Spettacolo

Gussola e discoteca, il team del Fura di Lonato riparte da qui

"L'idea - spiega Christian Luzzardi - è quella di riprendere quella filosofia che ha reso il Fura locale all'avanguardia. Ma pure quella di alcune scelte secondo noi importati. Riproporremo quella filosofia".

GUSSOLA – Le notti della provincia di Cremona, Mantova e Parma tornano alla ribalta, laddove le tre province si toccano, in terra Casalasca. E lo fanno con un ‘marchio’ di grido. Riapre infatti il Fura, storico locale del lago di Garda e riapre… a Gussola (ex Prins).

Stessa filosofia del locale di Lonato che ha fatto la storia – e rivoluzionato – le notti delle discoteche. Il Fura look club, Teatro Disco Azione, era stato fondato a Lonato nel 1994 da Gianni Togni e Beppe Riboli. Il primo imprenditore del settore (negli anni 80 aveva dato vita al Capovolto di Montichiari e possedeva il Carnaby di Lonato, oltre ad altre discoteche) il secondo architetto. L’idea era nata di ritorno da un viaggio nella vitale – ed avanguardistica in quegli anni in fatto di intrattenimento – Barcellona. Da lì la volontà di esportare un modello del tutto nuovo per il panorama dei locali da ballo italiani. Non una discoteca in quanto tale, vincolata ai canoni classici, ma un locale nuovo ispirato alla formula ‘teatro – disco – azione’, in cui innovazione e novità fossero il motore trainante e in cui oltre alla musica vi fosse pure altro.

L’importanza della performance artistica, di rendere il fruitore della discoteca da semplice cliente vincolato che la ‘subisce’ a protagonista, la cura per gli aspetti scenografici affidati al furalab, uno staff interno esclusivamente dedicato al compito, l’esigenza di fare trovare e sempre qualcosa di nuovo alle notti degli amanti della disco. L’accurata scelta del corpo di ballo, tre sere (venerdì, sabato e domenica) per esigenze diverse, i palchi mobili, le luci in grado di spostarsi e creare effetti nuovi e diversi negli spazi in cui si decideva di voler catalizzare l’attenzione, l’accurata scelta degli arredi, l’utilizzo dell’elettronica in maniera originalissima ed innovativa. Sempre un passo davanti agli altri, sempre luogo di riferimento per chi non voleva, nel suo sabato sera, solo la discoteca ma qualcosa in più. L’idea funzionò talmente bene che nel giro di pochi anni il Fura divenne luogo cult per tanti ragazzi che si sorbivano chilometri e chilometri per esserci.

Il locale era discoteca, ma era soprattutto spettacolo (alcuni degli effetti di sala, ultimo l’utilizzo della pirotecnia interna negli effetti speciali, furono un modello per tanti altri) non solo di scena, ma pure di contenuti. Dalle poesie di Fabio Volo al dibattito con Aldo Busi, per citarne due che fecero epoca. Furono una decina gli anni straordinari sino a che il modello, complice la nascita di altri locali più economici e meno strutturati che soddisfacevano di più le generazioni più giovani più interessate maggiormente al ballo e allo sballo e meno al pensiero, perse un poco di quello smalto iniziale pur continuando ad essere locale all’avanguardia in cerca di esperienze sempre nuove che andassero al di là del rapporto Dj, musica, ballo. Furono gli anni dello Zoo di radio 105, della presenza fissa o quasi di Niccolò Torrielli delle iene con le sue domande, di Joe Vannelli. Sere in cui la presenza di star dello spettacolo fu quasi fissa.

Gianni Togni nel frattempo, attivo ormai da una quarantina d’anni nel settore dell’intrattenimento, lasciò spazio alle giovani leve. Direttore artistico divenne allora il giovane Christian Luzzardi, a capo del progetto che lo vede, adesso, riaprire il Fura a Gussola. Il Fura andò avanti sino al 2013, adeguandosi un poco alle generazioni che cambiavano. Poi chiuse i battenti, riaprendo l’anno dopo come No Name. Qualche anno e poi la cessione del locale alla cordata del ‘Pineta’ di Milano Marittima e la decisione, con inaugurazione il prossimo 3 dicembre, di reinvestire nel progetto ‘Fura’ a Gussola.

“L’idea – spiega Christian Luzzardi – è quella di riprendere quella filosofia che ha reso il Fura locale all’avanguardia. Ma pure quella di alcune scelte secondo noi importati. Riproporremo quella filosofia. Intanto creando serate apposite per maggiorenni e dedicando ampio spazio agli Student Party per i minorenni. Cureremo tutti gli aspetti, a partire come è nella nostra filosofia, quello scenografico e degli effetti speciali. E dedicheremo uno spazio del locale ad area ristoro”. L’idea è quella dunque di esportare l’originalità di un progetto della metà degli anni ’90 ad oggi, e di farlo in una zona a bassa densità di popolazione (rispetto al lago) ma di grandi potenzialità (considerando il fatto che nascerebbe in una zona nevralgica dove non esistono altre discoteche). Una scommessa insomma. Che lo staff del Fura ha deciso di vincere, ripartendo da qui.

Nazzareno Condina

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