"Una sfida alla stazione più bella". Ma servono permessi: l'idea lanciata via social
Se infatti il senso di sfida, senso civico s’intende, potesse servire a smuovere le cosciente anche di giovani e studenti, beh, allora il più sarebbe fatto. Partendo, se non altro, dal piccolo spazio verde che circonda la fontanella e la mini vasca dei pesci rossi. Così, anche per dare un segnale…

CASALMAGGIORE – Perché le condizioni della stazione ferroviaria di Casalmaggiore non siano una continua via Crucis, c’è chi sta pensando ad una iniziativa civica. La proposta, per adesso soltanto in embrione, arriva da Angelo Angiolini, medico del lavoro e già consigliere comunale, che ha lanciato su Facebook la propria proposta, cercando di coinvolgere i giovani della lista civica il Listone. Una scelta non casuale, dato che proprio al Listone sono da ascrivere le iniziative che hanno consentito, con buona volontà e olio di gomito, di recuperare il parco del Polo Romani, ad esempio, la muraglia di via Minatori del Belgio e l’altro parchetto del Lido Po.
E allora, mentre la mozione per impegnare Regione Lombardia e Trenord proposta proprio dal Listone al consiglio comunale di Casalmaggiore, ha trovato l’ok anche da parte di altri comuni che si trovano sulla disastrata tratta Brescia-Parma, tra gli ultimi anche Canneto sull’Oglio, ecco l’idea dello stesso Angiolini, che guarda al passato, a una buona usanza di qualche anno, per migliorare il futuro. Quando lo stesso Angiolini era uno studente, infatti, e si recava a Parma, si faceva a gara, ha ricordato, a chi avesse la stazione più bella. Solitamente vinceva Mezzano Rondani, nel parmense, viene ricordato, ma questo oggettivamente poco importa. Se infatti il senso di sfida, senso civico s’intende, potesse servire a smuovere le cosciente anche di giovani e studenti, beh, allora il più sarebbe fatto. Partendo, se non altro, dal piccolo spazio verde che circonda la fontanella e la mini vasca dei pesci rossi. Così, anche per dare un segnale…
Nella discussione, che prende le mosse, come detto, via social network, si pone già un piccolo dubbio: e per i permessi? Già, perché per operare sul patrimonio che ruota attorno all’immobile di viale Mazzini occorre chiedere naturalmente un nulla osta ai proprietari, ovvero a Rete Ferroviaria Italiana. Difficile incassare un no da chi sin qui non solo è rimasto immobile, ma ha osservato e forse in qualche caso favorito la chiusura della biglietteria, del bar (dopo oltre 30 anni) e di tutta una serie di presidi che avrebbero garantito una manutenzione migliore o, se non altro, una forma di sicurezza e controllo maggiori. Insomma, si attende una risposta ma intanto il dado è tratto: sotto forma di una semplice sfida, di una semplice idea, certo. Ma dato che è buona e la finalità giova alla comunità, perché non prenderla sul serio?
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