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Reindustria, CNC attacca: "Non capiamo di bilanci? Non dormiamo nella stanza dei salami!"

Sulle cialde del caffé, come sui 4500 euro di spese varie “Stendiamo un velo pietoso - aggiunge Pasotto - ma io mi chiedo che senso abbia, fosse la cifra fornita da Reindustria o quella fornita dal sindaco, che i cittadini di Casalmaggiore paghino il caffé ad un ufficio di consulenza"

CASALMAGGIORE – “Noi non capiremo nulla di bilanci, come dice il sindaco, ma non creda che noi si dorma nella stanza dei salami!”. Dopo la richiesta di chiarimenti del gruppo d’opposizione CNC (Mirca Papetti, Calogero Tascarella e Pierluigi Pasotto) al presidente di Reindustria Giuseppe Capellini dei numeri della rendicontazione economica dell’Ufficio Bandi Sovracomunale di Casalmaggiore e la risposta del sindaco Filippo Bongiovanni che ha accusato l’opposizione di non saper leggere le rendicontazioni, è l’opposizione a tornare sulla vicenda.

A pronunciarsi, questa mattina, i consiglieri Pierluigi Pasotto e Calogero Tascarella: “Lodiamo – sottolinea in maniera ironica Pierluigi Pasotto – l’impegno profuso dal sindaco e dall’ufficio Bandi nel tentativo di fornire una giustificazione ai numeri esposti nel bilancio di Reindustria relativamente al funzionamento dell’ufficio bandi di Casalmaggiore ma il risultato conferma, se non aumenta, la nostra perplessità sulla gestione dell’ufficio”.

Ancora più rafforzata dunque l’idea di chiedere direttamente alla fonte spiegazioni sui numeri: “Anche perché appare evidente – aggiunge Pasotto – che ad essere contestati sono adesso i numeri che fornisce Reindustria. Su una cosa ha ragione il sindaco quando dice che la lettura dei numeri del bilancio è molto semplice e lineare. Entrate di Reindustria derivanti da versamenti del comune di Casalmaggiore nel biennio 2015-2016 e nei soli primi 5 mesi del 2017 76147,76 euro (20999,99 più 13999 più 41148,77) che sommate alla quota di 8 mila euro l’anno per un totale di 24 mila euro per sostenere l’ufficio bandi oltre ai 6 mila euro di quota associativa per un totale di 18 mila euro in tre anni fanno 118147,76 euro spesi dall’amministrazione in due anni e mezzo (2015 sino a maggio 2017) a fronte dei 79508,34 spesi dall’amministrazione Silla nel triennio 2011-2013. Senza contare che l’ufficio bandi dispone di ampi locali presso il palazzo municipale per cui non ci risulta che Reindustria corrisponda alcun canone di locazione per rimborso utenze e spese di pulizia.

A quanto pare i consiglieri di CNC non sono gli unici ad avere dei limiti nella lettura dei bilanci dal momento che anche l’amministrazione Bongiovanni è un po’ confusa quando deve giustificare la natura dei versamenti extra del comune a Reindustria: 41148,77 euro nei soli primi 5 mesi del 2017 a cui si aggiungono 13999 euro nel 2016 e 20999,99 euro nel 2015. Nella risposta in Consiglio Comunale il sindaco ci ha riferito che si tratterebbe delle quote che gli altri comuni che hanno aderito all’ufficio bandi versano al comune di Casalmaggiore che a sua volta riversa a Reindustria. Peccato che nel bilancio di Reindustria risultano elencati con una voce a parte i versamenti ricevuti dai singoli comuni che stante la spiegazione del sindaco dunque pagherebbero due volte”.

Sono tante le questioni sulle quali l’opposizione chiede chiarezza a Reindustria e all’Amministrazione. Sulle cialde del caffé, come sui 4500 euro di spese varie “Stendiamo un velo pietoso – aggiunge Pasotto – ma io mi chiedo che senso abbia, fosse la cifra fornita da Reindustria o quella fornita dal sindaco, che i cittadini di Casalmaggiore paghino il caffé ad un ufficio di consulenza. Per i 4500 euro noi non capiamo nulla di bilanci come sottolinea il sindaco ma anche l’amministrazione di quei soldi non ne sa nulla. Almeno noi ci siamo posti la domanda”.

Altra risposta quella che arriva sulle quote del vecchio GAL che rimangono al comune di Casalmaggiore nonostante l’adesione al nuovo: “Le quote del vecchio GAL le tenga strette che almeno qualcosa il vecchio GAL ha sempre portato a casa per il Casalasco. Glielo abbiamo sempre detto che quello di lasciare il GAL Oglio Po per aderire ad Gal che nulla ha a che fare territorialmente con noi fu un errore, che fu un’operazione sbagliata. Fa ancora in tempo a vendere le quote del nuovo e magari ad aderire a qualche progetto che il GAL Oglio Po porta avanti”.

Infine le conclusioni di Tascarella. “Il sindaco – prosegue Tascarella – dopo gli elogi di rito all’ufficio bandi si limita a fornirci un dato complessivo ma generico dei contributi ottenuti: 3644573 euro senza elencare i progetti presentati dal Comune di Casalmaggiore ammessi a finanziamento nel triennio 2015 2017 e dei rispettivi fondi introitati. A questo punto, visto che il sindaco nonostante le spiegazioni non è riuscito a fare chiarezza sul funzionamento dell’ufficio bandi, sarà la stessa Reindustria nella persona del presidente Giuseppe Capellini e del direttore Ilaria Massari a fornirci tutte le spiegazioni del caso, compreso i criteri di selezione impiegati per l’individuazione dei consulenti e della tirocinante assegnati all’ufficio bandi di Casalmaggiore. Ancora Bongiovanni e Poli sostengono che una percentuale del 5,97% è una quota normale da versare ad un consulente. Ma dove sta scritto? E’ normale che i comuni versino quote ad un consulente già pagato dal Comune? E’ a tutte queste questioni che chiediamo risposte. Quelle che l’amministrazione non ci ha ancora dato”.

Nazzareno Condina

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