Bimbi ghettizzati fuori dalla sala mensa perché portano cibo da casa. Protesta a Viadana
La questione non è completamente nuova, e già altre segnalazioni erano state fatte in questo senso. Cosa accade? La scuola offre la possibilità ai bambini di portarsi il pasto da casa, preparato dai genitori. Tuttavia Cir, la società che gestisce il servizio mensa, si è opposta parzialmente a questa decisione.
VIADANA – L’allarme arriva dall’Istituto Comprensoriale Vanoni, la scuola elementare di Viadana. Ma a dirla tutta potrebbe riguardare un po’ tutte le scuole, perché la legge parla chiaro e si ricollega all’ultimo decreto Buona Scuola. Questo viene applicato, formalmente, per evitare problemi di tipo sanitario, ma l’accusa è di ghettizzare alcuni bambini con tutte le conseguenze che questo può comportare in un’età peraltro molto delicata.
La questione non è completamente nuova, e già altre segnalazioni erano state fatte in questo senso. Cosa accade? La scuola offre la possibilità ai bambini di portarsi il pasto da casa, preparato dai genitori. Tuttavia Cir, la società che gestisce il servizio mensa, si è opposta parzialmente a questa decisione, chiedendo che i bambini che portano da casa il cibo non mangino nella mensa comune, dunque con gli altri bambini, asserendo che il cibo potrebbe essere contaminato. Basta un alimento al quale magari uno dei bambini che usufruisce regolarmente della mensa sia allergico ed ecco che potrebbero crearsi problemi.
“Da molti anni – protesta tuttavia uno dei genitori – Cir fornisce cibo non all’altezza degli standard qualitativi medi, quindi sono tanti i genitori che, come me e mio marito, hanno deciso di dare al figlio una lunch bag, perché il cibo possa essere consumato così come viene preparato a casa. Adesso però ci ritroviamo i bambini ghettizzati durante il pasto, perché sono costretti a mangiare in una apposita aula adibita a laboratorio. Una aula pertanto non conforme alle esigenze di chi deve consumare cibo”. Situazione delicata e spinosa, che però alcuni genitori hanno scelto di sollevare anche a mezzo stampa, per evitare quella che a loro sembra una clamorosa ingiustizia. Stando peraltro alla circolare della scuola, che pure parla di “mezzi alternativi” (termine che lascia spazio a interpretazioni varie), i bambini che portano il cibo da casa dovrebbe stare semplicemente su un altro tavolo, ma non in un’altra stanza, come invece avviene. Una stanza, come detto, che non rispetterebbe tutti i canoni richiesti.
Giovanni Gardani