Ponte Po, il malato è nudo, i 'folli' si muovono e la gente si organizza
La ditta contattata dal Consigliere Orlando Ferroni è una delle migliori al mondo in costruzioni temporanee. Ha lavorato in Italia e nel mondo, è in grado di garantire una struttura in qualunque condizione. Almeno sembrerebbe così.

CASALMAGGIORE – Piccole luci. Sono quelle che ha acceso il più folle e imprevedibile dei consiglieri comunali cittadini, Orlando Ferroni. E’ suo il merito di una prima, piccola speranza dopo giorni bui. Non si sa a cosa porterà la sua anarchia funzionale, ma intanto è qualcosa. Una delle poche che si muovono attorno al ponte malato.
IL PONTE E’ MOBILE? – Piccole luci. E piccole speranze. La ditta contattata dal Consigliere Orlando Ferroni è una delle migliori al mondo in costruzioni temporanee. Ha lavorato in Italia e nel mondo, è in grado di garantire una struttura in qualunque condizione. Almeno sembrerebbe così. Questa sera, in consiglio Comunale, il consigliere darà qualche particolare in più sulla strada che ha intrapreso da solo. “E’ un po’ come nel mio mestiere – spiega lo scopritore di brevetti che fanno altri ma poi lui piazza a grosse aziende e multinazionali farmaceutiche – quando sai che puoi avere ragione vai avanti e se credi in quel che fai, prima o poi la soddisfazione arriva. La gente pensa che i consiglieri comunali abbiano qualcosa da guadagnare. La nostra, se ci si pensa bene, è una forma di volontariato. Non siamo sindaco, vicesindaco o assessori che sono stipendiati. Noi lo facciamo così, perché ci crediamo. Mi avevano detto che non era possibile, e invece l’azienda contattata ha detto che è possibile fare. Nella prossima settimana verranno giù e li accompagnerò a fare un sopralluogo. E conto entro il fine settimana di avere un preventivo sui costi. Poi si penserà al resto. Ma nessuno potrà più dire che è impossibile”. Il consigliere Ferroni al momento non vuole svelare altro. “Ho deciso di andare avanti personalmente. All’inizio venivo considerato matto, ora lo sono un po’ meno. Ma quando verranno, è già fissato il giorno, non voglio sfilate politiche. Sono tecnici, verranno a fare una valutazione in tutta tranquillità, poi presenterò le carte con tutto quello che sarà necessario sapere”. Il problema non sono i soldi: “E’ ora che bisogna lottare. Servirà quel che servirà, la ditta è disponibile a pagamenti mensili. Ma o si spendono da una parte garantendo a questo territorio la sopravvivenza economica o si buttano dall’altra, senza averne poi alcun riscontro”.
IL PONTE E’ NUDO – Ieri, e in esclusiva, siamo arrivati sotto il ponte laddove fu evidenziato il primo danno. La prima foto al ponte nudo è stata la nostra. Lacerazioni profonde, l’anima in ferro arrugginita. “Non so come è messo il resto – ci raccontava un amico ingegnere dopo aver visto la foto – ma quella trave è andata. Una trave messa così non garantisce nulla”. Noi non siamo ingegneri, ma ci fidiamo di chi lo è. E quella fotografata è solo una delle travi, non siamo andati oltre. Appare chiaro – ancor prima che arrivino i riscontri – che il problema è ben più profondo del previsto. Serviranno grossi investimenti per rianimare un moribondo.
GENTE – Sono tante le storie che si intrecciano all’ombra del grande malato. Storie di lavoro soprattutto, ma anche storie di vita. Una ci va di raccontare, perché è quella di una bimba che ormai conoscono tutti. Una bimba per la quale in tanti, nei mesi scorsi, han fatto qualcosa per le sue terapie. E’ la storia di Mia, di come sia cambiata la vita da quando il ponte è stato chiuso. “Nonostante – spiega Anna Accomando, mamma di Mia – siamo partiti alle 7.45 per essere al centro Cardinal Ferrari di Fontanellato per fare le prove della nuova postura di Mia, siamo arrivati alle 9.10 quindi in ritardo di 10 minuti con quasi un ora e mezza di macchina. Poco male che il personale è carino e ha capito la situazione, ma se avessi avuto una visita all’ospedale di Parma al centro di fisiopatologia respiratoria avrei perso il turno e avremmo dovuto aspettare tutte le altre visite o peggio cambiare giorno. È vergognoso e a dir poco snervante. Conseguenza corrono tutti come i pazzi, si rischiano incidenti pazzeschi e c’è chi ancora gioca a monopoli con questioni così serie. E allora un po’ di rispetto nei confronti di noi cittadini? Fra l’altro se l’alternativa é il treno invito chi di dovere a fare un viaggio in un treno bello carico assieme alla mia bambina, purtroppo disabile. Ma chi se ne frega dei disabili? Siamo solo una piccola percentuale della popolazione”. La gente intanto si organizza e mette in campo quel che ha. Ci sono i ‘rivoluzionari’ che propongono azioni eclatanti ma c’è anche chi cerca di mettere in piedi – con l’ausilio dei social – un servizio di ‘car sharing’. Ognuno mette a disposizione l’auto, con orario di arrivo e di partenza. Magari ci si riesce a dividere le spese. E’ già qualcosa. Dopo i giorni di scoraggiamento, è tempo di reagire in una qualche maniera. I movimenti autorganizzati che partono dal basso hanno sempre qualcosa da insegnare. E qualcosa da dire.
CONCLUSIONI – Siamo ancora al punto di partenza, e l’attesa comincia a diventare snervante per tutti. A reagire qualche folle e chi è toccato in prima persona dai problemi. Problemi seri, ai quali a partire dalle istituzioni non sembra venga dato particolare ascolto. Questa sera di problemi legati al ponte si parlerà in consiglio comunale. Altre parole si aggiungeranno a quelle dei giorni passati. Sabato poi ci si trasferirà in stazione. Restano dubbi e problemi. E poche, pochissime certezze, al momento, per il domani.
Nazzareno Condina