Ambiente

Formaldeide, Pomponesco si interroga. Calderoli: "Va eliminata come l'amianto"

A prendere la parola, introdotto dal moderatore Alessandro Soragna, è stato Marco Calderoli di Medicina Democratica. Il relatore ha fornito un’ampia descrizione dell’utilizzo della formaldeide citando il quantitativo di 500 tonnellate lavorate ogni anno sul territorio.

POMPONESCO – Si fa complessa la situazione relativa alla lavorazione della formaldeide nell’area di Pomponesco. Recentemente la sostanza chimica è passata di livello diventando “certamente” cancerogena rispetto alla precedente classificazione che la vedeva “soltanto” e “ipoteticamente” tale. Un cambio di rotta voluto dalla Commissione Europea alla quale, è stato ricordato in apertura dei lavori venerdì sera, spettano le scelte per le normative e il regolamento in materia di utilizzo.

Affollatissimo il Teatro 900 di Pomponesco per  affrontare la questione da parte di varie associazioni ambientaliste di Mantova, Cremona e Reggio Emilia con relatori e medici sul palco per trattare la materia secondo la propria competenza. Dopo il saluto del sindaco Pino Baruffaldi, il quale ha ricordato il suo costante impegno per tenere sotto controllo la situazione presso l’azienda richiedente l’ampliamento della linea produttiva, a prendere la parola, introdotto dal moderatore Alessandro Soragna, è stato Marco Calderoli di Medicina Democratica. Il relatore ha fornito un’ampia descrizione dell’utilizzo della formaldeide citando il quantitativo di 500 tonnellate lavorate ogni anno sul territorio.

“Con quella sostanza si procede a svariati utilizzi, non solo nelle industrie del settore ma anche per imbalsamare gli animali, per la sterilizzazione in campo sanitario. Persino gli abiti che indossiamo possono contenerne tracce” ha detto Calderoli. Dopo aver ricordato le elevate percentuali di decessi connessi a questo tipo di esposizione, è stato ribadito che l’unica maniera per eliminarne i pericoli è quello di agire come è stato fatto con l’amianto, eliminandolo e rimuovendolo totalmente. Senza aspettare trent’anni come è stato fatto con l’eternit, perché nel frattempo la gente continua a rimanerne esposta.

Un passo in avanti nei regolamenti europei è l’istituzione di un registro di tutti gli operai a contatto con quella sostanza, anche se ciò potrebbe non bastare a certificare una malattia generata da quella sostanza chimica. Molto tecnici e approfonditi i successivi interventi da parte di Marco Affronte, membro del Parlamento Europeo ed esperto di problematiche ambientali, e di Federico Balestrieri, medico Isde. Al tavolo dei relatori anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Fiasconaro che si è unito al senso dei precedenti interventi, caldeggiando la necessità di un continuo e attento monitoraggio della delicatissima questione.

Ros Pis

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