due accessi per entrare ed uscire direttamente dall’asolana, la zona Bar e la collinetta del villaggio degli elfi e il resto dei giochi di quella zona possono essere mantenuti. Il parco va spostato dove ci sono i Bambini e dove sarà frequentato dalle famiglie a fianco della Scuola Marconi dopo l’uscita degli alunni, in una zona tranquilla, priva di inquinamento acustico e dell’aria e comodo per i bambini e i loro famigliari”.

Nazzareno Condina

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