Cronaca

Cappella, incendio divora 2 ettari di terreno. L'ombra del dolo respinta dai VVFF

Ad accorgersi dell’incendio una donna che, passando in automobile lungo la strada in direzione Cappella, ha visto le fiamme che iniziavano a svilupparsi e, dopo avere provato a gettare un po’ di acqua senza esito, ha pensato di contattare subito i Vigili del Fuoco. Che smentiscono l'ipotesi del dolo.

Nella foto le fiamme divorano l'appezzamento di terreno a Cappella

CAPPELLA (CASALMAGGIORE) – Un vasto incendio poco prima delle ore 15 di mercoledì ha richiamato i Vigili del Fuoco di Cremona nella frazione casalese di Cappella, per la precisione in un appezzamento di terreno che sorge a bordo della strada che conduce all’altra frazione di Casalmaggiore di Motta San Fermo.
Stando a quanto ha riferito il proprietario le fiamme potrebbero anche avere origine dolosa: “Non basta un piccolo mozzicone per creare tutto questo” ha detto l’uomo osservando l’incendio che aveva ormai divorato quasi tutti i 2 ettari di terreno con stoppie di frumento. I Vigili del Fuoco in un secondo momento hanno però escluso l’ipotesi del dolo, propendendo piuttosto per il fenomeno dell’autocombustione che avrebbe favorito il propagarsi delle fiamme.

Ad accorgersi dell’incendio una donna che, passando in automobile lungo la strada, solitamente frequentata solo da mezzi agricoli, in direzione Cappella, ha visto le fiamme che iniziavano a svilupparsi e, dopo avere provato a gettare un po’ di acqua senza esito, ha pensato di contattare subito i Vigili del Fuoco. Questi, giunti sul posto con una autopompa, sfruttando anche l’acqua dei vicini canali di irrigazione, hanno iniziato a spegnere le fiamme, evitando che l’incendio si propagasse nei vicini campi, tutti molto secchi e dunque a serio rischio e limitando così i danni, comunque ingenti. La strada è stata chiusa al traffico, o meglio il passaggio è stato consentito solo ai mezzi agricoli durante l’intervento dei pompieri, grazie alla presenza della Polizia Locale di Casalmaggiore sui due accessi della via stessa.

Giovanni Gardani

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