Facchini, ok al pagamento di maggio e ammortizzatori Cobas è fuori dall'accordo
L’ok è arrivato anche per il pagamento di maggio, ossia per il motivo che ha spinto otto ex Facchini, ora sette, a salire sul tetto della Composad in segno di estrema protesta. Resta da capire se il fatto che la situazione relativa a maggio si sia sbloccata sarà sufficiente a convincere i sette operai a scendere.

MILANO – Al tavolo regionale per trovare un’intesa sulla delicata questione dei lavoratori ex Facchini l’accordo è stato trovato da tutte le parti in causa, meno che i Cobas. Confermando dunque, tutto sommato, le premesse che già erano state tratteggiate alla vigilia. La buona notizia è che possono scattare gli ammortizzatori sociali per i soci lavoratori licenziati dalla cooperativa Viadana Facchini, che non sono stati poi riassorbiti da 3L, nuova cooperativa che ha accettato di farsi carico di 222 dei 271 operai licenziati, anche se alla fine solo 120 operai, poco più del 50%, hanno accettato quel famoso accordo.
L’ok è arrivato anche per il pagamento di maggio, ossia per il motivo che ha spinto otto ex Facchini, ora sette, a salire sul tetto della Composad in segno di estrema protesta. Resta da capire se il fatto che la situazione relativa a maggio si sia sbloccata sarà sufficiente, anche senza l’accordo di Adl Cobas, a convincere i sette operai a scendere. Resta inteso che le buonuscite sono previste per chi ha perso il posto di lavoro (una cinquantina di persone, dunque) e non per chi (si parla di un centinaio di lavoratori sui 271 complessivi, con 72 che non hanno sottoscritto l’accordo per essere riassorbiti e 27 che non si sono presentati al lavoro, ndr) ha scelto di rifiutarlo. C’è comunque ancora tempo: il cosiddetto criterio della volontarietà per il centinaio di operai “nel limbo” per essere riassorbiti da coop 3L scade il 6 luglio.
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