Cronaca

Scuola Elementare Vanoni, genitore denuncia: "Mio figlio diabetico, alunno di serie B"

"Oggi la mia indignazione è stata grande dopo avere scoperto che sempre la solita maestra da ordini a mio figlio e alla assistente che è solo per due ore, di misurarsi la glicemia in uno sgabuzzino della sezione distaccata del Vanoni di Viadana e precisamente nei locali della ex pretura"

CASALMAGGIORE – La vita legata ad un controllo continuo, ancor più difficile se è quella di un bambino. Ad una certa età è difficile comprendere perché i tuoi amici mangiano il gelato e tu no, perché a scuola portano la merendina e tu ti devi accontentare di un frutto. Essere diabetici non è semplice, non lo è affatto. Ed essere diabetici bambini è ancor più difficile. Il figlio di Maurizio Gilletta frequenta la 4 B della scuola elementare di Viadana. E’ diabetico, ha bisogno di un continuo controllo del livello di glucosio nel sangue perché il suo pancreas non compensa più con insulina. Diabete mellito di tipo 1. La cosa di per se è – seppur fastidiosa – piuttosto semplice e il bambino la sa fare in maniera autonoma. Un piccolo foro in una delle dita della mano, una goccia di sangue su una striscia reattiva messa poi in un apposito apparecchio e il gioco è fatto. La lettera su come il piccolo vive a scuola ce la manda il papà insieme alle foto del piccolo mentre si fa una prova glicemica in uno sgabuzzino. Non pubblicheremo le immagini, e restiamo comunque a disposizione della scuola per qualunque tipo di spiegazione in merito. La lettera è integrale: “sono un genitore di due bambini che frequentano la scuola elementare “Vanoni”di Viadana. Uno dei miei due figli e’ affetto da diabete mellito di tipo 1 e richiede delle misurazioni della glicemia con glucometro per via capillare utilizzando un pungidito e una striscia reattiva che collegata al glucometro rileva il livello di zucchero nel sangue. Premetto che mio figlio frequenta quella scuola e nello specifico la 4 B. dal primo anno. Già l’anno scorso si è verificato un caso di ipoglicemia mentre il bambino era in classe e nonostante avere frequentato dei corsi tra le insegnanti e il medico su come gestire le ipoglicemie nelle ore scolastiche, mio figlio ha rischiato il coma diabetico perché le insegnanti non sono stati in grado di gestire la crisi di mio figlio durante la lezione nonostante il bambino monti un microonfusore collegato ad un sensore glicemico che avverte con segnali acustici l’avvicinarsi di una situazione di pericolo di ipoglicemia o iperglicemia. In quell’occasione doveva essere somministrato immediatamente un farmaco salvavita ovvero il glicagone, che altro non e’ che acqua e sostanza glicosulata da somministrare per via intramuscolare quando il soggetto non e’ in grado di inghiottire zucchero per via orale per via della perdita dei sensi. Beh la scuola e le maestre in quell’occasione si sono solo limitati a chiamare il genitore ovvero la mamma, la quale per fortuna ha subito risposto alla chiamata e ha dato lei istruzioni di avvertire subito il 118 e dire che c’era un caso di grave ipoglicemia su soggetto diabetico con già perdita dei sensi che anticipa il coma diabetico. Dopo di ciò siamo subito corsi a scuola e abbiamo somministrato noi il glicagone al bambino scongiurando il peggio, anche la morte. Riguardo quell’episodio noi avendone comunque le facoltà non abbiamo voluto esporre nessuna denuncia contro la scuola e le insegnanti che devono per legge vigilare sul corretto andamento glicemico del bambino. Oggi la mia indignazione è stata grande dopo avere scoperto che sempre la solita maestra da ordini a mio figlio e alla assistente che è solo per due ore, di misurarsi la glicemia in uno sgabuzzino della sezione distaccata del Vanoni di Viadana e precisamente nei locali della ex pretura. In tale “sgabuzzino” sono racchiusi scatoloni ammassati uno sopra l’altro col rischio di caduta addosso al bambino, nonché scope ed attrezzature arti alla pulizia dei locali, inoltre non c’è nessun piano di appoggio e mio figlio costretto a misurarsi la glicemia per terra. Nonostante le direttive ministeriali affermano che la glicemia va misurata in un ambiente idoneo, in classe o in infermeria trovo molto crudele da parte dell’insegnante e della scuola tutta che si verifichino questi atti discriminanti e crudeli nei confronti di un bambino di nove anni che già deve combattere ogni giorno con la sua malattia, e che a scuola dovrebbe sentirsi al sicuro e fra l’altro non discriminato. Nella mia rabbia di genitore voglio rendere pubblica la mia storia per evitare che tali e vergognose distinzioni si presentino ancora, e che certe insegnanti non debbano solo pensare a far svolgere le attività didattiche ai bambini, ma anche come la legge prevede tutelare la loro salute fisica e positiva. Allego comunque le foto come prova della mia storia”. Le foto, come detto, non le pubblicheremo. Quarant’anni fa a Casalmaggiore, la vecchia Maestra Narcisa Sofia, aveva un bimbo della stessa età, con lo stesso problema. Si curava sempre di seguirlo (poiché i sintomi dell’ipoglicemia sono abbastanza evidenti: sudorazione eccessiva, torpore, debolezza e mancanza di attenzione silenziosa e il bambino stesso avvertiva la maestra ai primi sintomi percepiti). Crisi ipoglicemiche quel bambino ne aveva parecchie perché il diabete di un bimbo non è quasi mai stabile. Crisi meno serie del bambino di Viadana poiché le manifestazioni dell’ipoglicemia dipendono dai soggetti ed hanno tempi di decorrenza più o meno lunghi. Acqua e zucchero e lo portava vicino alla cattedra. I suoi compagni di classe conoscevano il problema, perché se spieghi ai bambini che un loro compagno ha una malattia, loro capiscono. Quel bambino è ora cresciuto, ma quella esperienza la ricorda ancora. Il diabete, con la disponibilità degli insegnanti, è affrontabile.

Nazzareno Condina

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