Cronaca

A 81 anni muore 'il Lupo'. Un altro piccolo pezzo di storia della città si spegne

Giorgio Azzini amava i motoraduni ma più di tutto amava stare a contatto con la gente, raccontare delle case costruite, delle tecniche di pesca, della sua passione per gli animali, cani e gatti, che lo contraddistingueva.

Foto: Mario Benvenuti

CASALMAGGIORE – Ha scelto di andarsene alla sua maniera, borbottando sino all’ultimo. Si è spento, ad 81 anni, Giorgio Azzini, il Lupo. I funerali si terranno lunedì, alle 14.30, nella chiesa di San Francesco dove la salma giungerà direttamente dall’Aragona. Poi verrà tumulato a Quattrocase. Doveva quel soprannome all’abilità per la pesca e a quella faccia spigolosa, da vecchio lupo di mare. A quei confini da esplorare sempre troppo stretti e alla voglia di raggiungere tutti i luoghi in cui desiderava stare, che gli impedivano di trovare quiete e lo portavano ogni giorno in giro da qualche parte. Era fatto così: come i gabbiani di Cardarelli, in perpetuo volo.

Era stato un abile muratore ed ancor più di quello uno dei personaggi che hanno fatto la storia della città. Quella delle persone che restano nella memoria, che non saranno mai nell’anonimato perché qualcosa da ricordare lo hanno lasciato, negli occhi e nella mente di tutti. Sino ad una decina di anni fa girava col suo motoguzzi bardato alla sua maniera: bandiera, televisione, e lo spazio per i suoi due cani che viaggiavano con lui. Amava i motoraduni ma più di tutto amava stare a contatto con la gente, raccontare delle case costruite, delle tecniche di pesca, della sua passione per gli animali, cani e gatti, che lo contraddistingueva.

Negli ultimi anni, prima che la malattia lo fermasse, era facile incontrarlo a bordo dell’apecar ‘da pesca’ con la quale si spostava. In giro per la città, canne pronte ad essere usate a sfidare qualche pesce e qualche parola da scambiare sempre con chiunque. Si è spento – ci ha raccontato la figlia Monica – borbottando, lucido sino all’ultimo nonostante un anno passato a San Giovanni, un anno pesante in cui aveva combattuto il male che alla fine se lo è portato via.

Un particolare che – nel momento della tristezza più pesante – ci regala un piccolo sorriso. Ha avuto lui, ancora una volta, l’ultima parola. Non ne avevamo dubbi. Il lupo che adesso riposa, nei ricordi di strada, di parole, di golene e cielo.

Nazzareno Condina

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