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Sport fonte di benessere per famiglie e società: un metodo per misurarne l'efficacia

La dottoressa Giorgia Nigri ha evidenziato come lo sport vanti un proprio valore sociale intrinseco soprattutto a livello dilettantistico e scolastico e con una forte identità locale. Dal basso, dunque, può partire una piccola rivoluzione, che però ha bisogno di misurare il Benessere Equo Sostenibile in maniera empirica.

CASALMAGGIORE – Una buona cornice di pubblico ha accompagnato il convegno organizzato venerdì sera dall’Atletica Inteflumina presso la sala convegni di Santa Chiara a Casalmaggiore: molte società sportive rappresentate da dirigenti e presidenti, che hanno seguito con attenzione la relazione di Giorgia Nigri, economista e docente presso la Lumsa, Università di Roma, sul benessere equo sostenibile nello sport, con particolare attenzione al cosiddetto modello italiano, che fa del volontariato un cardine e che dunque presta particolare attenzione più alle cosiddette Asd, Associazioni Sportive Dilettantistiche, che non al mondo del professionismo.

Carlo Stassano, presidente dell’Interflumina, ha aperto le danze, introducendo l’ospite illustre. Con Stassano e Nigri al tavolo erano presenti anche il delegato del Coni per Cremona Achille Cotrufo, il consigliere dell’Interflumina Carla Visioli e il direttore scientifico della Scuola Regionale dello Sport Lombardia Cesare Beltrami. La relazione di Nigri, in primis, ha cercato di quantificare e misurare la funzione sociale dello sport dilettantistico, utilizzando una serie di indicatori scientifici.

L’analisi, strutturata con una serie di dati numerici interessanti, ha posto in evidenza come lo sport venga ancora inteso con un’accezione fortemente positiva, tanto che spesso è associato a valori condivisi come solidarietà, eccellenza, amicizia, trasparenza e fair play. Non solo: la presenza famigliare spesso viene considerata come parte integrante all’interno della società sportiva, tanto che i genitori in casi che vanno dal 37.3 al 53.2% sono allenatori dei figli, oppure in casi che vanno dal 68.9 all’83.3% sono dirigenti accompagnatori della squadra.

Il Bes, o Benessere Equo Sostenibile, è nato come entità misurabile dalla collaborazione tra Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e l’Istituto Nazionale di Statistica e definisce 12 dimensioni e 134 indicatori, utilizzati per il calcolo. Ecco allora che lo stesso Benessere viene considerato nella sua multidimensionalità, che porta ad analizzare Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione e Qualità dei servizi. Da notare come la ricerca ponga sempre la famiglia al primo posto nella speciale classifica dei destinatari dell’extra valore sociale creato dalle associazioni sportive. Da qui deriva poi il cosiddetto surplus sociale, che contribuisce ad aumentare, appunto, il benessere.

Nelle conclusioni della serata, prima di una serie di domande poste dai presenti in sala, responsabili o presidenti o dirigenti delle varie società sportive casalasche (da rimarcare la partecipazione anche della costola paralimpica da poco sorta nell’Atletica Interflumina), la dottoressa Nigri ha evidenziato come lo sport vanti un proprio valore sociale intrinseco soprattutto a livello dilettantistico e scolastico e con una forte identità locale. Da ricercare, come ha aggiunto Stassano, anche nella presenza di sponsor territoriali, che in effetti l’Interflumina ha raccolto e stretto a sé da diversi anni (si pensi ad E’ Più e a Pomì) e che rappresentano vere e proprie colonne per un’attività economicamente non sempre facile da sostenere e integrare, anche se basata sul volontariato.

Dal basso, dunque, può partire una piccola rivoluzione, che però ha bisogno di misurare questo Bes, sempre da porre in relazione con l’Rsi (ossia la Responsabilità Sociale d’Impresa) delle società sportive dilettantistiche, in maniera empirica, per capire come migliorarlo e aumentarne le potenzialità negli anni a venire. Solo sviluppando ulteriormente questo valore, lo sport dilettantistico può avere la fondata speranza di insegnare in maniera concreta e non solo a parole anche allo sport professionistico in tema di utilità sociale e non solo di risultato a tutti i costi. Al termine del convegno i soli soci dell’Interflumina presenti hanno votato il bilancio consuntivo 2016 e il previsionale 2017 dell’Asd casalasca.

Giovanni Gardani

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